17-03-2014, 12:23 PM
Mhai s'Siedhri
Romulan/Q
Era stata una giornata come molte altre per Mhai s'Siedhri. Come suo solito, quella mattina si era alzata presto, si era purificata ed aveva presenziato ai riti mattutini, un compito che - nonostante potesse risultare un poco noioso essendo ripetuto quasi ogni giorno - era per lei stessa prezioso e fondamentale. Come somma sacerdotessa, ma ancora prima come donna e come romulana, riteneva fondamentale ringraziare gli Elementi dei loro doni, soprattutto l'Aria a cui si sentiva particolarmente legata, probabilmente perché aveva vissuto al Tempio dell'Aria praticamente sin da quando era nata. Il pomeriggio, invece, era stato più tranquillo: si era presa del tempo per meditare e per studiare, poi aveva fatto una passeggiata per le vie della città, osservando le vetrine e i passanti. Nonostante tutti i suoi difetti, Ki Baratan era una città fantastica, la sua città. Magari non era la città in cui era veramente nata, visto la scomparsa di sua madre negli anni precedenti e successivi alla sua nascita, ma per lei (e per l'anagrafe, in effetti) era la sua città natale. Nessun altro luogo nell'universo poteva esserle caro come quella città dannatamente complicata, pericolosa ma anche meravigliosa. La città che lei voleva salvare.
Dopo i riti serali era andata a dormire, ma in realtà era rimasta nel suo letto per poche ore. A notte fonda si era alzata, aveva indossato degli abiti piuttosto semplici e dai colori scuri, e si era legata i capelli in una coda bassa. Poi, davanti allo specchio, si era concentrata e aveva schioccato le dita. Un lampo di luce bianca e i suoi capelli corvini avevano cambiato colore: ora erano di un rosso cupo e piuttosto scuro. E sulla fronte le era comparsa una cresta frontale in perfetto stile romulano. Due dei segni caratteristici di Ael. Poi, dopo essersi calata il cappuccio della maglia sulla testa e aver nascosto alla cintura il disgregatore, era uscita di nascosto dal tempio. Aveva girato per qualche decina di minuti per le vie della città, evitando le più trafficate e cercando di non farsi notare, poi si era fermata davanti ad un tombino. Dopo essersi assicurata che nessuno la stesse osservando, l'aveva aperto e i si era calata, scendendo nella rete fognaria di Ki Baratan. Il solito lezzo della fogna le aveva dato il benvenuto, ma la romulana non ci aveva fatto più di tanto caso: ormai, volente o nolente, ci si era abituata. Aveva camminato per qualche tempo tra i tunnel della fogna, ignorando ostinatamente i nhaidh che ogni tanto incrociava per strada. Se fosse stata una normale sacerdotessa, il solo vedere quei disgustosi millepiedi l'avrebbe inorridita, ma ormai aveva imparato ad ignorarli, per quanto fosse umanamente possibile. Si fermò più volte, nascosta in qualche galleria o dietro a qualche pilastro nell'attesa che un altro visitatore delle fogne passasse: dopotutto, non si sapeva mai chi si poteva incontrare. Potevano essere colleghi dissidenti, ma anche spie, guardie o criminali comuni. E nemmeno tra dissidenti ci si poteva veramente fidare l'uno dell'altro. Così, impiegò qualche tempo a raggiungere la sua destinazione: un certo bar ufficialmente inesistente ed alquanto poco raccomandabile. E una volta che vi fu entrata si diresse direttamente al bancone, ignorando tutto e tutti, e si rivolse direttamente al barista. "Jolan'tru!" Disse, pronunciando il saluto semi-formale più utilizzato tra i romulani. "Qualche novità?"
Dopo i riti serali era andata a dormire, ma in realtà era rimasta nel suo letto per poche ore. A notte fonda si era alzata, aveva indossato degli abiti piuttosto semplici e dai colori scuri, e si era legata i capelli in una coda bassa. Poi, davanti allo specchio, si era concentrata e aveva schioccato le dita. Un lampo di luce bianca e i suoi capelli corvini avevano cambiato colore: ora erano di un rosso cupo e piuttosto scuro. E sulla fronte le era comparsa una cresta frontale in perfetto stile romulano. Due dei segni caratteristici di Ael. Poi, dopo essersi calata il cappuccio della maglia sulla testa e aver nascosto alla cintura il disgregatore, era uscita di nascosto dal tempio. Aveva girato per qualche decina di minuti per le vie della città, evitando le più trafficate e cercando di non farsi notare, poi si era fermata davanti ad un tombino. Dopo essersi assicurata che nessuno la stesse osservando, l'aveva aperto e i si era calata, scendendo nella rete fognaria di Ki Baratan. Il solito lezzo della fogna le aveva dato il benvenuto, ma la romulana non ci aveva fatto più di tanto caso: ormai, volente o nolente, ci si era abituata. Aveva camminato per qualche tempo tra i tunnel della fogna, ignorando ostinatamente i nhaidh che ogni tanto incrociava per strada. Se fosse stata una normale sacerdotessa, il solo vedere quei disgustosi millepiedi l'avrebbe inorridita, ma ormai aveva imparato ad ignorarli, per quanto fosse umanamente possibile. Si fermò più volte, nascosta in qualche galleria o dietro a qualche pilastro nell'attesa che un altro visitatore delle fogne passasse: dopotutto, non si sapeva mai chi si poteva incontrare. Potevano essere colleghi dissidenti, ma anche spie, guardie o criminali comuni. E nemmeno tra dissidenti ci si poteva veramente fidare l'uno dell'altro. Così, impiegò qualche tempo a raggiungere la sua destinazione: un certo bar ufficialmente inesistente ed alquanto poco raccomandabile. E una volta che vi fu entrata si diresse direttamente al bancone, ignorando tutto e tutti, e si rivolse direttamente al barista. "Jolan'tru!" Disse, pronunciando il saluto semi-formale più utilizzato tra i romulani. "Qualche novità?"