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#11

The trial never ends

Maec S'Lhoell Romulano

Mentre la betazoide parlava, tre nuove presenze si palesarono al di là della soglia. Tre menti protette da uno scudo emotivo fatto di ferrea disciplina. Romulani, senza dubbio. 
Una delle tre era particolarmente fredda e solida. Un'isola gelida nel mondo empatico protetta da alte scogliere di superiorità e disprezzo. Un luogo nel quale forse non sarebbe stato saggio avventurarsi...
Il trio si stagliò in controluce sulla porta. Era guidato da un alto romulano dai lineamenti affilati e dallo sguardo calmo e inquisitorio. Indossava la divisa delle forze armate romulane e i gradi di Comandante.
I suoi occhi chiari erano freddi, vitrei e penetranti. Aveva un portamento composto e marziale.  Si muoveva lentamente e con sicurezza come se lo spazio attorno a lui fosse di sua esclusiva proprietà, guardandosi attorno freddamente senza soffermarsi su niente e nessuno in particolare con una smorfia impercettibile.
La tensione di alcuni dei suoi sottoposti presenti crebbe, forse fu persino percettibile. Senza dubbio la sua figura rappresentava per chi lo conosceva una presenza autorevole e intimidatoria. Posò lo sguardo sulla betazoide mentre stava ancora parlando e la fissò, defilandosi insieme alla sua scorta nella penombra esterna della sala e ascoltando lì, in agguato fino a quando finì. Attese in silenzio, senza reagire in alcun modo prima che la sua voce si spegnesse. Fu allora che la sua si insinuò nel vuoto creatosi, come un gelido vento invernale attraverso un infisso difettoso, riempiendo lentamente ma inesorabilmente la sala con poco rumore e molto riverbero.
Una voce incredibilmente pacata,  ma al tempo pervasa da una mortifera e sinistra sicurezza.
"Un'offerta davvero generosa... accompagnata da riflessioni oltremodo opportune." Commentò serafico, venendo avanti lentamente per andare ad affacciarsi sulla discussione dal lato romulano del tavolo. Non ritenne necessario presentarsi prima di farlo, sembrava che reputasse già palese il suo preciso incastro nel contesto.
"Un'offerta deve molto alla credibilità con la quale viene presentata in effetti. Non avrei bisogno di documentarmi per sapere che una serpe è un animale inaffidabile e pericoloso... se ha già provato a mordermi, prima di scendere a più miti consigli." Scandì candidamente, accennando un sorriso impercettibile.
"Avete da dimostrare la vostra buona fede almeno quanto noi. Queste non sono insinuazioni, sono fatti. E reputo sedersi a un tavolo a discutere senza incaute minacce, o dichiarazioni di guerra poco ponderate un inizio molto promettente." Disse. Ironicamente, questa volta il tono sembrava sincero, seppur sornione e freddo quanto prima.
Restò in piedi alle spalle di Llair, composto con le sue guardie accanto a lui.
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#12

A soft answer turneth away wrath. Once wrath is looking the other way, shoot it in the head.

Llaiir s'Llweiir Romulana

Inclinò la testa di lato alla brusca reazione che i klingon ebbero alle sue parole. Forse era il punto di tutto quello, assicurarsi che prendessero le staffe e cominciassero ad attaccare la delegazione romulana dimostrando di non essere interlocutori in grado di essere attendibili... o forse era solamente un modo per soddisfare il sul spirito malevolo e punzecchiare in ogni modo possibile la delegazione klingon con la quale aveva a che fare.
Era difficile dirlo, quello che non era difficile fare era notare il gnigno che per qualche secondo comparve sul suo volto per tutta la durata della scena. Era profondamente compiaciuta e divertita della reazione, osservando prima la reazione dei due klingon  e poi quella della betazoide che, al momento, continuava ad essere la più pericolosa.
Per tutta la durata del complesso intervento della betazoide lei mantenne lo sguardo fisso su di lei, forse per studiarla o forse solo nella speranza che ciò potesse andare a distrarla abbastanza da farle perdere il controllo della delegazione klingon e quindi mandare a monte la trattativa non è nostra intenzione assicurò Llaiir alla minaccia che ciò potesse tramutarsi in una dichiarazione di guerra contro l'Impero Klingon.

Ascoltò in silenzio le trattative diolomatiche. Non era una diplomatica, aveva preso il comando di quella trattativa solo nel momento in cui era giunta la notizia che sarebbe arrivata anche una delegazione klingon ma lo aveva fatto semplicemente facendo valere la sua autorità, senza particolare attenzione per gli equilibri dell'accordo che i corpi diplomatici stavano in precedenza stipulando.
Accarezzò il tavolo al quale sedevano con la mano destra, tamburellando sulla sua fredda superficie metallica con indice e medio parole davvero curiose intervenne dopo i dubbi sollevati dalla betazoide gli unici ad aver minacciato di scatenare una guerra, di attaccare un'altra nave romulana e ad aver provato a distruggere questo pianeta sono stati i klingon le fa notare ed è avvenuto tutto nell'arco di poco tempo, ma immagino che sia il prezzo da pagare per una evoluzione cerebrale ingiustamente ingenerosa portò la sua attenzione verso la delegazione del popolo balduk andando ad assicurare avrete il pieno controllo sui sistemi d'arma che riceverete, non saranno in alcun modo controllabili a distanza.
Fino a quel momento era stata brava a nascondere le sue reali intenzioni tuttavia l'arrivo del romulano contribuì a far vacillare il suo scudo e il suo filtro emotivo. Non stava realmente considerando di consegnare una simile tecnologia al popolo balduk, con ogni probabilità il suo comportamento era dettato dalla volontà di ottenere fin da subito l'immediato supporto delle frange più militaristiche della colonia e di approfittare dello scontro recente con i klingon per dare risposta alle loro esigenze di sicurezza.

Non rispose alla guardia che era appena entrata e non rispose per il semplice fatto che di lì a poco un altro romulano fece il suo ingresso nella stanza. Ruotò leggermente la testa per andare ad inquadrare la porta quel tanto che bastava per poter osservare il suo interlocutore. Mantenne lo sguardo su di lui per diversi istanti andando a mordersi leggermente la lingua al momento del suo ingressso. Empaticamente, ancora una volta, la betazoide avrebbe potuto leggere, tutto sommato con meno difficoltà rispetto a prima, un vago sospetto e un certo fastidio.
Rivolse di nuovo la sua attenzione sulla betazoide e sui balduk abbiamo motivo di credere che sul pianeta siano presenti informatori o spie guardò per un secondo verso i klingon per osservare la loro reazione al momento abbiamo registrato un tentativo di intrusione nei nostri sistemi, tentativo non riuscito. Simili tentativi sono stati lanciati anche contro la rete difensiva del pianeta e contro il complesso governativo, probabilmente nel tentativo di sottrarre informazioni fece un momento di pausa al momento la fonte è ignota ma siamo pronti a fare tutto il necessario per trovare i responsabili
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#13

Korinna Suder

Betazoid

Korinna non conosceva le milizie romulane a tal punto da poter riconoscere i gradi sulle uniformi dei nuovi arrivati, ma non aveva bisogno delle proprie abilità per capire che i nuovi arrivati rappresentavano l'ennesimo problema in una situazione già sufficientemente complessa: non era certo il primo negoziato che si trovava ad affrontare, ma per quanto nutrisse un giusto grado di stima e rispetto nei confronti dei colleghi Klingon, la loro presenza al suo fianco in quel momento costituiva una sfida del tutto particolare.

Cos'è questa pagliacciata? sbottò il capitano Klaa, alzandosi all'improvviso per lanciare un'occhiata omicida nei confronti del nuovo arrivato. Korinna avrebbe tanto voluto sbattere la testa contro il muro: per quanto in genere apprezzasse il comportamento focoso dei colleghi, in quel momento era decisamente controproducente. E' evidente che state tramando qualcosa e cercate di scaricare la colpa su di noi. Ne abbiamo abbastanza! Se Balduk...! iniziò Capitano! lo interruppe bruscamente Korinna, balzando a sua volta in piedi, ma servì a poco: con la sua fisionomia minuta difficilmente sarebbe riuscita ad apparire minacciosa, specialmente per un Klingon che la superava in altezza di alcune spanne. La donna comunque non si lasciò intimidire e continuò ... se Balduk ritiene nel suo interesse trattare con i Romulani è libero di farlo, con tutte le conseguenze del caso gli ricordò, per poi rivolgersi all'ambasciatore di Balduk I Klingon sono un popolo guerriero e l'Impero di Qo'noS non teme la guerra, questo non dovrebbe essere nulla di nuovo. ricordò ai presenti ... conoscete la nostra offerta, ora cercate di prendere una decisione prima che i colleghi romulani inizino a mettere apertamente in discussione anche la vostra evoluzione cerebrale, perché a quel punto non penso saremo ancora disponibili a trattare. disse, sapendo che era l'unico modo in cui i Klingon avrebbero accettato di chiudere quella conversazione senza mettere mano alle bat'leth.

A quel punto anche Vixis si alzò in piedi io dico di andarcene subito e lasciare che i Romulani distruggano il pianeta sibilò la donna, guadagnandosi un'occhiata sconvolta da parte della betazoide, ormai convinta di poter contare almeno sul suo supporto. Evidentemente il profondo disprezzo che percepiva da tutte le parti in gioco aveva offuscato le sue percezioni al punto che non si era resa conto che i Romulani avevano tirato la corda più di quanto i Klingon fossero in grado di sopportare. Andiamocene. decise Klaa, apprestandosi a contattare l'Okrona per farsi teletrasportare nuovamente a bordo quando un romulano irruppe nella sala per riferire qualcosa a Llair.

Fu dopo aver ascoltato quanto riferito che l'ambasciatore di Balduk ritenne fosse giunto il proprio turno di alzarsi in piedi nessuno se ne va di qui finché non avremo chiarito questa situazione decise, facendo segno alle guardie di trattenere i Klingon, se necessario. Il capitano Klaa si guardò attorno con l'espressione di chi era pronto a staccare la testa a chiunque si fosse avvicinato, se necessario. Capitano, sono certa che Balduk prenderebbe come un segno di buona volontà da parte nostra se non creassimo ulteriori problemi suggerì Korinna mentre il suo sguardo passava dal capitano all'ambasciatore, posandosi poi su Llair e Maec nel tentativo di leggere i loro pensieri: per quanto potessero essere addestrati a distogliere l'attenzione e sommergerla con le emozioni più dolorose che erano in grado di evocare, Korinna era una telepate esperta e ne aveva avuto abbastanza di tutte quelle accuse e mezze verità.

... quindi mettetevi d'accordo e uno dei due mi dia qualcosa. Non è necessario che sia vero, anche se vi converrebbe visto che non c'entrate Tongue
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#14

The trial never ends

Maec S'Lhoell Romulano

Incrociò con sufficienza lo sguardo omicida rivolto alla sua persona e accennò un mezzo sorriso ferino. Sembrava estremamente divertito dal loro comportamento e al tempo stesso si sentiva perfettamente al sicuro e a suo agio. Non disse nulla e lasciò che litigassero tra loro, seguendo le loro le loro parole con la stessa espressione che avrebbe avuto guardando un gruppo di animali nel loro habitat naturale durante una peculiare interazione vagamente umanizzata.
Era a questo che stava pensando quando Korinna si girò verso di loro e colto di sorpresa non riuscì a bloccare immediatamente la sua intrusione.
Come presagito, la sua mente sarebbe stata per lei un luogo molto inospitale in cui provare a entrare. Fu come ritrovarsi al centro di una stanza buia, con una voce fuori campo che sussurrava commenti nella criptica lingua rimulana, lì dove non c'era nessun traduttore ad aiutarla. Le parole erano indecifrabili ma il tono era inequivocabilmente piacevolmente sorpreso, divertito e sprezzante mentre contemplava l'immagine dei Klingon che litigavano. Il suo senso di superiorità nei loro confronti era lapalissiano, non li reputava minimamente degni di attenzione. Provava repulsione per loro e i suoi sensi potenziati gli permettevano di percepire chiaramente il loro odore, che sembrava reputare estremamente sgradevole.
Di tanto in tanto occhieggiava verso la donna romulana accanto a lui e Korinna percepì l'urgenza di parlarle in privato di qualcosa di importante. Non una cosa personale, a giudicare dallo scarso coinvolgimento emotivo, ma molto impellente. Le emozioni che provava osservando e ascoltando la bionda erano di soddisfazione e approvazione per il suo comportamento. A pelle, sembrava che gli piacesse, forse la trovava anche attraente, ma al momento erano sensazioni estremamente marginali e ben confinate.
Era ben addestrato. I suoi pensieri non vagavano e mettevano a fuoco una cosa per volta, focalizzandosi prima su quelle futili e tenendo volutamente lontane e sfocate le informazioni importanti. Sembrava sapere molto precisamente come funzionasse un'intrusione mentale, forse era un telepate... vedendo com'era organizzata la sua psiche, forse le sarebbe venuto il dubbio.
Ne avrebbe avuta la certezza poco dopo, quando il suo sguardo avrebbe preso un piglio metallico incrociando il suo e la sua mente si sarebbe svuotata all'improvviso di ogni pensiero o sensazione. Senza alcun preavviso, una barriera di dolore avrebbe fatto per invadere la sua mente travolgendo ancbe anche la betazoide intrusa. Il romulano si era concentrato nel modo più vivido possibile sui ricordi del suo primo addestramento per resistere alle torture e in particolare all'annegamento. L'acqua che copriva il viso e le vie aeree impedendogli di respirare normalmente e causando una sensazione di annegamento imminente... i polmoni che iniziavano a immagazzinare acqua, la tosse convulsa nel disperato tentativo di rimuoverla con il solo risultato di irritare dolorosamente la gola e far lacrimare gli occhi, il soffocamento crescente dei sensi, una paura primordiale sempre più incontrollata e la perdita di lucidità che sfociava presto nel panico e in un opprimente senso di impotenza e vulnerabilità.
"Fuori... "  . L'avrebbe sentito pensare gelido, con un moto di rabbia e disprezzo crescenti causato da quello che era probabilmente per un romulano l'oltraggio supremo. Un tentativo di violare il suo più intimo santuario... la sua mente.
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#15

Korinna Suder

Betazoid

Nell'esatto istante in cui Korinna sfiorò la mente del romulano, capì che recuperare qualche informazione non sarebbe stato né facile, né divertente: di solito le menti degli umanoidi erano come un libro aperto per lei e la vera difficoltà consisteva nel tenere lontani i loro pensieri per poter concedere il giusto spazio alle loro parole. I pensieri dello sconosciuto, al contrario, rimanevano elusivi, come se fossero ad un passo da lei, eppure troppo lontani per poterli afferrare. Era la prima volta che le capitava di non riuscire a decifrarne il significato. Perfino le menti dei vulcaniani, con la loro elegante e rigorosa architettura, non erano tanto complesse da navigare. Certo... T'Dal e Mestral erano cari amici e nessuno dei due era infastidito dal suo contatto telepatico. Lo accettavano come un interessante costrutto culturale da studiare, non certo da allontanare... era forse la prima volta che si trovava di fronte qualcuno attivamente impegnato a tenerla alla larga dai propri pensieri. Il disprezzo, il dolore che in quella mente sembravano avvolgere ogni cosa la costringevano a concentrarsi per combattere l'istinto di allontanarsi. Solo la determinazione di mettere fine a quel gioco crudele che i due romulani stavano giocando le dava la forza di insistere per cercare di violare quella mente apparentemente impenetrabile.

Non riuscì tuttavia a cogliere molto più di qualche sensazione che avrebbe potuto cogliere anche senza le sue abilità prima che anche quelle deboli percezioni svanissero all'improvviso, sostituite dall'immagine di atroci torture, realistiche fin nei minimi dettagli. Korinna fu colta di sorpresa e si ritrovò a tossire violentemente, annaspando in cerca di aria per qualche secondo. Korinna? grugnì la Klingon in un misto di rabbia e preoccupazione: non si sarebbe sorpresa se qualcuno dei presenti avesse cercato di avvelenarli in qualche modo. Sapeva che la betazoide era la più fragile tra loro e sicuramente la prima che avrebbe manifestato i sintomi.

Sto bene... la rassicurò Korinna, rivolgendo contemporaneamente un'occhiata seccata al romulano. Contemporaneamente si avvinghiò con forza alla mente di lui, in modo che non potesse sbatterla fuori se non lacerando la sua stessa psiche. No. rispose telepaticamente ... voglio informazioni e sono disposta a fare a pezzi la sua mente per ottenerle. Che ne dice di ricominciare questa conversazione da persone civili? bluffò. Le sue abilità telepatiche erano sicuramente sufficienti per fare ciò che aveva promesso, ma le sue abilità empatiche la stavano già mettendo a dura prova: causare dolore di proposito feriva lei molto più che la vittima. Il Romulano, comunque, non era l'unico ad aver affrontato un addestramento militare e anche se quello della Flotta Stellare non era stato altrettanto rigido, Korinna poteva resistere abbastanza da rendere vagamente credibile la propria minaccia. Perché orchestrare questo attacco informatico? chiese, sapendo che se avessero voluto la tecnologia delle armi di Balduk avrebbero potuto prenderla in modo più discreto e che, allo stesso tempo, non erano realmente interessati ad un'alleanza con il pianeta: perché perdere tempo a screditare i Klingon se non li consideravano un degno avversario? Quell'intera trattativa era assai più confusa di quanto le piacesse.
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#16

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Llaiir s'Llweiir Romulana

Osservò la scena con piglio piuttosto divertito. Era difficile dire se stesse provocando i klingon, perché era chiaro che li stesse provocando volontariamente, solo perché voleva vedere la loro reazione o per dimostrare qualcosa alla popolazione del popolo Balduk della colonia, fatto stava che mantenne per tutta la durata dell'evento gli occhi sul capitano della nave klingon.
Lo sguardo si spostò per un momento sull'altra klingon e sulla betazoide, per poi piegare verso la delegazione Balduk e, in particolare, verso i rappresentanti delle forze armate e, soprattutto, dell'intelligence del pianeta avete notato quella rabbia primitiva e quella sua istintiva bestialità? il tono, seppur malevolo, lasciava trasparire una vaga soddisfazione I klingon possono essere un'attrattiva interessantissima lo sguardo tornò sul capitano, parlando sempre in direzione degli uomini del pianeta ogni zoo romulano dovrebbe averne almeno un paio la massima espressione della diplomazia romulana.

Osservò brevemente la betazoide e Maec, occhieggiando prima su uno e poi sull'altro senza però intervenire. Era concentrata sulla conversazione con i klingon e, soprattutto, con il popolo Balduk. Anche per quel motivo la maggior parte delle sue energie mentali erano concentrate altrove. In quel momento la betazoide avrebbe potuto percepire una certa incertezza sugli eventi che si stavano susseguendo. Era difficile dire se l'incertezza fosse derivante dal comportamento dei klingon, da quello dei balduk o da altro ma, fatto stava, che era cominciata ad affiorare in lei nel momento in cui, poco prima dell'arrivo dell'altro romulano, una guardia si era avvicinata a lei per dirle qualcosa.
Accarezzò la superficie del tavolo metallico con l'indice e il medio della mano destra, riflettendo sulle parole dell'ambasciatore, quasi nemmeno notando le guardie che si stavano occupando di riportare a più miti consigli il capitano non vi ho accusati di nulla fece notare loro se vi avessi accusato ora non sareste più qui a parlare.
Tornò a guardare la delegazione Balduk siamo pronti a condividere i dati, il tentativo di intrusione è stato notato per caso e sembra essersi originato prima dell'arrivo della delegazione klingon abbassò la mano sul proprio fianco in modo da andare a prendere il suo equivalente romulano del datapadd.
C'era altro che stava o voleva dire, la betazoide era in grado di percepirlo chiaramente tuttavia qualcosa la fermava, forse la presenza dell'altro romulano o forse era solo la volontà di vedere la reazione della delegazione Balduk e, soprattutto, dei klingon prima di scoprire tutte le informazioni in suo possesso.
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#17

The trial never ends

Maec S'Lhoell Romulano

Sorrise freddo e beffardo fissando la betazoide quando iniziò a tossire a causa delle sensazioni che aveva trasmesso alla sua mente, soddisfatto di constatare che almeno temporaneamente ne fosse uscita.
Quando tentò di rientrarvi, Korinna percepì prima di qualsiasi altra cosa sorpresa. Evidentemente era convinto di essere stato sufficientemente dissuasivo.
A seguito della sorpresa, sopraggiunsero una rabbia cocente e un disprezzo indicibili. Erano sentimenti molto intimi e personali, lo avrebbe percepito.
Probabilmente avrebbe potuto prevederlo, considerando l'importanza della privacy per un romulano.
Al suo dire telepatico tuttavia, corrispose un moto di cupo divertimento.
"Qui, davanti a tutti? Sei sicura di riuscire a farlo prima che sveli ai nostri ospiti i tuoi metodi di condurre una trattativa?"
Le chiese la voce mentale con cadenza beffarda.
"Potrebbero non essere contenti di scoprire che forse hai tentato di manopolare le loro reazioni...che dici, lo scopriamo?" La provocò la voce nella sua testa, mentre opponeva la sua forza mentale a quella della betazoide accettando lo scontro mentale. I suoi toni erano insidiosi, accompagnati da una convinzione di aver ragione che mirava a fiaccare le sicurezze della rivale e indebolire la sua offensiva cercando i punti più fragili.
"Comunque non posso che ammirare la tua drasticità i tuoi sotterfugi... i Klingon sanno di accompagnarsi a una persona così poco onorevole?" Le chiese telepaticamente sornione, mentre iniziava a sudare e a socchiudere gli occhi per cercare di resistere mentre tentava di tenere qualsiasi informazione utile lontana dalla sua mente.
La betazoide sentì poi una debole risata beffarda nella sua testa.
"Orchestrare? Dopo che voi avete cercato di distruggerli e state continuando a fare di tutto per mandare a monte spontaneamente le vostre trattative? Sopravvaluti molto la nostra considerazione di voi, se ci credi così preoccupati dei goffi tentativi dei tuoi amici di parlare senza sfidare qualcuno a un duello mortale o dichiarare guerra a un paio di nazioni..."Disse mentalmente. Sembrava sincero. Sembrava sul punto di dire altro ma tacque. Forse era stato anticipato sul tempo dalla bionda romulana.

(18-09-2023, 08:28 PM)Aster Ha scritto:  
The trial never ends

Maec S'Lhoell Romulano

Sorrise freddo e beffardo fissando la betazoide quando iniziò a tossire a causa delle sensazioni che aveva trasmesso alla sua mente, soddisfatto di constatare che almeno temporaneamente ne fosse uscita.
Quando tentò di rientrarvi, Korinna percepì prima di qualsiasi altra cosa sorpresa. Evidentemente era convinto di essere stato sufficientemente dissuasivo.
A seguito della sorpresa, sopraggiunsero una rabbia cocente e un disprezzo indicibili. Erano sentimenti molto intimi e personali, lo avrebbe percepito.
Probabilmente avrebbe potuto prevederlo, considerando l'importanza della privacy per un romulano.
Al suo dire telepatico tuttavia, corrispose un moto di cupo divertimento.
"Qui, davanti a tutti? Sei sicura di riuscire a farlo prima che sveli ai nostri ospiti i tuoi metodi di condurre una trattativa?"
Le chiese la voce mentale con cadenza beffarda.
"Potrebbero non essere contenti di scoprire che forse hai tentato di manipolare le loro reazioni...che dici, lo scopriamo?" La provocò la voce nella sua testa, mentre opponeva la sua forza mentale a quella della betazoide accettando lo scontro mentale. I suoi toni erano insidiosi, accompagnati da una convinzione di aver ragione che mirava a fiaccare le sicurezze della rivale e indebolire la sua offensiva cercando i punti più fragili.
"Comunque non posso che ammirare la tua drasticità i tuoi sotterfugi... i Klingon sanno di accompagnarsi a una persona così poco onorevole?" Le chiese telepaticamente sornione, mentre iniziava a sudare e a socchiudere gli occhi per cercare di resistere mentre tentava di tenere qualsiasi informazione utile lontana dalla sua mente.
La betazoide sentì poi una debole risata beffarda nella sua testa.
"Orchestrare? Dopo che voi avete cercato di distruggerli e state continuando a fare di tutto per mandare a monte spontaneamente le vostre trattative? Sopravvaluti molto la nostra considerazione di voi, se ci credi così preoccupati dei goffi tentativi dei tuoi amici di parlare senza sfidare qualcuno a un duello mortale o dichiarare guerra a un paio di nazioni..."Disse mentalmente. Sembrava sincero. Sembrava sul punto di dire altro ma tacque. Forse era stato anticipato sul tempo dalla bionda romulana.
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#18

Korinna Suder

Betazoid

Il delegato di Balduk osservò la romulana, evidentemente seccato dalla piega che stava prendendo la situazione: nonostante il loro attacco fosse fallito, Balduk sapeva che l'Impero Klingon avrebbe potuto rivelarsi un nemico pericoloso e l'intento di quel negoziato non era certo giocare con il fuoco. Avevano solo sperato di poter ottenere condizioni migliori con i Romulani se fossero stati presenti anche i Klingon, ma cominciava ad essere evidente come avessero sottovalutato le forze in gioco. Avevano dalla loro una tecnologia superiore a quella di entrambi gli imperi, ma erano pur sempre un singolo pianeta, che difficilmente sarebbe sopravvissuto ad un attacco portato in forze. Il modo in cui la romulana aveva descritto i loro ospiti Klingon, tuttavia, riuscì a strappargli un mezzo sorriso. Forse era eccessivo descriverli come degli animali e sicuramente non avrebbe dovuo ridere... ma vista la situazione apprezzò l'ironia.

Il capitano Klaa, al contrario, era di tutt'altro avviso. Fortunatamente gli erano sfuggite le parole della romulana, altrimenti la situazione sarebbe degenerata ancora più rapidamente. Ne ho abbastanza di questi giochetti! Parli chiaro o questo negoziato finisce qui. sbottò, rivolgendosi alla donna quando lei decise di sostenere che non avevano mosso alcuna accusa.

Nel frattempo, la betazoide era impegnata altrove. Disprezzo, rabbia, forse anche sorpresa erano le emozioni predominanti nella mente del romulano e nessuna di queste era particolarmente piacevole da percepire. Tuttavia Korinna ne aveva avuto abbastanza del modo in cui gli avversari stavano conducendo quella trattativa e non era disposta a cedere. Le parole del romulano, tuttavia, furono se possibile ancora più difficili da digerire. Korinna non era certo cresciuta nell'Impero Klingon e secondo i valori con i quali si era formata e nei quali in fondo ancora credeva, Maec aveva ragione. Non era quello il modo di condurre un negoziato, non era ciò che suo padre le aveva insegnato, né un modo di utilizzare le sue abilità che il popolo di Betazed avrebbe considerato accettabile. C'era una ragione se non si infiltravano senza permesso nella mente di qualunque alieno incontrassero sulla loro strada e, mentre quel pensiero si insinuava nella mente di Korinna, la donna poté percepire il romulano sfuggire in parte alla sua presa. Ma sebbene avesse intuito cosa intendeva fare e la ragione delle sue parole, la betazoide poteva percepire anche la sua sofferenza; la determinazione con la quale stava cercando di proteggersi non era diversa dalla furia cieca di un animale messo in gabbia.

Quando aveva perso di vista i propri valori al punto da arrivare a manipolare i suoi stessi colleghi e utilizzare le sue abilità per ferire qualcuno? Non rispose alle provocazioni del romulano, ma quello non solo non era un modo onorevole per ottenere informazioni, non era nemmeno giusto. Cautamente allentò la presa sulla mente del romulano, lasciando che lui si rintanasse nuovamente dietro al suo muro di disprezzo. Tuttavia, prima di allontanarsi, era abbastanza certa di aver colto un fondo di sincerità nelle ultime paole di Maec. Mano a mano che lasciava andare il suo controllo sul romulano e cominciava a percepire di nuovo tutti gli altri presenti nella sala, si rese conto che anche nelle parole dell'altra romulana sembrava esserci un inaspettato fondo di verità.

Vixis, nel frattempo, si era messa in posizione di guardia: avevano lasciato le armi prima di entrare nella sala, ma se speravano di liberarsi di loro avrebbero presto scoperto che l'arma più letale su cui un Klingon poteva contare, era semplicemente se stesso. Capitano, penso dovremmo ascoltare i colleghi romulani si intromise Korinna, ricevendo occhiate incredule dai Klingon presenti. Ho l'impressione che ne sappiano quanto noi riguardo a questo tentativo di intrusione precisò, spostando la sua attenzione verso le menti dei delegati di Balduk per cercare di scoprire se fosse stata opera loro. Questa volta, tuttavia, si limitò a sfiorarle appena per accogliere ciò che avrebbero spontaneamente condiviso, più che tentare di estorcere loro informazioni.
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#19

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Llaiir s'Llweiir Romulana

Poteva comprendere come il diplomatico del popolo Baduk non fosse esattamente contento di come stessero andando le cose per il suo popolo. Malgrado avesse fatto di tutto e anche di più per provocare i klingon, Llaiir sapeva perfettamente come i padroni di casa non avessero la minima intenzione ne la necessità di doversi unire a lei in quella improbabile battaglia diplomatica.
Desideravano strappare la migliore offerta alle parti senza, possibilmente, inimicarsi del tutto l'altra. Con ogni probabilità la romulana aveva raggiunto ormai il limite della fastidiosità che poteva mantenere per evitare di danneggiare le relazioni con il popolo del pianeta.
Tornò ad osservare la delegazione klingon mantenendo lo sguardo fisso su di loro per svariati secondi, valutando le loro reazioni in silenzio, mantenendo la mano destra appoggiata sul tavolo metallico e la sinistra bassa, nascosta alla vista per via del tavolo.
Ruotò leggermente lo sguardo in modo da andare ad inquadrare l'altro romulano che, fino a quel momento, era rimasto silenzioso e che aveva generato una vaga sensazione di fastidio in Llaiir. Mantenne il suo sguardo su di lui per diversi istanti prima di riportarlo nuovamente sulla delegazione nella attesa che il romulano comunciasse a parlare per illustrare loro i recenti sviluppi.

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#20

The trial never ends

Maec S'Lhoell Romulano

La battaglia mentale lo aveva distaccato un po' dalla realtà. Il suo sguardo era rimasto fisso sul tavolo per qualche secondo mentre si difendeva dall'assalto della donna. Si era chiuso in sé stesso dietro alte mura psichiche e aveva perso percezione del momento presente.
Sospirò improvvisamente al brusco termine del confronto. I suoi occhi tornarono presenti e reattivi e si riscosse un poco senza scomporsi. Il suo sguardo era più stanco rispetto a poco prima, come se si fosse costretto a leggere un centinaio di pagine di un libro in pochi minuti.
Il suo viso fu attraversato da un'ombra di cupa soddisfazione, sotto la quale gli occhi glaciali lampeggiarono di un baluginio di divertimento quando realizzò che la betazoide si stesse ritirando. Quale che fosse la verità, lui era assolutamente convinto che fosse unicamente merito suo, una sua vittoria.
Sollevò lo sguardo, andando a incrociare quello della bionda che lo stava fissando. Restò interdetto, ancora cercando di raccapezzarsi e ritrovare la sua collocazione nello spazio e nel tempo. Poi la guardò intensamente. Aveva qualcosa da dirle, ma non l'avrebbe fatto lì, davanti a tutti.
Andò quindi a richiamare dalla sua memoria a breve termine le ultime parole della conversazione che le sue orecchie a punta avevano registrato senza che le informazioni potessero intaccare la sua concentrazione. La sua voce era nuovamente roca per il silenzio prolungato.
"Come stavamo dicendo... nel difendervi, avete dato una dimostrazione di forza che non è passata inosservata agli occhi della galassia. Al punto che ben tre nazioni hanno deciso di mandarvi le loro delegazioni...  e solo due si sono disturbate a passare dalla porta principale." Disse stoico, con una smorfia impercettibile a metà strada fra il sarcasmo e il disappunto.
"Naturalmente condivideremo con voi le prove e le informazioni che siamo riusciti a ottenere... e alla luce di queste, vi inviterò a riflettere in merito alla vostra posizione. Comprendo perfettamente il vostro desiderio di neutralità e indipendenza, ma i popoli della galassia sono molti e variegati... " Scandì con calma, mantenendo la sua postura marziale.
"Alcuni, come vi proverò, sono più inclini al furto e alla violenza che al dialogo..." Disse soave. Probabilmente ogni menzione ai Klingon sarebbe stata frutto della loro fervida immaginazione.
"Temo che sia utopico sperare che tutti rispettino il vostro seppur legittimo diritto di esistere come pianeta libero e al tempo stesso possedere una tecnologia in grado di mettere in difficoltà la flotta Klingon... " Commentò candidamente.
"Senza le spalle forti di un alleato in grado di vigilare efficacemente e con forza per voi, queste intrusioni potranno solo farsi più frequenti e più violente."Disse, schietto e con disarmante tranquillità. Aveva studiato molto per imparare a recitare la sua parte di "semplice" rappresentante del comando centrale romulano e finalmente aveva l'occasione di mettere a frutto quelle competenze.
Per quanto i romulani avessero dieci volti, venti complotti e cento intenti ciascuno, nessuno di essi era trascurato o superficiale nelle loro complesse trame. Neppure la diplomazia.
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