TFB Chiacchiere al timeless bar a San Francisco
#41

The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.

Nikola El-Auriano

Mi sentii sollevato dalla risata scherzosa di Korinna e del fatto che avesse messo la mano sulla mia spalla in maniera amichevole sulla mia. Il suo incoraggiamento riuscì a scacciare un po' dell'ansia che stavo provando davanti a tutte quelle console e comandi. La sua presenza accanto a me mi faceva sentire meno solo e mi faceva ricordare che, nonostante la complessità di tutto ciò, alla fine si trattava solo di imparare qualcosa di nuovo.
«Come osi? Chiaramente non distruggerò niente» dissi fintamente offeso, per poi aggiungere «Farò del mio meglio per non far a pezzi nulla» risposi ridendo, trovando conforto nell'atmosfera leggera e giocosa che si era creata.
Ascoltai attentamente quando Korinna spiegò il sistema di coordinate tridimensionale e come impostare la rotta nel computer. Aveva ragione, sembrava più semplice una volta spiegato in modo chiaro. Sorrisi quando mi disse che avrei potuto confermare i dati e io annuii, sicuro di me mentre seguivo le sue istruzioni. Era incredibile quanto potesse essere coinvolgente questa simulazione! La mappa della Galassia che Korinna proiettò davanti a noi mi fece sentire una piccola parte di un'immensa realtà: non che io non lo pensassi già da prima, ma visto così ne avevo la certezza.
Quando mi chiese come fossi finito a New Vulcano, le sorrisi. «È una storia un po' strana, in effetti, ma cerco di semplificato. Mi ci sono trovato dopo un lungo viaggio, forse un po' casuale, dopo poco tempo la sua creazione, o forse è meglio dire fondazione. Ne approfittai per creare un bar, simile al Timeless ma più adatto ad un palato vulcaniano, ma i vulcaniani non sono esattamente... espansivi come noi; così ben presto sono tornato a casa. È un posto che ho imparato ad apprezzare in ogni caso, nonostante le sue particolarità. Devo ammettere che il clima vulcaniano è... affascinante, per mancanza di un termine migliore.  E, ammetto, non sono proprio abituato a temperature così calde.»
Osservai attentamente quando Korinna mi spiegò come dare energia ai motori e come uscire dal molo. La sua mano a bloccare la leva era un punto di riferimento rassicurante mentre iniziavo a muovere i controlli con più fiducia. Mentre guardavo l'immagine dello spazio sullo schermo, mi sentii come se stessi davvero pilotando una nave stellare. Seguendo le sue istruzioni, iniziai ad aumentare la potenza ai motori.
Quando mi diede il suo bacio di incoraggiamento sulla guancia, feci un sorriso gentile. «Grazie» dissi con gratitudine. Poi, con un respiro profondo, cominciai a guidare la nave stellare fuori dal molo. Sentivo l'emozione crescere dentro di me mentre la nave iniziava a muoversi: era un'esperienza straordinaria, e mi sentivo davvero parte di qualcosa di più grande. Ora potevo capire cosa provavano i cadetti che si mettevano alla guida per la prima volta! Chissà se valeva ogni vsempre.
Concentrato sullo schermo davanti a me, seguivo le istruzioni e cercavo di mantenere la mia mano ferma sulla leva. Era una sensazione unica, sentire la nave rispondere ai miei comandi: probabilmente, se avessi avuto voglia di cambiare ramo, potrei prendere in considerazione l'accademia.
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#42

Korinna Suder

Betazoid

Korinna cercò di visualizzare un equivalente del Timeless su un pianeta come Vulcano: non era una grande esperta di Vulcaniani, ma, nel corso degli anni, ne aveva avuto qualcuno come collega ed era stato sufficiente a far sì che a quel pensiero le sfuggisse una risata allegra. Non riusciva ad immaginare come Nikola avrebbe potuto raccogliere storie e dispensare consigli tra un gente tanto legata alla propria privacy e che tendeva a prendere decisioni basandosi esclusivamente su ragionamenti razionali dopo una accurata analisi dei fatti immagino non sia il posto migliore per il tuo modello di business rispose divertita, mentre osservava l'el-auriano cimentarsi con un tentativo di uscire dal molo.

Purtroppo la simulazione non era accurata solo dal punto di vista di Nikola. Korinna dovette sforzarsi per ricordare a se stessa che non si trovavano su una vera nave e non intervenire quando la mano inesperta di Nikola li portò un po' troppo vicini ai piloni di attracco, ma trattenne comunque il fiato per qualche istante, osservando nervosamente i dati sulla console di navigazione che indicavano la distanza dagli oggetti circostanti. Fu solo quando la nave virtuale fu ormai lontana da qualunque oggetto contro cui potesse impattare che riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Siamo ancora vivi! annunciò sorpresa, puntando un dito verso l'indicatore di rotta. Adesso devi metterti in rotta. La freccia ti indica la direzione che hai impostato. Funziona come... hai presente cos'è una bussola? chiese devi far virare la nave finché l'indicatore non si allinea con la barra verticale. spiegò, ricontrollando alcuni dei parametri sulla console. E adesso abbiamo anche la curvatura. Imposta un fattore cinque: non ricordo a che velocità viaggiano queste vecchie navi, ma sospetto che se andassimo a velocità maggiori rischieremmo una lunga serie di problemi tecnici che non vogliamo dover risolvere... puntualizzò la donna, lasciando che Nikola trovasse da solo il campo in cui inserire l'informazione.

Appena in rotta puoi impostare il pilota automatico... spiegò, indicando il comando che escludeva la modalità manuale. le altre console sono meno divertenti, ma posso spiegarti anche quelle disse, invitandolo a prendere posto alle comunicazioni.
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#43

The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.

Nikola El-Auriano

La risata di Korinna mi fece sorridere e annuire. Aveva ragione, immaginare il Timeless su un pianeta come Vulcano sembrava un'idea alquanto stravagante. «Sì, suppongo che i Vulcaniani non siano esattamente il mio target di clienti, sarebbe difficile riuscire a convincerli a raccontare storie mentre bevono qualcosa di più forte di un tè caldo» dissi ridendo leggermente, anche se sapevo che stavo generalizzando e non era un bene «Ma, sai, credo che in fondo a tutti piaccia avere un posto dove condividere storie e consigli, anche se magari non lo ammettono apertamente e tantomeno con un perfetto sconosciuto. Ho visto che in generale, esistono dei locali come bar e ristoranti, perciò... in qualche modo c'è socialità.»
Guardai attentamente il display mentre cercavo di seguire le istruzioni di Korinna per uscire dal molo. Sentivo l'adrenalina scorrere attraverso di me mentre muovevo i controlli, sperando di evitare eventuali incidenti. La sua reazione di sollievo quando finalmente allontanammo la nave dai piloni di attracco fu condivisa anche da me, che ero teso, ma non volevo darlo a vedere. «Sì, sembriamo ancora interi. Non male per essere la prima volta.» commentai con un sorriso.
Ascoltai attentamente quando la betazoide spiegò come impostare la rotta e come far virare la nave. La sua analogia con una bussola mi aiutò a capire meglio il concetto, confermai che sapevo di cosa stesse parlando e cominciai a manovrare con attenzione per allineare l'indicatore di rotta con la barra verticale. Le sue parole sul fattore di curvatura mi fecero sorridere. «Va bene, eviterò di spingere troppo la nave. Non vorrei rischiare di dover affrontare problemi tecnici, anche se credo che sia un rischio del mestiere» dissi allegramente, intanto feci quello che mi aveva chiesto ed ero tentato di fare un errore così per farla innervosire di proposito - lo avrebbe fatto poi? - ma non era il caso, non in quel momento.
Seguii le sue istruzioni per impostare il pilota automatico una volta in rotta. Mi sentivo sempre più coinvolto in questa esperienza, come se davvero stessi pilotando una nave stellare. Quando mi invitò a prendere posto alle comunicazioni, mi avvicinai con curiosità. «Certo, spiegami anche quelle. Mi piace imparare tutto ciò che riguarda il funzionamento di queste navi, così almeno riesco a capire per bene quando voi ufficiali mi raccontate le cose» dissi con entusiasmo, pronto ad assorbire ogni dettaglio che mi avrebbe condiviso. Era incredibile quanto potessi imparare in così poco tempo, grazie a Korinna e a questa simulazione coinvolgente.
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#44

Korinna Suder

Betazoid

Curioso affermò Korinna, sorpresa di apprendere che anche i Vulcaniani potessero amare la socialità come i comuni mortali provenienti dagli altri pianeti ... allora cos'è che non ha funzionato? Come mai hai deciso di tornare qui sulla Terra? chiese. Per Korinna era evidente che nonstante Nikola considerasse quella di New Vulcano un'esperienza positiva, sembrava preferire di gran lunga San Francisco. Certo, l'aria dell'oceano e il clima in generale erano decisamente migliori rispetto a New Vulcano, ma dubitava che sarebbero stati sufficienti a convincerlo a tornare, se davvero si fosse trovato bene altrove.

L'entusiasmo con cui Nikola si rese conto di non aver distrutto niente solleticò vagamente il desiderio di Korinna di aumentare il livello di difficoltà... ma doveva ammettere che con un po' di aiuto, un po' di fortuna e un po' di abilità se l'era effettivamente cavata bene ben fatto! convenne l'unica cosa... ti prego, se mai ti venisse in mente di provarci con una nave vera, passa per un addestramento serio. lo avvertì, prima di fargli strada verso la console delle comunicazioni. Comunque no... di solito distruggere la nave non rientra nei rischi del mestiere, ci addestrano a fare il possibile per tenerla intera, in realtà. scherzò.

Korinna attese che l'el-auriano prendesse posto alle comunicazioni, poi iniziò a tamburellare sul computer, attivando i comandi principali. D'accordo, allora... come prima: diagnostica e stato. disse, indicandogli il tasto che si trovava esattamente nella stessa posizione rispetto alla console del timoniere. Subito una serie di indicatori cominciarono a lampeggiare freneticamente ok, queste sono le chiamate in entrata disse, aprendo l'elenco ... come vedi sono identificate da codici: livello di priorità, eventuali codici aggiuntivi, sorgente disse, scorrendo la lista i messaggi prioritari arrivano sempre in alto, sto cercando... aspetta... disse, scrollando la lista senza realmente leggere quello che vi compariva ecco, questo disse, indicando un messaggio che iniziava con un codice numerico questo è un codice della Flotta, in questo caso ti indica che questo messaggio è riservato per gli ufficiali superiori, quindi necessiterà del loro codice di identificazione per poter essere ricevuto. Quest'altro, invece... disse, mostrando un messaggio che appariva di un colore diverso potrebbe essere un messaggio da una stazione civile, un messaggio privato... o qualche codice non federale. L'unica cosa che puoi fare per cercare di capire di cosa si tratta è guardare la provenienza. Se viene da un pianeta solitamente è qualcuno che tenta di contattare familiari a bordo o qualche avamposto scientifico che chiede rifornimenti... arrivano spesso richieste del genere. spiegò, mentre la lista continuava a scorrere e una serie di chiamate in entrata cominciavano ad aggiungersi alla lista.

Tieni... disse, consegnando all'uomo il ricevitore. Inizia sempre dai messaggi prioritari, apri la chiamata facendoci click sopra, ascolti cosa vogliono e poi puoi inoltrarla a chi di dovere. spiegò, portando l'attenzione dell'uomo sulla sezione alla destra della console. Questo ti consente di inviare la chiamata sullo schermo principale disse, indicando lo schermo sul quale al momento si vedevano le stelle sfrecciare accanto a loro. Altrimenti puoi aprirti il video qui sulla console... per fare l'adetto alle comunicazioni devi avere un buon orecchio ed essere bravo con il multitasking: hai canali multipli, puoi aprire più chiamate in contemporanea se vuoi, metterle in attesa, mettere gli interlocutori in contatto tra loro, gestire le comunicazioni interne alla nave... snocciolò in rapida sequenza una lista di compiti che sembrava senza fine.
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#45

The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.

Nikola El-Auriano

«Sai, penso che la maggior parte delle specie, abbiano bisogno di condivisione e di connessione con gli altri in qualche modo, anche se ognuno ha il suo modo unico di farlo: anche i vulcaniani  hanno i loro lati sociali, anche se spesso lo nascondono sotto una facciata di razionalità e controllo. Bisogna avere pazienza» risposi sorridendo.
La sua domanda riguardo alla mia scelta di tornare sulla Terra mi fece riflettere per un attimo. «In realtà, è stata una decisione piuttosto spontanea. Ho trascorso del tempo su New Vulcano, ho incontrato molte persone interessanti e ho imparato molto, quando mi sentivo pronto ho deciso di tornare qui, tuttavia una casa è ancora là se mai vorrò tornarci.» ammiccai.
Risi alle sue parole sull'addestramento serio. «Non c'è dubbio che che se mai dovrò pilotare una nave vera, passerò per un addestramento adeguato, rischierei di rallentare tutti quanti» dissi, cercando di non sembrare troppo sicuro di me stesso. Ascoltai con attenzione mentre Korinna spiegava i dettagli delle comunicazioni e mi mostrava il funzionamento delle console, per poi afferrare il ricevitore. Ero affascinato dalla complessità del sistema e dalla varietà di compiti che l'addetto alle comunicazioni doveva gestire.
«Wow, sembra davvero un lavoro impegnativo, ma è divertente perché mi ricorda un pochino il mio lavoro da barista, ma in scala più ampia. In ogni caso, credo di aver capito: dovrei iniziare dai messaggi prioritari, ascoltare cosa vogliono e poi inoltrarli a chi di dovere e potrei avere più chiamate in corso contemporaneamente, mettere gli interlocutori in contatto tra loro e gestire le comunicazioni interne alla nave. È incredibile quanto lavoro ci sia dietro le comunicazioni di una nave stellare. Non avrei mai immaginato che fosse così complesso, ma rassomigliante a casa mia nei giorni di caos» commentai, osservando i messaggi che scorrevano sullo schermo. Ero lento, era  vero, ma tutto sommato, ci stavo prendendo gusto.
«Immagino i mal di testa dei cadetti, se questa è la normale quantità di comunicazioni standard in una nave» commentai pensoso, fissando un attimo un codice, per poi ignorarlo volutamente. Ci sarei tornato dopo.
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#46

Korinna Suder

Betazoid

Mh. borbottò, sopresa, ma anche incuriosita da quell'insolita immagine dei Vulcaniani che Nikola restituova lo terrò a mente decise, realizzando che quella prospettiva sembrava degna di considerazione, ma allo stesso tempo, non poteva dire di avere dei conoscenti vulcaniani sufficientemente vicini con cui potesse metterla alla prova.

Lasciò che Nikola si divertisse per un po' a districarsi tra le varie comunicazioni, poi Korinna interruppe il flusso in entrata. In realtà va a momenti, nel cuore della Federazione è un inferno gestire le comunicazioni, mano a mano che ci si allontana si riesce a raccogliere al massimo il suono della radiazione di fondo. spiegò Korinna purtroppo la tecnologia delle comunicazioni non ha tenuto il passo con quella del viaggi spaziali e al confine un messaggio del comando può impiegare anche settimane per raggiungerci. A volte fa sentire un po' soli, là fuori. confessò, prima di riprendere a tamburellare sulla console.

Bene... fin qui abbiamo visto le comunicazioni esterne. Abbiamo anche un sistema di comunicazioni interne e da qui hai il controllo su tutto quello che succede: puoi ascoltare cosa viene detto nelle varie aree della nave, isolare le varie sezioni... con questo... disse, mostrando uno dei controlli puoi aprire un canale di comunicazione con l'intera nave o sezioni specifiche. spiegò, per poi passare ad un altro dei controlli con questo puoi disattivare il traduttore universale per una o più lingue. Personalmente non capirei nulla, ma c'è chi preferisce ascoltare i messaggi in originale spiegò, mostrando cosa succedeva togliendolo e lasciando che una serie di lingue esotiche si mescolassero mentre i loro suoni uscivano dalla console. In quello stesso istante le sorse l'ennesima curiosità sul suo ospite sai, me ne accorgo solo ora... ma non riesco a sentire il tuo accento: per me suoni esattamente come un terrestre. Loro si accorgono mai che non sei di qui?

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#47

The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.

Nikola El-Auriano

Ascoltai Korinna mentre spiegava le sfide delle comunicazioni spaziali. Era un aspetto che, a quanto pare, era spesso trascurato o non compreso appieno. Le sue parole mi fecero riflettere sul senso di isolamento che gli ufficiali avrebbero potuto sperimentare, nonostante la connessione tramite le comunicazioni. «Deve essere un'esperienza davvero difficile sentirsi così lontani dagli altri, nonostante le tecnologie che ci permettono di rimanere in contatto» commentai, contemplando il peso emotivo di quella situazione.
Osservai con interesse mentre Korinna passava alle comunicazioni interne della nave. Era affascinante vedere quanti strumenti e controlli fossero a disposizione per gestire la comunicazione all'interno della nave. «È incredibile quanto possa essere complessa la gestione delle comunicazioni, sia all'interno che all'esterno della nave. Mi chiedo quante persone siano coinvolte nel mantenimento di tutto questo, che poi è tutto nelle mani di un ufficiale per volta» riflettei, immaginando il lavoro di squadra necessario per far funzionare un sistema così intricato; ma per me era sorprendente pensare che fosse possibile collegarsi a diverse aree della nave e addirittura disattivare il traduttore universale per ascoltare le lingue in originale. «Wow, la possibilità di disattivare il traduttore universale è interessante, anche se io stesso avrei difficoltà a comprendere la maggior parte delle lingue, se non tutte, ad eccezione di qualche lingua terrestre» dissi con un sorriso, anche se l'idea di ascoltare quella macedonia di lingue esotiche senza capire nulla era divertente.
Le sue parole sull'accento mi sorpresero leggermente. Finora nessuno aveva menzionato nulla riguardo al mio accento. «In effetti, nessuno sembra averci fatto caso, anche se devo dire che mi sono impegnato a... cancellare ogni tipo di accento, in modo da poter comunicare meglio, ma forse gli ufficiali sono troppo presi dai loro affari per preoccuparsi dell'accento del barista che dà loro da bere, ma ora che lo hai detto, comincio a chiedermi se le persone si sono davvero accorte della mia origine.» risposi con un sorriso.
Korinna inconsapevolmente mi spinse a riflettere su quanto gli individui spesso percepiscono solo ciò che vogliono vedere, trascurando i dettagli che non sono rilevanti per i loro obiettivi; magari non era per tutti così ma non ci avevo mai veramente pensato.
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#48

Korinna Suder

Betazoid

Per gli ufficiali superiori, soprattutto fece notare Korinna, stiracchiando un sorriso amaro ... è relativamente facile dimenticare che si è tanto lontani da casa quando si è circondati da amici e colleghi e impegnati nel proprio lavoro... ma quando si è costretti a prendere decisioni in grado di mettere in pericolo la vita delle centinaia di persone a bordo di una nave e il Comando è troppo lontano per poter confermare ordini e decisioni, tutta quella responsabilità pesa e fa sentire davvero soli confessò ... c'è qualcosa di rassicurante nell'essere vicini a casa e, sai... forse è proprio la ragione per cui ci fa piacere ritrovare i luoghi familiari in cui ci siamo formati, quando ritorniamo qui. ammise la donna, per poi rivolgere un sorriso al suo ospite. Stava parlando più che altro di se stessa, ma era abbastanza sicura di non essere la sola in quel suo sentire.

Curioso... commentò, nello scoprire che nessuno doveva essersi mai accorto della reale nazionalità di Nikola e concordando silenziosamente con il pensiero che lui aveva scelto di non esprimere riguardo ai dettagli sui quali si tendeva a sorvolare. Lo dicevo prima... ridacchiò ... se continui a fare l'ascoltatore misterioso prima o poi finirai per convincerti e convincere tutti di essere un accessorio del tuo bar. Hai mai pensato a un cambio di professione? chiese, ragionando sul fatto che anche quando si era ritrovato su New Vulcano alla fine aveva riproposto quella sua attività familiare.

Le considerazioni di lui riguardo a quella postazione la riportarono tuttavia all'argomento principale e la betazoide proseguì sì... molto spesso il lavoro dell'addetto alle comunicazioni viene sottovalutato, ma non è meno impegnativo degli altri e richiede anch'esso una serie specifica di abilità... anche qui, in fondo, arrivano solo i migliori tra i migliori. precisò, chiudendo per Nikola tutte le comunicazioni prima di procedere verso la console adiacente. Vogliamo provare con le operazioni? suggerì con un cenno di invito.

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#49

The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.

Nikola El-Auriano

Korinna aveva una prospettiva interessante sulla situazione degli ufficiali superiori. La sua osservazione sul peso delle responsabilità a bordo delle navi spaziali faceva emergere un lato delle missioni che non tutti avrebbero potuto capire e nemmeno io avrei potuto farlo a pieno. «È un peso considerevole da portare, la responsabilità di prendere decisioni che possono influenzare la vita di tante persone» riflettei, ascoltando le parole di Korinna. Era chiaro che il carico emotivo e la pressione di quel ruolo erano notevoli, soprattutto quando ci si trovava così lontani dalla casa e dalla sicurezza del Comando. Sorrisi, riconoscendo la verità nelle parole di Korinna riguardo al comfort che si prova nel ritrovare luoghi familiari.
«Hai ragione, le radici sono importanti e ritornare a luoghi familiari può donare una sensazione di connessione e stabilità che spesso manca quando si è lontani per molto tempo. È come un piccolo rifugio nel mezzo alle difficoltà che affrontate, così la vicinanza a casa e a luoghi familiari può certamente avere un effetto rassicurante.» commentai, comprensivo della sua prospettiva, apprezzando il suo sincero scambio di pensieri.

Le sue parole sul mio ruolo di ascoltatore misterioso fecero emergere un sorriso. «Potresti avere ragione. Talvolta credo che l'ascolto e il silenzio sia un linguaggio proprio, una sorta di ponte tra le persone. Ma un cambio di professione... beh, non l'ho mai davvero considerato seriamente. Chissà, forse in futuro mi sorprenderò ancora e cambierò idea, ma mai dire mai.» risposi, riflettendo sull'idea intrigante che aveva sollevato.

Riguardo al lavoro dell'addetto alle comunicazioni, ero pienamente d'accordo con Korinna. Era facile sottovalutare la complessità di questo ruolo, ma era evidente che richiedesse una combinazione di competenze uniche. «Penso che sia importante riconoscere l'importanza di ogni ruolo a bordo di una nave spaziale. Ogni componente del team ha la propria funzione cruciale per il successo delle missioni» commentai, apprezzando la sua dedizione nel far emergere l'importanza di questa figura spesso trascurata.

Con un cenno di entusiasmo, accettai il suo invito a provare le operazioni. «Mi mancherà vedere questo caos, ma sarebbe un piacere. Guidami attraverso le operazioni, e vedrò cosa riesco a fare» risposi, dimostrando interesse a imparare di più sul funzionamento della stazione delle operazioni, sebbene mi piacesse quella delle comunicazioni, con cui sentivo di avere una certa affinità.
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#50

Korinna Suder

Betazoid

Korinna annuì in silenzio alle considerazioni di Nikola riguardo al ritornare in luoghi più familiari di tanto in tanto: le piaceva esplorare e era in grado di assumersi le responsabilità che il suo ruolo richiedeva, ma questo non significava che fosse facile o che di tanto in tanto non le passasse per la mente l'idea di scappare dal peso di tutte quelle persone che negli anni l'avevano lasciata in missione. Le più difficili da accettare erano quelle morti inutili, dovute a malfunzionamenti dei computer e incidenti che nello spazio tendevano a rivelarsi letali. A quel pensiero stiracchiò un sorriso, realizzando che la missione dalla quale era appena tornata sembrava ancora gravare sulle sue spalle. Scosse la testa e cercò di approfittare dell'atmosfera allegra che si era creata mentre guidava l'El-auriano verso la nuova console.

Se vuoi ti lascio giocare ancora con le comunicazioni scherzò, cogliendo il suo lieve rammarico all'idea di abbandonare le comunicazioni, ben equilibrato tuttavia dalla curiosità di esplorare anche la nuova stazione. Da qui puoi controllare tutta la nave lo informò questa è una sezione complessa, perché hai accesso a una moltitudine di sistemi... supporto vitale, gravità artificiale, stato dei sistemi... in ogni sezione sono distribuiti dei sensori che ti consentono di rilevare lo stato della nave, puoi sapere se ci sono decompressioni in corso, puoi generare campi di forza per isolare le varie sezioni, hai accesso ai controlli del teletrasporto... disse, elencando in rapida sequenza tutta una serie di sistemi molto diversi tra loro.

... metti ad esempio che ci sia stato un incidente in uno dei laboratori disse, fermandosi un istante per studiare lo spaccato della nave con aria interrogativa. Era un vecchio modello di classe Freedom che non vedeva da diverso tempo e le servì qualche secondo per riuscire ad individuare i laboratori ah, ecco! Qui... disse, indicandoli sullo schema della nave per prima cosa viene evacuato il laboratorio, sono procedure automatiche, quindi appena senti risuonare l'allarme sta a te darti una mossa per evitare di rimanere isolato nella sezione... spiegò, ringraziando che non le fosse mai capitato di ritrovarsi a dover lasciare morire qualcuno in quel modo quando la sezione è isolata, da qui puoi cercare di risolvere il problema... facciamo ci sia stata una fuga di qualche patogeno decise ora dobbiamo eliminarlo, possiamo immettere qualunque cosa attraverso il sistema di aerazione forzata. Da qui accedi al sistema di ventilazione... ma volendo puoi fare anche il contrario. Se ad esempio fosse scoppiato un incendo puoi depressurizzare l'area per spegnerlo spiegò.

Computer, attiva simulazione 37delta chiese, per il semplice fatto che fu la prima che le era venuta in mente. Subito sulla console si accesero segnali di allarme ovunque ad indicare una serie di decompressioni in rapida sequenza sui ponti inferiori, segno che la nave era stata colpita e l'integrità strutturale in quelle aree aveva ceduto. Il computer segnalava inoltre la presenza di alcune persone nelle aree colpite, alcune di esse si stavano muovendo, ma non tutte nella direzione che avrebbe consentito loro di salvarsi. D'altra parte non potevano sapere che anche le aree vicine erano state compromesse.  Adesso cosa fai? chiese Korinna in tono di sfida, sedendosi alla console accanto con un sorriso sornione.
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