TFB la forza della diplomazia
#21

Korinna Suder

Betazoid

Korinna mosse un cenno di assenso in risposta al ringraziamento della collega per indicarle che non intendeva causarle problemi. Le successive parole della donna la colsero totalmente di sorpresa: erano mesi ormai che viveva assieme ai Klingon, ma nulla le aveva lasciato intendere che ciò che ora Seeth le stava descrivendo potesse esistere. Aspetta… i klingon hanno degli agenti di intelligence? chiese incredula, mentre percorrevano i corridoio verso una parte della nave alla quale non era autorizzata ad accedere. Ciò che in quel momento percepiva da parte della collega le lasciava intendere che stesse dicendo il vero. E io che pensavo di avere ormai imparato a conoscervi! esclamò quasi divertita. Gli alieni sembravano essere particolarmente timorosi delle abilità della sua specie, ma il fatto che in mesi non fosse riuscita nemmeno a sospettare di un simile aspetto della loro cultura, lasciava intendere quanto quelle preoccupazioni fossero del tutto inutile.

Korinna fece un altro paio di passi al seguito della collega, poi si fermò: ti ricordi che non sono autorizzata ad accedere a questa sezione, vero? Forse è meglio che ti aspetti qui. Nel frattempo posso provare ad ipotizzare dove abbiano rinchiuso i prigionieri.propose.
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#22

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Era riuscita a sorprendere Korinna. In un'altra situazione avrebbe potuto esserne orgogliosa, ma al momento aveva troppe questioni per la testa. Abbiamo anche medici e ambasciatori. Le fece notare. La società klingon è più variegata di quanto possa sembrare dall'esterno. Professioni che non richiedono il buttarsi in prima linea e tagliare teste vengono disprezzate, ma sono necessarie e quindi esistono. L'Impero non potrebbe sopravvivere senza persone come noi. Senza ambasciatori come lei e Korinna, anche il minimo incidente diplomatico avrebbe portato alla guerra. Senza medici come G'Vera, molti guerrieri sarebbero morti per le ferite riportate. Ed infine, senza agenti di Intelligence, a quell'ora l'Impero sarebbe stato messo a soqquadro dalle operazioni romulane (e magari anche della Sezione 31). I tradizionalisti potevano pensare quello che volevano, ma quelle figure erano tutte fondamentali per l'Impero.

Mm... Alle successive parole di Korinna, si fermò anche lei e le lanciò un'occhiata tra il pensieroso e il sospettoso. Quanto dici è vero ma, se necessario, posso prendermene la responsabilità. Non prendertela male ma, dopo quanto mi hai proposto, non son sicura di essere pronta a lasciarti uscire dal mio campo visivo. Poteva fidarsi di Korinna? Solo un quarto d'ora prima avrebbe detto di sì, ora non ne era poi così certa. Negli ultimi mesi aveva imparato a considerarla un'amica, e ancora adesso la considerava tale, ma era indubbio che la betazoide avesse valori differenti dai suoi. Seeth dubitava che sarebbe bastato toglierle gli occhi di dosso perché lei mettesse in pericolo la Kal'Ruq, ma sinceramente non intendeva scoprirlo.

E cosa avrebbe proposto? Intervenne una voce divertita. Seeth si voltò giusto in tempo per vedere una klingon sbucare dal punto in cui il corridoio curvava. Un'imprecazione attraversò la sua mente mentre la riconosceva. Erano lì per incontrarla, ma non era quello il modo con cui avrebbe voluto iniziare la conversazione. In momenti come quello, quasi era gelosa delle abilità di Korinna. Comandante Nivalli. La salutò. Avremmo bisogno di parlarle sulla missione in corso.

Problemi con gli zeellai o col nostro capitano? Domandò Nivalli, per niente turbata dal fatto che Seeth non avesse risposto alla sua precedente domanda. Ciò la portò a chiedersi quanto della loro conversazione fosse stata registrata. Nivalli non era telepatica e Seeth dubitava che il loro incontro fosse stato casuale. Non le piaceva l'idea che l'Intelligence potesse tenerle d'occhio ma, fin tanto fosse riuscita a portarla dalla loro parte, ci avrebbe potuto convivere. Entrambi. Rispose dunque, sincera ma senza dilungarsi. Per spiegazioni ulteriori, preferiva attendere che fossero almeno entrate nella sezione della nave di competenza dell'Intelligence.

toH!* Esclamò Nivalli, apparentemente entusiasta della cosa. Le piaceva così tanto mettere i bastoni tra le ruote a Khemara? In cosa esattamente si stava andando a cacciare? Mi segua, Rahnaz. Nivalli proseguì, per poi rivolgersi a Korinna: Lei cosa preferisce fare, diplomatica Suder? Se vuole, posso prestarle uno dei miei uomini per aiutarla ad identificare la posizione dei prigionieri.



*toH: esclamazione che può significare "Bene", "Allora" o "Aha".
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#23

Korinna Suder

Betazoid

Alle parole della Klingon, Korinna fu costretta ad assentire: secondo la logica che qualunque cosa non fosse legata al combattimento non facesse parte della loro cultura, anche medici ed ambasciatori sembravano di troppo. Volendo essere particolarmente pignoli si sarebbe potuto notare come quelle discipline non avevano raggiunto il livello di sofisticazione presente in altre culture, o che l'esistenza di un'intelligence era a tutt'altro livello rispetto a pratiche come la medicina, ma non avrebbe dovuto esserne così sorpresa, specialmente perché lei stessa era una diplomatica e, pur appartenendo ad una cultura molto lontana, era bene o male stata accettata nell'equipaggio.

La successiva diffidenza di Seeth era genuina e forse non del tutto immeritata: Korinna sapeva di avere la tendenza a non guardare in faccia nessuno quando riteneva di stare facendo la cosa giusta e se questo poteva funzionare quando era lei ad avere il comando della situazione, si rivelava un problema nelle altre situazioni se devo accoltellarti perché ti fidi di me, dillo chiaramente ribatté la betazoide, sufficientemente sicura riguardo all'addestramento marziale ricevuto dalla Flotta Stellare da non temere uno scontro diretto nemmeno con una klingon ben allenata.

L'arrivo di Nivalli, tuttavia, non lasciò a Seeth modo di ribattere e dalle sue parole era chiaro che la nuova arrivata sapesse più di quanto avrebbe dovuto. Da quel poco che Korinna aveva avuto modo di apprendere dalla collega, non fu particolarmente sorpresa di scoprire che Nivalli conosceva non solo il suo nome ma anche cosa facesse a bordo. Quello che l'aveva lasciata interdetta era, piuttosto, che lei al contrario non era arrivata nemmeno a concepire l'esistenza di quella sezione. Certo, non si era impegnata a studiare una per una le menti a bordo, né le era interessato farlo, ma aveva sempre creduto che si sarebbe resa conto in tempo di una potenziale minaccia e una sezione di intelligence bene organizzata rientrava sicuramente in quella categoria.

Forse era solo un test, forse la comandante si stava divertendo all'idea di essere riuscita a fargliela sotto al naso, ma il fatto che avesse lasciato a lei decidere cosa fare la metteva in una situazione spinosa: entrare in quella sezione avrebbe violato un ordine diretto del comandante, ma tornare a lavorare sulla posizione dei prigionieri avrebbe significato mettere in discussione l'autorità di Seeth, che era il suo diretto superiore e chiaramente la voleva tenere sott'occhio. Da diplomatica, ed ex capitano, Korinna sapeva apprezzare il valore di una partita ben giocata … vedo che la situazione qui è già in buone mani. rispose, per poi rivolgersi all'altra klingon Seeth, con il tuo permesso accetterei l'offerta di aiuto per identificare la posizione dei prigionieri. rispose, passando metaforicamente la palla alla collega come era giusto che fosse.

quindi sostanzialmente "toH", vuol dire "toh!" Laugh *se la ride allegramente*
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#24

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Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Seeth non sapeva bene cosa pensare dell'offerta di Korinna. Da una parte, era segno di come la betazoide si stesse integrando nell'equipaggio: in una cultura guerriera come quella klingon, era indubbio che il modo migliore per conoscere una persona fosse combatterci contro. Dall'altra, una parte di lei - quella composta dalle memorie e dalle personalità dei precedenti ospiti di Sef - trovava accoltellare gli altri un pessimo modo per ottenere la loro fiducia. Un'ambivalenza di pensiero che forse era simile a ciò che provava Korinna da quando si era unita all'Impero: non doveva essere semplice, per una persona cresciuta coi valori della Federazione, abituarsi a quelli klingon. Seeth si era ripromessa di aver pazienza e aveva creduto di essere in grado di affrontare qualsiasi difficoltà che i differenti valori di Korinna avrebbero causato, ma forse si era sopravvalutata. Ora non era il caso ma, una volta risolta la crisi con gli zeellai, avrebbe accettato l'offerta dell'amica e avrebbe combattuto contro di lei. Non per ribadire il proprio onore, ma per cercare di comprenderla meglio.

Conto su di te, allora. Diede il via libera a Korinna. Non era del tutto a suo agio nel lasciare la betazoide nelle mani dell'Intelligence, ma quantomeno era certa che non avrebbe fatto qualche azzardo. Non con un agente a fiatarle sul collo. Ti raggiungo appena avrò finito di spiegare la situazione al comandante Nivalli. Aggiunse, mentre seguivano la klingon in questione all'interno dell'area controllata dal dipartimento di Intelligence. ...e avrò parlato col capitano, immagino. Quello era qualcosa che avrebbe volentieri evitato, se ne avesse avuto la possibilità. Contattare il capitano dopo aver parlato con Nivalli significava schierarsi apertamente contro di lui. Si sarebbe di certo beccata una lavata di capo, ma era sempre meglio dell'alternativa. Perché non dubitava che Khemara avrebbe sterminato gli zeellai se avesse saputo ciò che sospettavano.

A quel pensiero, ne seguì un altro.
Forse Korinna e lei non erano poi così diverse. Entrambe avevano scelto di scavalcare il capitano per il bene degli zeellai. La proposta di Korinna poteva esserle sembrata inaccettabile, ma era anche vero che era frutto di un'incompleta conoscenza dei giochi di potere sulla Kal'Ruq. Se non ci fosse stata l'opzione dell'Intelligence Imperiale, probabilmente Seeth l'avrebbe appoggiata.

Purtroppo non era il luogo né il momento per fare quel tipo di riflessioni, così tornò a concentrarsi sul presente. Scambiò due parole di cortesia con Nivalli poi, quando un agente giunse per accompagnare Korinna alla sala di analisi, seguì la klingon nel suo ufficio.

Comandante, durante la trattativa sul pianeta abbiamo riscontrato degli elementi di rischio che richiederebbero un intervento mirato. Spiegò. Ciò che abbiamo sono ragionevoli ipotesi, non certezze, ma temo sarebbero sufficienti a provocare una reazione militare se gestite da un diverso dipartimento. C'è la possibilità infatti che gli zeellai...

Ahaha, non l'avevo notato. Laugh
Comunque cosa facciamo? Saltiamo in avanti?
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#25

Korinna Suder

Betazoid

Quando Seeth acconsentì a lasciare che si occupasse di localizzare i prigionieri, Korinna mosse un rispettoso cenno di assenso in direzione della collega. Aveva ormai capito che nonostante l'apparenza scontrosa la mezza klingon era una persona ragionevole e a parte qualche divergenza di opinione su questioni tecniche sapeva che entrambe ambivano allo stesso obiettivo: raggiungere la soluzione migliore per tutti. La betazoide rimase quindi pazientemente in attesa finché furono raggiunte da un klingon sulla cinquantina che Korinna era ragionevolmente sicura di non aver mai incrociato prima. Di qua grugnì lui, facendo strada verso una postazione dove erano presenti alcuni computer. Korinna raggiunse il terminale, sotto lo sguardo attento dell'uomo. Sarebbe più efficiente se mi desse una mano. fece notare la betazoide, mentre recuperava nuovamente le mappe del pianeta dal sistema.

Il klingon parve esitare: i suoi ordini erano di tenere d'occhio l'aliena e segnalare qualunque cosa potesse sembrare sospetto… o utile. Era da quando la betazoide era entrata ufficialmente nell'equipaggio che la stavano tenendo d'occhio a debita distanza e se all'inizio era sembrata solamente una minaccia per la sicurezza e un rischio non necessario, con il tempo avevano cominciato a pensare che le sue abilità, opportunamente sfruttate, avrebbero potuto costituire una risorsa per l'Intelligence. Il comportamento della donna, tuttavia, era insolito per gli standard di un klingon e non erano ancora riusciti realmente a decifrare cosa la muovesse o concordare sulla sua effettiva utilità a bordo. Cosa sta cercando, esattamente? si informò l'uomo, decidendo che in ogni caso acconsentire alla sua richiestanon avrebbe causato problemi.

Ci sono dei Klingon su quel pianeta. Sappiamo che sono tenuti prigionieri da qualche parte, stiamo cercando di estrapolare dove... spiegò lei, evidenziando sul computer ampie aree della superficie. L'area è troppo ampia... dobbiamo trovare un modo per restringerla nel caso fossimo costretti a recuperare i prigionieri... per via non esattamente diplomatica.

Sì, dai! Un po' di azione! Uhm... Thinking facciamo che i prigionieri klingon riescono a fuggire, causando un'esplosione sul pianeta che rileviamo anche noi dall'orbita? Poi magari li ri-catturano, ma io e Tizio possiamo intuire che forse c'entra con i prigionieri, perché viene da una delle aree che abbiamo isolato. A quel punto possiamo decidere di scendere a dare un'occhiata non ufficiale. L'unica cosa è che al momento io non ho accesso ai sensori, ha più senso che qualcuno informi Nivalli dell'esplosione e procediamo da lì. Se hai altre idee salta pure.
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#26

Victory is not achieved if an Empire is destroyed in order to win a war, and it is not failure if a battle is backed away from in order to preserve an Empire.

Seeth Rahnaz Mezza Klingon

Nivalli incrociò le braccia. Quindi, ricapitolando: gli zeellai non stanno trattando perché desiderano un accordo. Stanno prendendo tempo. O perché qualcuno li sta sostenendo, o perché hanno un asso nella manica.
Esatto. Rispose Seeth. Non sembrano temere la risposta dell'Impero. La domanda è: perché?
L'ipotesi di un supporto esterno sembra plausibile. Ma chi rischierebbe di schierarsi apertamente contro l'Impero Klingon? Analizzò Nivalli. La Federazione? Non è il loro stile. I Romulani? Possibile, ma non senza un tornaconto.
Non abbiamo dati sufficienti per stabilirlo. Ammise Seeth. Ed è per questo che sono venuta da lei. Se fossi andata direttamente dal capitano, i militari sarebbero intervenuti prima di avere un quadro completo.
Quindi vuole che l'Intelligence scopra cosa stanno nascondendo, senza allertare la catena di comando.
Voglio evitare un massacro inutile.

Era la verità. Nonostante le loro divergenze, su una cosa era perfettamente d'accordo con Korinna: non aveva intenzione di permettere il genocidio degli zeellai. Altri avrebbero potuto sostenere che se l'erano andata a cercare, ma Seeth non aveva intenzione di darsi per vinta. C'era ancora un margine d'azione. Gli zeellai potevano non fidarsi di loro, potevano star tramando contro l'Impero, ma non avevano ancora varcato quella linea che avrebbe reso la situazione irrimediabile. Sarebbe stato difficile, ma potevano ancora salvarli. Per farlo, però, non sarebbero bastate solo lei e Korinna: serviva il supporto dell'Intelligence.

Prima che Nivalli potesse rispondere, ci fu il caratteristico squillo di un comunicatore. Per un attimo Seeth temette che il capitano la stesse cercando, poi si rese conto che non era stato il suo comunicatore ma quello di Nivalli a squillare. Comandante, qui plancia. Poté sentire, quando la donna rispose. Abbiamo appena rilevato un'esplosione sulla superficie del pianeta. Un'esplosione? Quella notizia non le piaceva, per niente. Ho capito, arrivo. Rispose Nivalli, per poi chiudere la comunicazione prima che Seeth potesse carpire qualche altra informazione.

Se c'è stata un'esplosione, è meglio che venga anch'io in plancia.
Non è necessario. Fu la risposta di Nivalli. Raggiunga la sua collega nella sala di analisi, le farò inviare tutte le informazioni lì.
Quella sì che era una sorpresa. Quindi potremo contare sul suo supporto?
Mi occuperò io del capitano. Confermò Nivalli. Ma sia chiaro, se le indagini rivelassero che gli zeellai sono una minaccia per l'Impero...
Farò in modo di fermarli prima che si arrivi a quel punto.
Lo spero.
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#27

Korinna Suder

Betazoid

Erano riusciti a restringere di molto il numero di aree in cui potevano essere detenuti i prigionieri, ma trattandosi di estrapolazioni statistiche rimaneva una certa percentuale di errore, senza contare che era difficile valutare quale di quelle posizioni fosse più adatta a rinchiudere delle persone. Una delle zone che avevano individuato era una vecchia miniera, ufficialmente in disuso a causa di un incidente che aveva fatto collassare uno dei tunnel, ma visto che le ultime rilevazioni della superficie risalivano a diverso tempo prima, rimaneva l'eventualità che nel frattempo fossero state fatte delle riparazioni… o al contrario, che l'intero condotto fosse collassato. Un'altra era immediatamente adiacente all'edificio in cui si era tenuta la riunione con il Consiglio... la vicinanza sarebbe stata senza dubbio pratica per tenerli sotto controllo e portare loro del cibo... ma scegliare di tenere l'incontro così vicino al luogo in cui erano detenuti aveva davvero un senso? Considerando che per quanto ne sapevano gli zeellai avrebbero potuto decidere di scendere con una squadra armata fino ai denti invece che due rappresentanti della sezione diplomatica, sembrava un azzardo troppo grande. Forse erano stati un po' troppo ottimisti nel pensare di poter semplicemente ipotizzare la posizione degli ostaggi.

Korinna stava indugiando su quel pensiero, quando percepì qualcosa che catturò la sua attenzione: un senso di urgenza, tensione generale… era successo qualcosa. Fu proprio in quell'istante che la porta della sala di analisi si aprì alle loro spalle. Cos'è successo? si informò Korinna, prima ancora di veder comparire Seeth nella stanza. Il klingon alzò lo sguardo, rivolgendo uno sguardo torvo in direzione della nuova arrivata: non aveva niente in particolare contro Seeth, quell'espressione accigliata era semplicemente il modo in cui era solito manifestare la propria confusione.
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