TSE Tornare in missione, non mi mancava
#31

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mi trovavo su Vulcano, in uno dei momenti in cui preferivo isolarmi per riflettere ed ero nel mio ufficio a meditare. Pavel mi raggiunse e avevamo iniziato a discutere come spesso accadeva, soprattutto da quando eravamo andati in pensione. La sua osservazione sulla mia dedizione al lavoro era un argomento ricorrente tra noi.
«Pavel, come ti ho spiegato molte volte, il mio impegno è guidato dalla logica e dalla necessità. Sentivo che dovevo fare qualcosa in questa situazione, era una questione di urgenza.»
Pavel sospirò, sottolineando la sua preoccupazione. 

«Lo capisco, T'Dal, ma non riesco a evitare di preoccuparmi per te. Continui a lavorare ininterrottamente, senza prenderti mai una pausa. La salute è importante, e dovresti prenderla più seriamente.»

Le sue parole mi colpirono, facendomi riflettere sulla mia abitudine di immergermi completamente nel lavoro. Aveva ragione, come al solito. Non ero immune al bisogno di riposo e di prendermi cura di me stessa. Tuttavia, in quel momento, sentivo una responsabilità nei confronti di Korinna e della sua sicurezza, così mi scusai sinceramente con Pavel. «Hai ragione, come sempre. Mi scuso se sembro troppo concentrata sul lavoro. È solo che questa situazione mi ha coinvolto personalmente, e sento la necessità di fare tutto il possibile per risolverla.»

Nel frattempo, tramite il nostro legame, gli comunicai quanto mi preoccupassi per lui e per la sua salute. Gli confessai che la mia dedizione al lavoro aveva raggiunto talvolta un punto critico in quel periodo, sfuggendo alla logica, e che ora questa nuova emergenza sembrava sconvolgere ancor più la mia razionalità. Era una confidenza rara per me, ma sentivo che Pavel avrebbe compreso. Lui annuì e mi sorrise.
«Dovresti delegare, lo sai. Lascia che sia tuo fratello e l'ambasciata ad occuparsene.»

Stavo per rispondere ma in quel momento, ricevetti comunicazione di una chiamata in entrata: Tomi. Accettai la chiamata.
«Ciao Tomi.» dissi pacatamente guardandolo.
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#32

Korinna Suder

Betazoid

Lo sguardo di Tomi mostrava un misto tra stanchezza, apprensione, ma c'era anche un discreto senso di sollievo, che sarebbe apparso ad un occhio attento proprio mentre la vulcaniana prendeva la chiamata. T'Dal, l'hanno trovata. disse, lasciando all'altra a malapena il tempo per salutarlo. Scusa se non ti ho avvertita prima, ma è stata una cosa improvvisa... iniziò a spiegare, senza realmente premurarsi di precisare cosa avessero trovato perché c'era stata una sola persona nella sua mente in quegli ultimi giorni e non gli era passato nemmeno per l'anticamera del cervello che ci potesse essere qualche ombra di dubbio al riguardo.

Al momento mi trovo su un trasporto diretto a Deep Space Nine... pensi di potermi fare avere una navetta o qualcosa per raggiungerla una volta arrivato lì? Mamma si trova su un mercantile, conosco il comandante, ma non possono deviare dalla loro rotta. Mi serve un mezzo per raggiungerli. spiegò. Non poteva certo dire di aver organizzato quel viaggio nei dettagli: appena l'Ambasciata lo aveva contattato era balzato sulla prima nave che puntasse vagamente nella direzione che gli interessava, ma nei minuti in cui era stato costretto a stare seduto ed "apprezzare il viaggio" aveva cominciato a considerare che forse avrebbe fatto meglio a lasciare che fossero i diplomatici ad organizzare quel recupero.

Non sono riuscito a parlarle... ma dicono che sta bene. spiegò alla Vulcaniana. Nella fretta, tuttavia, si era dimenticato di considerare una seconda cosa: non aveva alcuna prova che sua madre fosse effettivamente dove gli era stato detto.

2 opzioni: nella prima è vero e l'hanno trovata, nella seconda è una trappola e incastrano anche Tomi. Con quale andiamo?
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#33

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Quando ricevetti la chiamata di Tomi e sentii nelle sue parole l'eco della stanchezza e dell'apprensione, fu evidente che si trovava in uno stato emotivo complesso e faticoso. Era una sensazione che potevo percepire anche attraverso il freddo medium della comunicazione virtuale. Tuttavia, vi era anche una sfumatura di sollievo, un tenue bagliore di speranza, che percepivo sotto il peso delle sue preoccupazioni.

Risposi al suo messaggio con il mio solito tono pacato e controllato, cercando di trasmettere calma e serenità, nonostante la gravità della situazione. La sua urgenza era palpabile, ma volevo assicurargli che avrei gestito la situazione al meglio delle mie capacità.

«Lascia che ti aiuti, Tomi. Sarà mia cura organizzare il tuo trasferimento sul mercantile una volta che sarai arrivato a Deep Space Nine.»

Tuttavia, non potei fare a meno di notare la sua esitazione e i suoi dubbi. «Non sono riuscito a parlarle... ma dicono che sta bene» mi informò. Era evidente che il suo cuore era teso tra la speranza e la paura, desiderando ardentemente che sua madre fosse sana e salva, ma consapevole delle incognite che circondavano questa situazione.

Comprendendo appieno la sua ansia e le sue preoccupazioni, cercai di essere una voce di ragionevolezza. «Capisco le tue preoccupazioni, Tomi e non voglio sminuire l'importanza di questa notizia; ma potresti aver delle prove della sua posizione o della sua condizione? Voglio essere sicura che tutto sia in ordine prima che tu ti imbarchi.»

Mentre aspettavo la sua risposta, riflettevo sulla complessità di questa situazione. La mia mente vulcaniana cercava di analizzare ogni dettaglio, di considerare tutte le possibili variabili. In fondo, la logica e la razionalità erano le mie guide in queste circostanze. Tuttavia, non potevo evitare di sentire un piccolo barlume di empatia per Tomi, immaginandolo in questo momento così critico della sua vita. La logica poteva essere un faro nella tempesta, ma l'amore e la preoccupazione per un genitore erano sentimenti che superavano ogni argomentazione razionale.


Se vuoi possiamo andare con la seconda Thinking ma devo dire... poverini, in che razza di situazione si sono messi Laugh
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#34

Korinna Suder

Betazoid

Tomi mosse un cenno di assenso quando T'Dal gli offrì il suo aiuto devo confessarti che ci speravo... sono un po' fuori dal giro in quella zona e non avrei saputo chi contattare. Grazie. spiegò, senza preoccuparsi di nascondere un senso di sollievo a quella notizia. Era partito letteralmente su due piedi, senza realmente pianificare le mosse successive, ma sapere che ci sarebbe stato qualcuno in grado di fargli raggiungere il mercantile rendeva molto più semplice il resto del viaggio.

L'avvertimento della vulcaniana, comunque, lo colse del tutto alla sprovvista in che senso? chiese con sguardo confuso mia madre è stata rapita da degli sconosciuti per ragioni ignote, come potrebbe esserci qualcosa in ordine in questa intera situazione? protestò, perdendo completamente il significato di ciò che T'Dal stava realmente suggerendo. Ho le coordinate della nave spiegò, convinto che la donna non avesse capito.
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#35

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre Tomi accettava il mio aiuto con un cenno di assenso, potevo percepire un senso di sollievo nelle sue parole. Era evidente che la prospettiva di ricevere assistenza in una situazione così travagliata lo confortava, anche se solo leggermente.
«Lo capisco. Non preoccuparti, farò il possibile per far sì che tutto vada per il meglio.» risposi con il mio tono vulcaniano pacato, cercando di trasmettergli un senso di calma e fiducia per quanto possibile.

Quando Tomi ripetè che aveva le coordinate della nave, mi chiesi come potessi spiegarmi meglio e in quel momento sentii germogliare un poco di preoccupazione. Era chiaro che Tomi era determinato a trovare sua madre, ma qualcosa non quadrava e non sapevo come spiegarmi. Forse ciò che provavo, aveva allarmato Pavel che era rimasto in silenzio per permettere alla conversazione tra me e Tomi di fluire senza interruzioni, decise di intervenire, aggiungendo un'ulteriore spiegazione più pragmatica.

«Scusate se intervengo nella vostra conversazione. Quello che T'Dal stava cercando di dire è se hai una prova tangibile che tua madre stia bene, dato che non hai potuto parlare con lei. Ad esempio, l'hai vista o c'è un tracciatore che dimostri che lei sia dove pensiamo? È solo una precauzione aggiuntiva, per evitare che l'altra persona possa cercare di farti viaggiare a coordinate errate.»  disse, con voce calma ma decisa.
Io annuii leggermente, ringraziandolo tacitamente per il suo intervento tempestivo.
«In ogni caso, predispongo tutto per arrivare alle coordinate il prima possibile.»  Aggiunsi pacatamente, confermando il mio impegno nel fornire il supporto necessario per affrontare la situazione con la massima prudenza e efficienza.
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#36

Korinna Suder

Betazoid

Le parole di Pavel lasciarono Tomi altrettanto confuso beh... perché non dovrebbe essere dove...? iniziò come se la risposta fosse scontata, ma mentre stava per esplicitare i propri pensieri, qualcosa lo costrinse a fermarsi per riflettere meglio sulla questione. Ah. realizzò all'improvviso ... gli alieni a volte mentono. Giusto. Non ci avevo pensato. borbottò, più a se stesso che ai suoi interlocutori. L'anziano sospirò, prendendosi un momento per riflettere: aveva qualche prova irrefutabile del fatto che sua madre fosse dove avevano detto che fosse? Che stesse davvero bene? O aveva solo dato per scontato che nessuno avebbe mentito al riguardo? Non senza rammarico, fu costretto ad ammettere che la vulcaniana aveva ragione: in mano non aveva nulla di concreto. Non aveva avuto modo di parlare direttamente con l'uomo che diceva di aver recuperato sua madre e non avrebbe saputo dire nulla riguardo alle sue intenzioni o ai suoi pensieri.

Contatto di nuovo il comandante del mercantile. disse con voce stanca, determinato ad assicurarsi che quella di T'Dal fosse solamente un eccesso di prudenza. Ti chiamo più tardi. promise, prima di chiudere la comunicazione. Nessuno dei due poteva sapere che quella chiamata non sarebbe mai stata fatta, perché pochi istanti dopo che aveva chiuso la comunicazione, un ferenghi prese posto accanto a lui e, pochi istanti dopo, entrambi erano scomparsi nel raggio di un teletrasporto. Vennero rimaterializzati all'istante su una navetta che si era affiancata al trasporto il tempo necessario a compiere quella rapida operazione e che scomparve, rapida come era arrivata, in direzione dello spazio cardassiano.

Sebbene a bordo del trasporto fossero presenti dei sistemi di controllo, la nave non era certo dotata di ufficiali armati, né i proprietari avrebbero potuto prevedere una simile circostanza, tanto che, fatta eccezione per qualche passeggero sorpreso, nessuno parve degnare di particolare attenzione quella sparizione. Non sarebbe comunque trascorso molto tempo prima che T'Dal ricevesse un secondo messaggio che le intimava di consengnare la scheda dati, informandola dell'accaduto.
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#37

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre ero immersa nei miei pensieri, il monitor continuava a lampeggiare davanti ai miei occhi, richiamando la mia attenzione al messaggio che giaceva lì, come un monito silenzioso. Sentivo la tensione crescere dentro di me, una sensazione di inquietudine che si faceva sempre più prepotente. Era come se fossi stata catapultata in un labirinto di incertezza, senza una mappa per guidarmi verso una soluzione.

Riflettevo sulle mie azioni, cercando di analizzare ogni dettaglio con il mio solito rigore logico. Avevo avvertito Tomi della necessità di non dare nulla per scontato, ma ora mi chiedevo se avessi fatto abbastanza. Forse non avrei dovuto farmi così tante domande, ma la verità era che la mia mente non era immune alle incertezze e ai dubbi, e questo mi faceva sentire ancora più inadeguata.

Eppure, sapevo che non potevo permettermi di cedere al dubbio, la logica mi suggeriva che dovevo agire con fermezza e determinazione, prendendo ogni decisione con la massima prudenza, ma... Il tempo stringeva, e ogni istante perso poteva essere fatale per Korinna e Tomi. Mi chiedevo cosa avrei potuto fare. Avrei davvero dovuto consegnare tutto, come richiesto? Sapevo fosse logico contattare mio Elieth all'ambasciata, informandolo della situazione. Sapevo che i dati erano stati visionati e immaginavo che ci fossero delle copie, ma non volevo mettere a repentaglio né Korinna né Tomi. Tuttavia, in quel momento, non riuscivo a immaginare una soluzione diversa da accettare. Era una decisione difficile, ma necessaria, se volevo fare tutto il possibile per portare i due sani e salvi a casa.

In quel momento, Pavel mi guardò e mi sorrise. «T'Dal, devi fare ciò che ritieni giusto. Se pensi che la consegna dei dati possa mettere a repentaglio la sicurezza di Korinna e Tomi, allora non farlo. Segui la tua logica, ma ascolta anche il tuo istinto. Cosa avresti fatto come capitano? C'è una cosa che hai sempre detto a me negli anni, o ai nostri figli e nipoti, e ora lo dico io a te: non permettere che la paura o l'incertezza ti dominino.» 

Era un consiglio semplice, ma profondo e le sue parole mi fecero riflettere.Dovevo fidarmi di me stessa, della mia formazione come ufficiale della flotta, e non solo prendere decisioni basate sulla logica e sulla ragione. Forse stavo cercando dal primo momento di trovare una soluzione perfetta, quando in realtà non c'era e dovevo ascoltare il mio piccolo lato umano, fidarmi della mia intuizione. Dovevo fare ciò che era necessario per riportare a casa Korinna e Tomi, anche se ciò significava prendere delle decisioni difficili e impopolari.

Con un cenno di assenso, ringraziai Pavel per le sue parole, sentendomi un po' più sicura di me stessa. Era giunto il momento di agire e decisi, dunque, di riconsegnare la scheda dati.
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#38

Korinna Suder

Betazoid

Più i giorni passavano, più la tensione tra i Cardassiani si faceva più evidente. Se all'inizio Korinna riusciva appena a percepirla, con il tempo aveva cominciato a diventare evidente anche nei loro comportamenti, nel modo sempre più nervoso in cui i suoi carcerieri si rivolgevano l'uno all'altro. L'ultimo piano che dovevano aver architettato sembrava aver dato il risultato sperato, perché ora poteva percepire qualche nota di soddisfazione. Altrettanto chiaro era che non avevano ancora ottenuto le informazioni che desideravano e Korinna cominciava ad avere la netta impressione che quella fosse l'ultima cosa che intendevano provare. Se anche quel piano fosse fallito, avrebbe dovuto cominciare seriamente a preoccuparsi per la propria incolumità.

Fortunatamente quei giorni le avevano dato modo di studiare a sufficienza la base improvvisata all'interno della quale era stata portata e i suoi carcerieri: se intendeva andarsene da lì tutta d'un pezzo, il tempo a sua disposizione si faceva sempre più breve. Era ancora immersa nei suoi pensieri, quando cominciò a percepire qualcosa di curiosamente familiare. Ci volle qualche istante perché l'anziana riuscisse ad averne la certezza: quella era una presenza che conosceva bene. Tomi? chiamò, tentando di contattare telepaticamente il figlio, senza alcun risultato. Tomi!? Riesci a sentirmi? insistette, sempre più convinta delle proprie percezioni. Passò qualche altro istante prima che un rumore di passi sul pavimento metallico annunciasse che qualcuno si stava avvicinando.

Ancora qualche istante e la porta della stanza all'interno della quale era rinchiusa si aprì e un cardassiano scaricasse Tomi al suo interno, gettandolo a terra senza troppi complimenti. Il betazoide cadde a terra con un tonfo sordo e un mezzo grugnito. Tomi, rispondimi! Come stai? cercò di raggiungerlo Korinna, avvicinandosi con la forza e la rapidità che l'età le consentiva per controllare le condizioni del figlio. Mamma? chiese lui, apparentemente confuso ... cos'è successo? aggiunse mentre si guardava attorno, nel tentativo di identificare dove si trovasse. Quel luogo, tuttavia, non gli era affatto familiare, come non gli era familiare quella situazione. Parte di lui era sollevata nel vedere sua madre, mentre un'altra parte non riusciva a capacitarsi di quel senso di sollievo: non riusciva a ricordare né come fosse finito lì, né dove fosse, esattamente "lì".

Speravo potessi dirmelo tu... rispose Korinna, allungando una mano per cercare di aiutare Tomi a rialzarsi, ma l'uomo le fece cenno di no, deciso a rimettersi in piedi da solo. Con qualche sforzo in più del previsto, Tomi riuscì a rimettersi a sedere. Dobbiamo andarcene da qui, ma mi servirà il tuo aiuto... pensi di riuscire a stare in piedi? si informò Korinna, condividendo con il figlio i propri pensieri e tutto ciò che in quegli ultimi giorni era riuscita a scoprire.
attiva pure il tracciatore, sentiti libera di muovere i Cardassiani che vengono a riprendere la scheda dati.
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#39

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

Mentre le ore si susseguivano sul pianeta Vulcano, la mia mente era incessantemente occupata da pensieri che riguardavano ben altro che il tranquillo ritiro che avrei dovuto godermi in pensione: in quel momento trovavo la quiete un concetto sempre più estraneo, specialmente ora che il destino di Korinna e Tomi rimaneva avvolto nel mistero. La mia famiglia, in particolare mio marito che condivideva il mio senso di apprensione, sebbene tentasse di mascherarlo con un ottimismo forse un po' troppo forzato.
Mio fratello ci aveva raggiunto e lo guardai mentre entrava dalla porta di ingresso.

«Elieth, ti ringrazio per essere venuto.»  dissi, rivolgendomi a mio fratello maggiore «Non posso fare a meno di sentire che qualcosa non va. Il silenzio riguardo a Korinna e Tomi è... assordante, come direbbe il mio caro marito.» dissi guardando Pavel che annuì, serio.

Elieth, il cui viso rifletteva la serenità tipica della nostra razza ma i cui occhi tradivano una lieve preoccupazione, annuì lentamente. «La tua intuizione è corretta, T'Dal. La mancanza di comunicazione è... preoccupante. Dobbiamo rimanere vigili

La mia attenzione era divisa tra il dovere di trovare i miei amici e il desiderio di proteggere Pavel da ulteriori preoccupazioni: mio marito con la sua innata curiosità umana e il suo spirito avventuroso, mi aveva sempre supportato in ogni decisione. Fu in quel momento che decisi di attivare il tracciatore del manufatto bajoriano, il dispositivo che avevo tenuto nascosto, sperando fino all'ultimo istante di non dover mai utilizzare suddetto tracciatore e mentre Pavel osservava, il tracciatore emise un bagliore soffuso, immaginai che un segnale stava portando a noi i cardassiani.

«Questo potrebbe essere il nostro unico collegamento con ciò che è successo a Korinna e Tomi.» dissi guardando i due uomini.

La mia determinazione (e preoccupazione che qualcosa fosse successo ai nostri amici= era palpabile, e Pavel mi afferrò la mano, stringendola. In quel momento non mi ritrassi e lo guardai. «Affronteremo anche questa faccenda insieme, T'Dal; come abbiamo sempre fatto.» disse e io annuii.

Non passò molto tempo prima che ricevessimo una visita inaspettata: un gruppo di Cardassiani, apparentemente interessati alla scheda dati che avevamo recuperato, si presentò alla nostra porta. La loro tensione era evidente, un riflesso forse della nostra preoccupazione.

«Veniamo per la scheda dati»  disse il loro leader, con un tono che lasciava poco spazio a negoziazioni.

Rispondendo con tutta la calma che potevo radunare, dissi: «La nostra cooperazione richiederà più di semplici richieste. Abbiamo bisogno di informazioni sui nostri amici, scomparsi.»

Lo scambio di sguardi tra i Cardassiani mi confermò che sapevano qualcosa, ma che non che si aspettavano questa mia proposta. «Le informazioni possono essere... scambiate» rispose infine il leader, con una riluttanza che mi diede speranza.

Il leader Cardassiano, una figura imponente con i tipici tratti severi della sua razza, fissò me e i due uomini presenti con uno sguardo che cercava di intuire le nostre intenzioni. «La scheda dati che avete recuperato è di grande importanza per il nostro governo. La vostra cooperazione in questo scambio sarà ricompensata.»

Rimasi ferma, incontrando il suo sguardo senza esitazione. «La nostra cooperazione è condizionata in primis dalla sicurezza dei nostri amici, Korinna e Tomi. Dove sono? In che condizioni si trovano?»

Il Cardassiano sembrò valutare le sue opzioni per un momento, prima di rispondere. «Sono... ospiti del nostro governo. La loro sicurezza può essere garantita» disse, con una scelta di parole che non mi sfuggì. "Ospiti" poteva significare molte cose, e la vaghezza della sua risposta non faceva che aumentare le mie preoccupazioni.

«E quale sarebbe il prezzo della loro libertà?» chiese Pavel, con un tono che celava appena il suo disprezzo per il nostro sgradevole visitatore.

«La scheda dati e la vostra assicurazione che ciò è successo ai nostri... ospiti, nonché vostri amici, rimarrà tra noi.» rispose il Cardassiano.

Guardai Pavel, poi Elieth, cercando il loro consenso silenzioso. Pavel annuì leggermente, mentre Elieth rimase impassibile, il suo assenso dato con un impercettibile inclinazione della testa.

«Accettiamo.» dissi, con voce ferma «a condizione che Korinna e Tomi siano rilasciati immediatamente e senza danni. Inoltre, richiediamo prova del loro stato di salute prima di procedere a qualsiasi scambio.«»

Il leader Cardassiano annuì, evidentemente soddisfatto di aver raggiunto un accordo, ma ancora cauto. «Forniremo la prova che richiedete» disse, prima di aggiungere con un sorriso freddo, «Siamo lieti di aver trovato una soluzione pacifica a questa situazione.»

Dopo che i Cardassiani se ne furono andati, con la promessa di tornare con le prove richieste, mi voltai verso Pavel e Elieth. «Abbiamo fatto la scelta giusta?» chiesi, lasciando trasparire per la prima volta la mia umana incertezza.

Pavel mi rispose con un sorriso rassicurante. «Abbiamo fatto l'unica scelta possibile, T'Dal. Salvare Korinna e Tomi è la nostra priorità. E insieme, affronteremo qualsiasi conseguenza.»

Elieth, sempre diplomatico, aggiunse: «Hai fatto un ottimo lavoro, ora attendiamo.»

In quel momento, nonostante le incertezze che ci attendevano, mi sentii rafforzata dalla solidarietà e dall'amore della mia famiglia. Sapevo che, insieme, avremmo affrontato qualsiasi sfida ci avesse riservato il destino, con la stessa determinazione e il coraggio che avevamo sempre mostrato. La nostra unione, un ponte tra culture e mondi diversi, era la nostra più grande forza, e insieme, eravamo pronti a combattere per riportare a casa i nostri amici.
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#40

Korinna Suder

Betazoid

La porta della stanza all'interno della quale si trovavano si aprì. Tomi sussultò, voltandosi d'istinto in direzione dell'ingresso per vedere chi stesse arrivando: i suoi sensi erano ancora scombussolati per il viaggio ed i farmaci di cui il suo corpo non si era ancora completamente liberato. Korinna, al contrario, non parve particolarmente sorpresa quando un cardassiano si infilò con fare circospetto all'interno della stanza. La tua amica ha attivato il tracciatore, non abbiamo molto tempo annunciò l'uomo, cercando di afferrare Tomi per aiutarlo a rimettersi in piedi. Il betazoide, ancora troppo intontito per riuscire a leggere le intenzioni dell'altro, si ritrasse istintivamente.

Va tutto bene, Tomi. Tyrak è un amico. gli comunicò Korinna, facendosi aiutare a rialzarsi. Parlami sinceramente: abbiamo qualche possibilità di uscire da questa situazione con un reciproco accordo? si informò in direzione del cardassiano. Lui scosse la testa ne so quanto te, ma se vogliamo agire, dobbiamo farlo ora. rispose con una convinzione derivata dall'esperienza. Korinna studiò per qualche secondo la porta aperta alle spalle del cardassiano: conosceva la propria abilità ed il proprio valore in qualità di diplomatica e allo stesso tempo era fin troppo consapevole del sospetto e della riluttanza che aveva percepito da parte dei cardassiani. Forse meglio di Tyrak, l'anziana sapeva che in quella situazione una lunga serie di variabili, che sarebbe stato impossibile tenere sotto controllo, rendeva la probabilità di successo di una tentata fuga... praticamente pari al caso. D'accordo, andiamo. decise per tutti, prendendo poi a braccetto un Tomi ancora confuso e lasciando che il cardassiano li guidasse attraverso una serie di corridoi.

Non c'erano molti cardassiani nella struttura e per la betazoide non fu difficile aiutare Tyrak avvertendolo ogni volta che percepiva qualcuno avvicinarsi alla loro posizione. La competenza militare dell'uomo, poi, permise loro di raggiungere la sala teletrasporto della struttura senza eccessive difficoltà. Fu solo allora che la situazione cominciò a farsi complessa... una piccola nave fu selezionata come destinazione. Tyrak l'aveva scelta principalmente perché si trattava dell'unico mezzo che era riuscito a reperire, ma fuggire a bordo di essa avrebbe richiesto grande abilità, specialmente perché, di lì a poco, avrebbero avuto al loro inseguimento gente pronta a tutto per riuscire a catturarli... o peggio.

Puoi fare che i Cardassiani vengono informati del fatto che Korinna e Tomi sono fuggiti e avranno qualche difficoltà a dimostrarti che stanno bene... o ti forniscono qualche prova fittizia che riesci a scoprire. Ovviamente non ti diranno che li hanno persi, primo perché contano di riacchiapparli, secondo perché è imbarazzante. Laugh
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