08-09-2014, 12:06 PM
Nérios Aev s'Rehu
Vulcan/Romulan
"Questo è falso!" Si ritrovò quasi ad urlare, mentre la rabbia rischiava di prendere il controllo di lui. Dovette faticare a calmarsi almeno quel poco che bastava a non gettarsi a capofitto sullo zio, facendo così il suo gioco e esponendosi troppo al suo contrattacco. Gli fu dannatamente difficile riuscire a resistere al sangue romulano che ribolliva dentro di lui, quasi reclamando di recidere quelle menzogne alla radice, assieme alla vita dell'imperatore. E non furono di certo gli insegnamenti vulcaniani che si era rifiutato categoricamente di assimilare ad aiutarlo a mantenere la concentrazione, ma fu semplicemente il suo istinto di sopravvivenza. La rabbia omicida che l'aveva preso rischiava di annebbiargli la mente, di fargli fare un errore fatale.
"Ho passato abbastanza tempo a New Vulcano e nella Federazione, in missione di spionaggio per il nostro Impero," Iniziò a dire, trattenendo a stento la rabbia, più che altro a beneficio di chi stava ascoltando la trasmissione. "per sapere che mio padre, s'Task s'Llhweiir, è stato fino all'ultimo fedele all'Impero. E il fatto che tu tenti di infangare la sua memoria dimostra solamente la tua disperazione. Sotto il tuo comando l'Impero ha iniziato a regredire, a perdere punti nei confronti della Federazione. Sembrerebbe quasi che l'alleanza tra la Federazione e i Klingon ti faccia paura, mio caro imperatore. E non può esserci un codardo a comando dell'Impero Stellare Romulano!"
Questa volta era stato lui a mentire: non sapeva se l'imperatore fosse veramente un codardo o se dietro le sue azioni ci fosse una qualche più complessa manovra politica, ma aveva bisogno di far leva sul malcontento del popolo e di allontanare la conversazione dal presunto tradimento di suo padre, visto che - in effetti - non aveva alcuna prova che lo escludesse. Ma non poteva semplicemente accettare che suo padre - qualunque cosa avesse fatto per vivere nella Federazione - venisse considerato un traditore. Sarebbe stata un'onta inaccettabile.
Così scattò verso Terrh s'Dor, deciso a non permettergli di pronunciare altre parole contro suo padre e puntando a colpirlo al collo o alla testa con la lama a ventaglio della lirpa, pronto nel contempo a schivare un eventuale contrattacco.
"Ho passato abbastanza tempo a New Vulcano e nella Federazione, in missione di spionaggio per il nostro Impero," Iniziò a dire, trattenendo a stento la rabbia, più che altro a beneficio di chi stava ascoltando la trasmissione. "per sapere che mio padre, s'Task s'Llhweiir, è stato fino all'ultimo fedele all'Impero. E il fatto che tu tenti di infangare la sua memoria dimostra solamente la tua disperazione. Sotto il tuo comando l'Impero ha iniziato a regredire, a perdere punti nei confronti della Federazione. Sembrerebbe quasi che l'alleanza tra la Federazione e i Klingon ti faccia paura, mio caro imperatore. E non può esserci un codardo a comando dell'Impero Stellare Romulano!"
Questa volta era stato lui a mentire: non sapeva se l'imperatore fosse veramente un codardo o se dietro le sue azioni ci fosse una qualche più complessa manovra politica, ma aveva bisogno di far leva sul malcontento del popolo e di allontanare la conversazione dal presunto tradimento di suo padre, visto che - in effetti - non aveva alcuna prova che lo escludesse. Ma non poteva semplicemente accettare che suo padre - qualunque cosa avesse fatto per vivere nella Federazione - venisse considerato un traditore. Sarebbe stata un'onta inaccettabile.
Così scattò verso Terrh s'Dor, deciso a non permettergli di pronunciare altre parole contro suo padre e puntando a colpirlo al collo o alla testa con la lama a ventaglio della lirpa, pronto nel contempo a schivare un eventuale contrattacco.