26-02-2024, 09:10 PM
Per @@Les
It's nice to have a family.
Carol Marcus Umana
Mi trovavo nell'ufficio medico dell'Enterprise, un po' nervosa, ma cercando di mantenere la compostezza che mi contraddistingue. Avevo chiesto un incontro con il dottor McCoy, avendo bisogno di conferme su una questione piuttosto personale che mi riguardava molto da vicino.
«Carol, ho i risultati qui» disse McCoy, guardandomi con un'espressione che non riuscivo a decifrare. «Sei incinta. Congratulazioni.»
Il mondo sembrò fermarsi in quel momento. Incinta. Il bambino di James T. Kirk. Il mio cuore batteva all'impazzata, e per un attimo mi lasciai andare alla paura, all'incertezza. Poi, come sempre, la mia indole combattiva prese il sopravvento. Non ero tipo da lasciarmi abbattere dalle difficoltà, e questa non sarebbe stata l'eccezione, anche se un misto di emozioni mi travolse. Sorpresa, gioia, ma anche ansia per il futuro.
«Grazie, questo cambia molte cose» risposi, con un sospiro.
McCoy annuì, appoggiando le mani sul tavolo. «Lo so, Carol. E so anche chi è il padre. Devi parlargliene?»
«Sì, devo farlo» dissi, più a me stessa che a lui «Sarà un shock, ma... è giusto che lo sappia. Ho solo una domanda. Come dovrei dirlo a Jim?» la domanda uscì prima che potessi trattenerla. McCoy si passò una mano sulla fronte, chiaramente a disagio.
«Carol, non sarà facile, ma sono sicuro che troverai il modo giusto per dirglielo. Se hai bisogno di parlare, o di qualsiasi cosa, sai dove trovarmi ed eventualmente puoi parlare con Joanna, mia figlia.» mi rassicurò McCoy con un tono sincero misto a compassione, che apprezzai molto in quel momento. Rimasi in silenzio per un lungo momento e fu allora che McCoy, con quella sua consueta saggezza e comprensione, offrì il suo supporto in un modo che non mi aspettavo. «Se hai bisogno di aiuto per parlare con Jim, o dopo aver parlato con lui, sono qui per te. So che questa è una situazione delicata, e se vuoi, posso esserci anch'io quando glielo dirai. A volte, avere un amico vicino può fare la differenza.» disse gentilmente.
La sua offerta mi colpì profondamente. La gentilezza e la disponibilità del dottor McCoy mi ricordarono che, nonostante la mia tendenza a essere autosufficiente e a non lasciarmi facilmente abbattere dalle difficoltà, non ero sola. Avevo degli amici, delle persone su cui potevo contare e in quel momento, la gratitudine per la presenza di McCoy nella mia vita fu immensa.
Uscendo dall'ufficio medico, mi sentivo come se il peso del mondo fosse sulle mie spalle, ma anche con una nuova determinazione. Dovevo affrontare James, era l'unico modo. Decisi che il luogo migliore per una conversazione del genere sarebbe stato il giardino botanico dell'Enterprise. Era un posto tranquillo, isolato dai rumori e dalle attività frenetiche della nave, un luogo dove potevamo parlare senza interruzioni.
Invitai James a incontrarmi lì quella stessa sera. Non gli dissi il motivo, ma sapevo che la curiosità lo avrebbe portato a non mancare e mentre aspettavo, cercai di organizzare i miei pensieri, di prepararmi a ogni possibile reazione. Non era facile prevedere come avrebbe preso la notizia, ma sapevo che dovevo fare ciò che era giusto. Non solo per me, ma anche per il bambino e, naturalmente, per Jim.
«Carol, ho i risultati qui» disse McCoy, guardandomi con un'espressione che non riuscivo a decifrare. «Sei incinta. Congratulazioni.»
Il mondo sembrò fermarsi in quel momento. Incinta. Il bambino di James T. Kirk. Il mio cuore batteva all'impazzata, e per un attimo mi lasciai andare alla paura, all'incertezza. Poi, come sempre, la mia indole combattiva prese il sopravvento. Non ero tipo da lasciarmi abbattere dalle difficoltà, e questa non sarebbe stata l'eccezione, anche se un misto di emozioni mi travolse. Sorpresa, gioia, ma anche ansia per il futuro.
«Grazie, questo cambia molte cose» risposi, con un sospiro.
McCoy annuì, appoggiando le mani sul tavolo. «Lo so, Carol. E so anche chi è il padre. Devi parlargliene?»
«Sì, devo farlo» dissi, più a me stessa che a lui «Sarà un shock, ma... è giusto che lo sappia. Ho solo una domanda. Come dovrei dirlo a Jim?» la domanda uscì prima che potessi trattenerla. McCoy si passò una mano sulla fronte, chiaramente a disagio.
«Carol, non sarà facile, ma sono sicuro che troverai il modo giusto per dirglielo. Se hai bisogno di parlare, o di qualsiasi cosa, sai dove trovarmi ed eventualmente puoi parlare con Joanna, mia figlia.» mi rassicurò McCoy con un tono sincero misto a compassione, che apprezzai molto in quel momento. Rimasi in silenzio per un lungo momento e fu allora che McCoy, con quella sua consueta saggezza e comprensione, offrì il suo supporto in un modo che non mi aspettavo. «Se hai bisogno di aiuto per parlare con Jim, o dopo aver parlato con lui, sono qui per te. So che questa è una situazione delicata, e se vuoi, posso esserci anch'io quando glielo dirai. A volte, avere un amico vicino può fare la differenza.» disse gentilmente.
La sua offerta mi colpì profondamente. La gentilezza e la disponibilità del dottor McCoy mi ricordarono che, nonostante la mia tendenza a essere autosufficiente e a non lasciarmi facilmente abbattere dalle difficoltà, non ero sola. Avevo degli amici, delle persone su cui potevo contare e in quel momento, la gratitudine per la presenza di McCoy nella mia vita fu immensa.
Uscendo dall'ufficio medico, mi sentivo come se il peso del mondo fosse sulle mie spalle, ma anche con una nuova determinazione. Dovevo affrontare James, era l'unico modo. Decisi che il luogo migliore per una conversazione del genere sarebbe stato il giardino botanico dell'Enterprise. Era un posto tranquillo, isolato dai rumori e dalle attività frenetiche della nave, un luogo dove potevamo parlare senza interruzioni.
Invitai James a incontrarmi lì quella stessa sera. Non gli dissi il motivo, ma sapevo che la curiosità lo avrebbe portato a non mancare e mentre aspettavo, cercai di organizzare i miei pensieri, di prepararmi a ogni possibile reazione. Non era facile prevedere come avrebbe preso la notizia, ma sapevo che dovevo fare ciò che era giusto. Non solo per me, ma anche per il bambino e, naturalmente, per Jim.