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TSE Do Androids Dream of Electric Sheep?
#1

Sarah Mendel

Augmented Human

Sarah si trovava in sala teletrasporto e, nonostante la presenza del Comandante Paris a meno di un metro da lei, faticava enormemente a trattenersi dal saltellare sul posto.

Per evitare livelli di figuracce col Primo Ufficiale peggiori del solito si mise a rileggere l'ultima lettera che aveva ricevuto dal Professor T'Pal, un luminare nel campo delle intelligenze artificiali nonché unico soggetto conosciuto (vivente) ad aver assemblato nella Federazione un androide a Matrice Positronica, benché sviluppato in maniera difforme rispetto al "modello Soong" che l'equipe di cui aveva fatto parte aveva tentato di replicare.in realtà T'Pal era stato anche suo insegnante per un semestre all'Accademia delle Scienze, ma come al solito Sarah cercava di dimenticare tutti gli eventi legati a quei due - disastrosi - anni.

Certo, in realtà non le serviva rileggere la lettera dato che la sua memoria potenziata le permetteva di ricordare a memoria non solo le tre pagine di testo, ma anche le circa trentasettemila pagine di specifiche tecniche allegate.

T'Pal le aveva infatti comunicato che presto avrebbe preso servizio sulla Voyager la sua creatura - H1-R0-N o Heron, come era stata registrata nel registro della Flotta Stellare - e le aveva chiesto di occuparsene sotto il profilo tecnico quanto, per quanto possibile, sotto quello dell'acclimatamento con l'equipaggio.

Sarah sbuffò all'idea, soffiando al contempo via dagli occhi una ciocca di lunghi capelli rossi. Va bene che T'Pal era un Vulcaniano e - in quanto tale - aveva una concezione divera da quella umana dei rapporti interpersonali, ma chiedere a lei di spiegare ad un androide come relazionarsi con gli altri era come chiedere ad un Jem Hadar di spiegare cosa si prova a godersi una pacifica pensione di vecchiaia!

Come se gli avesse letto nel pensiero, Cippy - una sfera metallica di circa venti centimetri di diametro che le fluttuava attorno alla testa sospinta da due propulsori antigravitazionali trillò in codice binario un commento che le strappò un secondo sbuffo.

E piantala Cippy... rispose indispettita, ricevendo un'occhiata incuriosita dal Comandante Paris. Occhiata che finse di non aver notato, visto che non ci teneva a dover tradurre il commento della piccola A.I., secondo la quale era più agitata che ad un appuntamento.

Fortunatamente il Marinaio addetto al Teletrasporto interruppe l'imbarazzante momento di silenzio annunciando Energia... appena prima che una delle sezioni della piattaforma al centro della stanza si illuminasse, generando una colonna di luce azzurra al centro della quale si materializzò gradualmente la figura all'apparenza umana di una giovane donna.

Benvenuta a bordo della Voyager, Tenente... disse l'uomo dalla divisa rossa accanto a lei, esibendo un sorriso sbarazzino che la maggior parte delle donne dell'equipaggio ammirava parecchio (ancorché di nascosto, dato che correva voce che la moglie del comandante fosse una mezza-Klingon piuttosto...decisa nei modi. E gelosa) Sono il Comandante Tom Paris, Primo Ufficiale. E questi è il Tenente Mendel, addetto ai sistemi informatici e alla manutenzione dei Computer Principali della nave...
#2

Era nella sala d’attesa dell’ufficio teletrasporti ormai da cinquantacinque minuti. Non c’era assolutamente nessuna ragione per aspettare, né tantomeno c’era alcuna ragione per arrivare tanto in anticipo, eppure terminato il suo leggerissimo bagaglio si era diretta alla base della federazione per attendere l’orario che l’avrebbe fatta arrivare perfettamente puntuale a bordo della Voyager. Avrebbe potuto dilungarsi in qualcuna delle attività ricreative con cui gli esseri umani amano trascorrere il tempo: bere un caffè al bar, passeggiare per 5th Avanue, fare spese frivole, leggere. Eppure non trovava soddisfacente nessuna di quelle pratiche, del tutto superflue dal momento che il tempo non sarebbe trascorso più velocemente, né tantomeno con maggiore piacevolezza. Per questa ragione aveva deciso semplicemente di attendere. Era stata un’intera giornata d’attesa. Era lì da cinquantasette minuti esatti quando si alzò decisa a dedicare gli ultimi due minuti e quarantacinque secondi ai convenevoli. Sebbene non fosse affatto impaziente, né tanto meno in ansia, agitata, o frettolosa, ma come sempre perfettamente calibrata ed immobile, l’addetto al teletrasporto le sorrise quando lei gli rivolse i suoi saluti e le chiese se si sentisse nervosa. Heron la registrò come una di quelle strane domande retoriche degli umani che servono per rimarcare l’ovvio, così sebbene fosse una deduzione inesatta rispose con un cenno cordiale. «E’ il mio primo giorno sulla Voyager», confermò sottolineando a sua volta l’ovvio, era una di quelle cose che tendono a assicurare una conversazione piacevole, ma leggera, per quanto paradossalmente inutile. «Andrà benissimo, vedrà», a quel punto avrebbe dovuto rispondere con un ringraziamento generico, ma Heron continuò a descrivere l’ovvio una decisione che di lì a pochi secondi avrebbe riconsiderato, «ne sono sicura, sebbene le probabilità che accada qualcosa di catastrofico mentre sono a bordo siano matematicamente incalcolabili». L’espressione accigliata dell’uomo la colse impreparata così si limitò a posizionarsi sulla piattaforma di teletrasporto. Ci vollero esattamente venticinque secondi di preparazione più trenta di teletrasporto perché battendo le palpebre si ritrovasse a bordo della nave spaziale. L’accolse il benvenuto del primo ufficiale in divisa e il tenente Mendel di cui T’Pal le aveva parlato.  Scese dalla pedana di teletrasporto per fermarsi ad una distanza socialmente accettabile dai due individui. «La ringrazio, Primo Ufficiale, piacere di conoscerla» esordì con la rituale formula di risposta umana, sebbene in fin dei conti la conoscenza di un nuovo individuo non le provocasse alcun piacere se non un’intensa attività dei circuiti neuronali, che registravano ogni minimo dettaglio del volto, della corporatura, del timbro di voce. «Piacere di conoscere anche lei, Tenente Mendel, T’Pal mi ha parlato molto di lei, la considera con rispetto e ammirazione per i miglioramenti a cui si è sottoposta. Ne sono anch’io molto affascinata, spero di poter fare un’analisi accurata delle sue funzioni se me lo permette». 
#3

Sarah Mendel

Augmented Human

Sarah rimase un momento imbambolata dal desiderio espresso dall'Androide. Tecnicamente lei non si era affatto sottoposta ad un trattamento di potenziamento genetico, essendo semplicemente figlia biologica di un potenziato ed avendone pertanto ereditato parte dei tratti dominanti, ma probabilmente T'Pal non aveva specificato i dettagli della sua natura ed Heron si era limitata a trarre delle conclusioni.

Io...Inizió a dire, bloccandosi peró subito dopo, incerta su come continuare. Cippy, accorgendosene, le suggerí di riprendersi con una serie di fischi e trilli quasi divertiti Sí, certo...saró lieta di sottopormi a dei test se lo desidera...peró dopo, al momento credo debba fare la visita d'imbarco, poi sarà stanc...no, ovviamente no. Peró forse vorrà...familiarizzare con la nave e l'equipaggio...

Il comandante Paris ridacchió divertito dallo scambio di battute, commentando Sono certo che si troverà benissimo a bordo, Tenente...per ora la lascio nelle abili mani del Tenente Mendel, mentre le sue cose dovrebbero essere già state portate nei suoi alloggi...

Il Primo Ufficiale scambió uno sguardo di conferma con l'addetto del Teletrasporto, il quale annuí, prima di aggiungere Se la prenda comoda, comunque, i suoi turni di servizio sono ancora in via di definizione con il Responsabile della Sezione e dubito che sarà operativa prima di domani... sorrise di nuovo sornione, prima di concludere e...di nuovo benvenuta. Per qualsiasi problematica mi troverete in Plancia.

E se ne andó, lasciando le due donne sole in compagnia dell'addetto al Teletrasporto, che pareva impegnato in alcune calibrazioni.

Allora... inizió Sarah titubante Vogliamo...andare?

E si avvió a passo un po' rigido verso la porta della sala, fermandosi peró prima dell'arco di uscita per attendere Heron. Mentre aspettava che l'Androide coprisse quella breve distanza disse in tono quasi distratto al marinaio che stava lavorando febbrilmente a qualcosa É l'attuatore secondario, ha un ritardo nel flusso dati. Lo disconnetta e ricalibri...

L'uomo la fissó stupito, chiedendosi probabilmente come avesse fatto a capire che tipo di controllo stesse eseguendo e - ancor di piú - come cavolo sapesse la risposta, ma si limitó a borbottare un Sí signore...

Allora Heron... chiese Sarah, come per rompere il ghiaccio mentre si avviavano lungo il corridoio principale del Ponte 2 é contenta di questa assegnazione?
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