TFB la ripresa della diplomazia
#11

Korinna Suder

Betazoid

Korinna rimase in silenzio per un lungo istante, lasciando alla Klingon tutto il tempo di cui aveva bisogno per affrontare in santa pace le sue burrascose emozioni e quel suo desiderio di vendetta che la betazoide faceva molta più fatica a comprendere. D'altra parte la cultura Klingon era molto diversa dalla sua e sapeva che non sarebbe stato corretto giudicare il sentire della donna con il metro di ciò che era considerato giusto sul suo pianeta. Se Kaas avesse mantenuto la propria personalità Klingon non avrebbe esitato un solo istante a consegnarlo nelle mani della giustizia del'Impero per sgravare Betazed dalle colpe che erano state loro attribuite per quella storia.

Tuttavia... percepire la sofferenza di ciò che era rimasto di Erulen, vederlo lottare per tenere sotto controllo la sua parte Klingon, rendeva ingiusto per lei consegnarlo nelle mani di coloro che erano determinati ad ucciderlo a causa di colpe che non aveva commesso in prima persona. Allo stesso tempo era difficile negare l'evidenza: quell'uomo era un Klingon. Si stava forse lasciando coinvolgere in una questione che andava al di là del buon senso?

Non è mia intenzione chiederle di mentire rassicurò la collega, sincera: non era disposta ad ingannare i Klingon, pur di ottenere la sua vittoria. Voleva, sì, riconsegnare Erulen ai suoi cari, ma voleva farlo nel modo giusto, senza ulteriori sotterfugi. Ha ragione. ammise con un sospiro ... ho passato troppo tempo con Erulen e mi è difficile vederlo davvero come un Klingon. precisò, lanciando un'occhiata interrogativa alla collega Lei ha provato a parlargli?
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#12

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Come se desiderassi parlare a quel...!? Sbottò Seeth, per poi fermarsi senza completare la frase. Lasciar libero sfogo alla sua ira, per quanto sufficientemente la norma nella società klingon, non sarebbe stato adatto ad una diplomatica. Esattamente come chiamare Kaas 'mostro'. Per di più, la mezza klingon sapeva che Korinna aveva ragione: non aver provato nemmeno a parlargli era grave. Stava lasciando che l'odio, la rabbia e il più che giustificato desiderio di vendetta, oscurassero la sua capacità di giudizio. Il suo Io klingon provava il forte desiderio di punire Kaas per i suoi crimini. Il suo Io trill, pesantemente influenzato da Sef e dagli insegnamenti della madre, era invece quasi tentato di dargli una chance. Cosa doveva fare? Seeth si sentiva spaccata in due, divisa tra due mondi in opposizione tra loro.

Alzatosi dal suo posto, cominciò a camminare per il ristretto spazio dell'alloggio. Non è sufficiente che io le abbia offerto una via per salvare quel bast*ardo, devo anche... Si ritrovò a pensare, decisamente infastidita. ghuy', non sarei una diplomatica se non provassi nemmeno ad incontrarlo, vero? Completò il pensiero a voce, mentre si fermava davanti alla betazoide con l'espressione di una che stava dirigendo verso la sua condanna a morte. Doveva proprio farlo? Come klingon, la risposta era un no deciso, a meno che non avesse intenzione di ammazzare di botte l'uomo. Come diplomatica, era invece difficile rifiutare la richiesta di Korinna... non se aveva intenzione di trattare ancora con lei e Betazed. Sappia che c'è un'alta possibilità che io finisca per ammazzarlo. L'avvertì, seria. Non aveva intenzione di farlo, non con le sue mani, ma se si fosse trovata di fronte a Kaas al posto del previsto Erulen... beh, non poteva promettere di riuscire a mantenere il sangue freddo.
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#13

Korinna Suder

Betazoid

Korinna lasciò che la Klingon affrontasse le proprie turbolente emozioni, lasciandole tutto il tempo di cui aveva bisogno per razionalizzare la situazione e calmarsi. Non la seguì nemmeno con lo sguardo quando si alzò per ronzare nervosamente avanti e indietro per la stanza, ma non le sfuggì quel mezzo pensiero che aveva deciso di non condividere. Mi permetta di sottolineare una cosa... disse con voce calma ma ferma, mentre tornava ad alzare lo sguardo sull'altra donna. Non sto cercando una scappatoia per salvarlo. Kaas ha ucciso un mio connazionale e nessuno ha idea di quali sofferenze abbia dovuto patire il vero Erulen essendosi trovato suo malgrado in questa situazione. Ha disonorato migliaia dei suoi connazionali... e sicuramente i nostri sistemi giudiziari sono diversi: per i Klingon vige la pena di morte, per noi non è accettabile... ma un omicidio, la diffusione di sostanze illecite, aggravata dalle intenzioni di scatenare una guerra, non sono qualcosa che la Federazione è disposta a ignorare. insistette la betazoide.

Può considerare le nostre pene troppo leggere per la sua cultura, ma le norme civili che le regolano non sono diverse. precisò. Quello che sto dicendo è che ho parlato con l'uomo che tenete in custodia, ho percepito i suoi pensieri e le sue emozioni... e non è la stessa persona che ha commesso i crimini di cui stiamo parlando. aggiunse paziente. Forse quell'uomo mi ha ingannata, forse le premesse in base a cui lo stiamo condannando sono sbagliate. Onestamente non lo so, ma qualunque decisione verrà presa, ritengo dovrebbe essere condivisa, non un gioco di retorica, perché questi sono i valori fondanti della mia cultura: Betazed non accetterebbe alcun accordo ottenuto diversamente.
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#14

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Una parte di lei già aveva saputo che Korinna non stava cercando una scappatoia per salvare Kaas, ma fu comunque un sollievo sentirglielo sottolineare. Per quanto il risultato fosse lo stesso, in quanto la donna stava cercando di fare giudicare l'ex-klingon da un tribunale decisamente più permissivo e meno sanguinario del loro, la premessa cambiava. Non si trattava di un crimine nei suoi confronti e nei confronti di tutte le vittime di Kaas (compreso il vero Erulen) ma di una differenza culturale. Una differenza che lei, ahimè, era tenuta a considerare e valutare.

Non sono del tutto convinta che non si tratti della stessa persona. Disse, costringendosi a tornare a sedersi al suo posto in modo da non costringere l'altra ad alzare lo sguardo per guardarla. Non nego che ci sia la possibilità di un pentimento... ma quanto di questo pentimento è dovuto alla personalità di un morto? Non sono un medico né uno psichiatra, ma come facciamo a sapere se questo instabile equilibrio tra le due personalità reggerà? Per quanto ne sappiamo, tra qualche ora, giorno o mese potrebbe tornare ad essere Kaas... o impazzire a causa del conflitto tra le due personalità. Sinceramente non sono molto ottimista. Sono di parte, questo è innegabile, ma ho la forte convinzione che lei si stia facendo ingannare. Non tanto da Kaas, ma da sé stessa. Per quanto non fosse impossibile che Kaas stesse cercando di manipolare Korinna per salvarsi la vita, era decisamente improbabile. Non solo quella non era la via klingon ma c'erano anche da considerare le abilità telepatiche della betazoide. Quanto controllo mentale era necessario per ingannare un telepate? Seeth non era molto convinta che il suo connazionale fosse nelle condizioni di ingannare un bambino betazoide, altro che un'adulta esperta in tecniche telepatiche!

Proverò ad incontrare con lei Kaas prima di prendere qualsiasi decisione ma, come ho detto, non credo che la situazione sia così ottimistica come la vede. Era difficile pronunciare quelle parole, si sentiva come se stesse andando contro tutto ciò che per lei era importante, ma mettersi a spaccare cose e ignorare la situazione non avrebbe risolto nulla. Ah, quella era una di quelle situazioni in cui quasi desiderava essere un klingon purosangue... e un guerriero, al posto di una diplomatica. Quanti problemi si sarebbe evitata senza una voce della coscienza chiamata Sef e senza un lavoro che la costringeva ad ascoltare e trattare!

Quale sarebbe il destino di Kaa... Erulen, se venisse espatriato a Betazed? Che tipo di giustizia mi posso aspettare, considerando le sue particolari condizioni psicologiche? Domande dalla risposta non semplice, ma Seeth aveva bisogno di saperlo. Sarebbe riuscita a guardare negli occhi suo padre se avesse aiutato Korinna in quella pazzia? O sarebbe stato meglio rompere ogni possibilità di accordo con Betazed pur di ottenere la sua dovuta vendetta? Ah, quanto avrebbe voluto sfogare la sua frustrazione rompendo qualcosa!
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#15

Korinna Suder

Betazoid

Korinna osservò l'altra diplomatica tornare a sedersi, ma il nervosismo che percepiva da parte sua non sembrava ancora essersi placato. D'altra parte non si sarebbe aspettata diversamente, visti gli interrogativi che quell'intera situazione continuava a sollevare. Vorrei poterle rispondere senza alcuna ombra di dubbio rispose Korinna ... ma non posso. Nemmeno io sono un medico, conosco solo ciò che posso percepire... e al momento sento che quell'uomo non è Kaas. disse, perfettamente consapevole che non sarebbe stato sufficiente a convincere i Klingon a lasciare alla Federazione il compito di giudicare quell'uomo. Oltretutto, la betazoide non era del tutto certa che sarebbe stato effettivamente giudicato secondo i parametri federali: non aveva più saputo nulla del capitano Balint e dei suoi, ma era ragionevolmente sicura che, non appena avesse rimesso piede nella Federazione, sarebbero tornati a farsi sentire. Questo, ammettendo che non decidessero semplicemente di farlo sparire, come sembravano inizialmente voler fare.

Forse ha ragione. fu costretta ad ammettere forse ho messo in gioco talmente tanto che il mio bisogno di trovare un lieto fine per questa storia mi impedisce di riconoscere un criminale pur avendolo sotto il naso... non lo so. riconobbe Può darsi. Ma se così non fosse non mi perdonerei di non aver fatto tutto il possibile. spiegò mentre rifletteva sull'ultima e più spinosa domanda. Di una cosa può essere certa: i medici del mio pianeta sono le persona più qualificate che possa trovare per chiarire definitivamente le condizioni psicologiche di Erulen. Detto questo... non abbiamo molti criminali su Betazed. Credo dipenda tutto dalle sue condizioni: c'è una colonia penale su Darona dove sono rinchiusi alcuni individui particolarmente disturbati che hanno commesso crimini in passato. Ma data la rilevanza del caso, è anche possibile che finisca in una colonia penale federale: crediamo sia più produttivo che i criminali ripaghino la società con il loro lavoro che con la loro vita. disse, prendendosi un istante prima di aggiungere ho percepito il suo disappunto all'idea che possa essere liberato... e non sbaglia nel ritenere che una cosa del genere sarebbe possibile anche nel caso di Erulen. Quello che però vorrei fosse chiaro, è che non si tratta di un regalo, ma di una decisione che viene presa quando si ritiene che la persona non sia più nelle condizioni di ripetere il suo gesto. Se Erulen venisse giudicato anche solo in parte sotto l'influsso della personalità di Kaas, vedo difficile che venga percorsa questa strada.
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#16

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Più la conversazione andava avanti, più Seeth si sentiva a disagio. Aveva affermato in più di un'occasione, alla stessa betazoide di fronte a lei, che il suo coinvolgimento nella faccenda non sarebbe stato d'intralcio. Agli occhi dei klingon non lo era, in quanto ogni cittadino dell'Impero aveva il diritto e il dovere di ottenere onorevole vendetta in caso di torto... e, fino a quel momento, gli obiettivi suoi e quelli del suo governo erano coincisi. Il problema ora era che Korinna le stava chiedendo di risparmiare chi aveva fatto un grosso torto alla sua famiglia e all'Impero che aveva giurato di difendere. No, non è nemmeno quello il problema. Si corresse silenziosamente. Il problema è che, se solo non fossi così coinvolta, sarei d’accordo con lei.

Se c'è qualcuno che può accertarsi delle condizioni di Erulen, Ammise, costringendosi nuovamente ad usare il nome federale (che tanto percepiva errato) di Kaas. è indubbio che si tratti dei medici betazoidi. Quel punto era qualcosa che non poteva negare, in quanto la medicina klingon era parecchio indietro rispetto a quella federale... e non c'era nulla di meglio di una società di telepati per porre rimedio ad un problema psicologico dovuto ad una riscrittura della personalità. Voglio essere chiara. Come ho già detto, l'idea non mi piace. Per niente. Ciò che voleva veramente era sapere Kaas morto e poter dire a suo padre che lei aveva svolto un ruolo importante nel suo arresto. Non vorrei risparmiarlo, non sono nemmeno sicura di quanto io possa fidarmi della giustizia federale... ma è indubbio che la sua morte non chiuderebbe veramente la faccenda. Considerando la distribuzione della San nell'Impero, la faccenda non poteva essere tutta opera di un agente klingon non completamente in sé e di un inconsapevole contrabbandiere trill. Per quanto non le piacesse ammetterlo, anche Kaas puzzava di burattino manipolato.

ghuy', Imprecò, per poi finalmente arrendersi. per il momento incontriamo Kaas. Non ho modo di prendere una decisione senza parlargli personalmente. Non era sicura che non fosse una buona idea, non era nemmeno certa di riuscir a tenere a bada l'ira che provava nei suoi confronti. Probabilmente la cosa migliore sarebbe stata prendersi una pausa prima di incontrarlo, rompere qualcosa e sfogarsi nell'esercizio fisico, ma Seeth sapeva bene che era meglio cavalcare l'onda prima che... fosse finita per cambiare idea. Perché sarebbe stato molto più semplice per lei chiudere gli occhi e far finta di non sapere niente, attendendo senza intervenire la condanna a morte dell'uomo. Andiamo, prima che io cambi idea. Aggiunse, portando il suo pensiero a parole, mentre si alzava in piedi e attendeva che Korinna facesse altrettanto.
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#17

Korinna Suder

Betazoid

Quando la collega sottolineò che quell'idea non le piaceva, Korinna non poté che annuire: non solo l'aveva già percepito, ma comprendeva anche le motivazioni che la muovevano e non c'era niente che potesse obiettare al riguardo. La giustizia Federale è sicuramente diversa dalla vostra e non è perfetta, ma su di una cosa può essere certa: la Federazione è formata da decine e decine di pianeti diversi, ognuno con le proprie tradizioni, le proprie idee e le proprie leggi. Nei secoli abbiamo imparato ad ascoltare le convinzioni e le voci di tutti e se Erulen si troverà di fronte ad un tribunale federale, verranno comunque tenute in considerazione le convinzioni klingon in merito, come viene fatto nel caso di ogni controversia che coinvolga più di uno dei nostri mondi la rassicurò. Di questo Korinna era certa.

Quando Seeth si alzò, la betazoide di affrettò ad imitarla, muovendo nella sua direzione un lieve cenno di assenso. Andiamo convenne, trattenendo un sorriso felice che sapeva sarebbe apparso inappropriato data la situazione. Seguì la collega lungo i corridoi della nave fino alla cella dove da alcuni giorni Erulen si trovava rinchiuso. Ora che non era più sottoposto a continue attenzioni mediche, o forse per via della consapevolezza di ciò che rischiava, qualcosa in lui appariva diverso: appariva più vecchio, svuotato. Se ne stava ricurvo in un angolo della sua cella e, quando le due donne fecero il loro ingresso, drizzò faticosamente la testa con un'espressione sul volto che indugiava tra l'incerto e il preoccupato. Non disse nulla, aspettando che fossero le nuove arrivate a parlare, ma Korinna percepì un pesante senso di sconfitta in lui che sembrava permeare l'intera stanza.

Buonasera salutò Korinna, cordiale come al suo solito, per poi lasciare che fosse la collega a continuare il discorso: sapeva che la Rahnaz era ancora molto scettica riguardo all'intera situazione e l'ultima cosa che volva era darle l'impressione di stare imbeccando a Erulen le risposte giuste. Certo, volendo avrebbe potuto tentare di comunicargli telepaticamente ciò che ci si aspettava da lui e probabilmente ci sarebbe anche riuscita, ma sperava che la klingon le riconoscesse che era sufficientemente corretta da non farlo.
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#18

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Annuì alla rassicurazione di Korinna, consapevole che la donna diceva il vero: dai racconti di sua madre e dalle conoscenze tramandate dal simbionte Sef, Seeth si era fatta una certa idea dei rapporti tra i pianeti federali... e questa aveva diverse corrispondenze con quanto le era stato appena spiegato. Ciò non le rendeva più felice all'idea di consegnare Kaas alla giustizia federale, ma almeno un poco la consolava: qualunque fosse stato il verdetto degli esperti federali, l'Impero avrebbe comunque avuto una qualche influenza nel suo raggiungimento. Sempre che Seeth avesse veramente deciso di aiutare la betazoide in quella pazzia.

Mentre cercava di portare ordine tra i suoi pensieri e le sue emozioni, cercando di vedere la situazione in una luce meno personale e più obiettiva, Seeth fece strada a Korinna fino alla cella di Kaas. Nessuno cercò di fermarle, ma la mezza klingon poteva immaginare che i suoi superiori avrebbero presto ricevuto un rapporto sulla loro presenza nella zona detentiva. Per la precisione, sulla presenza del Console Suder e sul fatto che lei l'avesse accompagnata.

La prigionia aveva fatto un certo effetto su Kaas. Quando Seeth l'aveva visto in infermeria, loro ospite e non prigioniero, non era così patito e svuotato. Eppure la diplomatica klingon non riusciva a sentirsi veramente in pena per lui: quella non era un'ingiustizia ma la semplice conseguenza delle sue azioni. Era poi evidente che l'uomo non fosse ancora stato veramente sottoposto alle violenze tipiche delle carceri klingon. Era stato maltrattato, sì, ma Seeth poteva immaginare che la tortura fosse stato mantenuta al minimo indispensabile per evitare un peggioramento dell'incidente diplomatico. Lei era stata sollevata dall'incarico, ma non era certo l'unica diplomatica a bordo e i suoi colleghi, nel bene o nel male, avevano proseguito il suo lavoro.

Dopo il saluto di Korinna, Seeth non parlò immediatamente, lasciando che il suo sguardo e il suo silenzio facessero il loro effetto sul prigioniero. Qual è il tuo nome? Esordì infine, in una domanda che era semplice solo in apparenza. Ormai sapevano bene qual era il nome con cui l'uomo era nato, il problema era capire quale fosse il nome, l'identità, con cui più si immedesimava al momento: il delinquente klingon Kaas o il comandante federale Erulen?
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#19

Korinna Suder

Betazoid

Erulen rimase in silenzio per un lungo istante: non che non avesse sentito la domanda della klingon, ma la risposta era più complessa di quanto fosse in grado di fornire. Avrebbe di gran lunga preferito essere certo della risposta, qualunque essa fosse, che essere in quella condizione. Poteva percepire la propria parte klingon che cercava di riemergere, quel moto di orgoglio che, invece che rispondere alla domanda, voleva rivolgere una poco elaborata serie di insulti alle due donne... per la condizione in cui lo trattenevano, per il tradimento che l'Impero stava compiendo anche solo considerando l'idea di trattare con i Federali dopo tutto ciò che avevano fatto loro... per il modo ridicolo in cui lo trattenevano invece che porre fine alla sua vita, come avrebbero fatto se all'Impero fosse rimasto un po' di onore.

Allo stesso tempo una parte di lui sembrava ritenere pura follia tutti quei pensieri. Li osservava, quasi studiandoli da lontano con l'interesse di uno scienziato nei confronti di una cavia da laboratorio tenuta suo malgrado in una gabbia dalla quale non aveva modo di uscire. Vorrei poterle rispondere, ma temo sia l'unica domanda per la quale al momento non ho una risposta fu costretto ad ammettere. Non c'era rabbia nella sua voce, né scherno. Suonava più come una cupa rassegnazione per quella situazione in cui si era suo malgrado ritrovato. Perso tra due identità, senza realmente riuscire ad abbracciare nessuna delle due. Il suo sguardo passò dalla klingon alla betazoide. Console Suder, non ho avuto modo di dirglielo l'ultima volta che è stata qui... so di averla messa in una situazione spiacevole sia nei confronti del capitano T'Dal che verso la Federazione. Se può essere d'aiuto nel risolvere questo incidente diplomatico, farò ciò che ci si aspetta da un comandante della Flotta. promise, sapendo che Korinna non aveva bisgno che spiegasse nei dettagli ciò che intendeva.

Sarebbe sicuramente d'aiuto, sì... ammise Korinna senza tanti giri di parole ... ma lei è un ufficiale della Flotta né più né meno di quanto lo sono io al momento, quindi lasci stare gli eroismi e ci aiuti a capire con chi abbiamo a che fare. Quello che la collega vuole sapere è se ha recuperato i ricordi della sua identità klingon. puntualizzò la betazoide.

rispose l'uomo. In parte. Ci sono ancora diverse cose che mi risultano del tutto oscure e ho estesi vuoti di memoria in merito a ciò che ha preceduto il mio arrivo sulla Saratoga precisò. Approva le azioni che ha compiuto prima di diventare Erulen? lo incalzò Korinna. A quella domanda l'uomo parve esitare un istante. Molto probabilmente fu un istante di troppo, ma quella domanda apparentemente banale aveva scatenato qualcosa. Un moto d'orgoglio... sì, c'era sicuramente una parte di lui che considerava quella l'unica via possibile. Allo stesso tempo una parte di lui non riusciva nemmeno a concepire l'idea di uccidere un innocente per sostituirsi a lui, condannare alla dipendenza un'intera specie e cercare di causare un sanguinoso conflitto tra due potenze e il senso di colpa e di vergogna che provò al solo pensiero vinsero rapidamente sul disprezzo per le due donne e ciò che rappresentavano. No, non le approvo. rispose sincero.

Korinna rivolse un'occhiata alla collega. Sapeva che era una base un po' debole per sostenere che, al momento, non era Kaas quello che avevano davanti, ma allo stesso tempo sperava che la Rahnaz si rendesse conto che quello non era il comportamento di un klingon. Nemmeno di uno che stesse cercando di sfuggire alla giustizia.
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#20

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Ammettere di non essere in grado di rispondere è già di per sé una risposta. Commentò. Una parte di lei aveva sperato che l'uomo si proclamasse orgogliosamente Kaas, senza mostrare pentimento, oppure che mentisse dichiarando l'opposto nel tentativo di salvarsi dalla pena capitale. In entrambi i casi, Seeth si sarebbe sentita giustificata a voltargli le spalle e lasciarlo morire. Sempre che non l'avesse ucciso con le sue stesse mani in uno scatto d'ira. Invece, la sua risposta e la conseguente conversazione con Suder stavano rischiando di farle venire un bel mal di testa. Non le era necessario essere telepate per sapere che l'uomo era, con ogni probabilità, sincero. Sincero e rassegnato. Una parte di lei continuava a volerlo morto... ma cominciava anche a comprendere il punto di vista della collega betazoide. Quell'uomo non era Kaas, esattamente come non era Erulen.

Non ebbe evidenti reazioni all'occhiata lanciatagli da Suder ma, quando riprese a parlare, si rivolse al prigioniero con maggiore formalità. Un passaggio dal tu al Lei che voleva indicare la sua (reclutante) disponibilità a dargli una chance. Cosa pensa delle sue azioni per quanto riguarda la droga San? L'uomo aveva già detto di non approvare le azioni da lui precedentemente compiute, ma senza specificare quali. La sua domanda poteva sembrare crudele, ma erano tanti i crimini di cui Kaas si era macchiato agli occhi di un federale... e Seeth aveva bisogno di sapere quale fosse la sua posizione su uno specifico.
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