L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.

Elan Torak Cardassiano
Erano passati diversi giorni da quando Torak aveva contattato Ailam nella speranza di poter scoprire qualcosa che lo aiutasse a meglio comprendere la gravità della situazione. Purtroppo, nei giorni che erano seguiti il suo primo tentativo di contatto, non aveva avuto alcuna occasione per tentare di nuovo: nonostante i Romulani si fossero dimostrati apparentemente cordiali con lui, qualcosa gli dava la netta impressione che lo stessero osservando. Ogni volta che si chinava per lavorare sul proprio motore, poteva quasi percepire gli sguardi insistenti degli assistenti che cercavano di allungare l'occhio sul suo lavoro. Perfino la sera, quando tornava nel suo alloggio, aveva spesso la sensazione di essere seguito. Che fosse solamente paranoia? Difficile a dirsi, vista la situazione. In ogni caso il suo istinto, affinato all'epoca in cui ogni parola rischiava di finire nelle mani dell'Ordine Ossidiano, gli suggeriva fosse meglio non correre rischi.
In quei giorni il lavoro era stato intenso e frenetico, per recuperare il tempo perso a causa dell'incidente avevano lavorato spesso per ore senza sosta, in condizioni non esattamente ideali. Ogni problema richiedeva loro soluzioni nuove e creative per poter far fronte ai limiti dei fondi stanziati per il progetto... e senza i momenti che era solito passare con Sorren la sera per alleviare la tensione dopo il lavoro, Elan stava cominciando ad accusare una certa stanchezza. Pessima cosa considerata la situazione: sebbene il supervisore non avesse più insistito per parlare con lui dopo il giorno in cui lo aveva richiamato assieme a Sorren per il loro ingresso non autorizzato nel laboratorio, ogni volta che la incrociava per caso nell'attraversare le varie stanze o i corridoi, sentiva lo sguardo della donna puntato su di sé.
Fu solo dopo giorni di tensione o, forse, proprio a causa di essi, che alla fine Elan si decise a lasciare nuovamente il proprio alloggio per recarsi in quello stesso bar di cui aveva già hackerato i sistemi. Per la seconda volta, con estrema prudenza, si infilò all'interno della centrale operativa del servizio automatizzato e da lì avviò le routine di controllo per isolare un canale, criptarlo e indirizzare una nuova chiamata verso l'ufficio di Ailam, sperando di trovarlo ancora al lavoro.
In quei giorni il lavoro era stato intenso e frenetico, per recuperare il tempo perso a causa dell'incidente avevano lavorato spesso per ore senza sosta, in condizioni non esattamente ideali. Ogni problema richiedeva loro soluzioni nuove e creative per poter far fronte ai limiti dei fondi stanziati per il progetto... e senza i momenti che era solito passare con Sorren la sera per alleviare la tensione dopo il lavoro, Elan stava cominciando ad accusare una certa stanchezza. Pessima cosa considerata la situazione: sebbene il supervisore non avesse più insistito per parlare con lui dopo il giorno in cui lo aveva richiamato assieme a Sorren per il loro ingresso non autorizzato nel laboratorio, ogni volta che la incrociava per caso nell'attraversare le varie stanze o i corridoi, sentiva lo sguardo della donna puntato su di sé.
Fu solo dopo giorni di tensione o, forse, proprio a causa di essi, che alla fine Elan si decise a lasciare nuovamente il proprio alloggio per recarsi in quello stesso bar di cui aveva già hackerato i sistemi. Per la seconda volta, con estrema prudenza, si infilò all'interno della centrale operativa del servizio automatizzato e da lì avviò le routine di controllo per isolare un canale, criptarlo e indirizzare una nuova chiamata verso l'ufficio di Ailam, sperando di trovarlo ancora al lavoro.