09-09-2023, 08:46 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-09-2023, 08:46 PM da T'Dal.)
The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.
Nikola El-Auriano
Alla domanda stupita di Korinna, feci un sorriso comprensivo e annuii. «Sì, a volte può essere faticoso. La telepatia offre una connessione diretta tra le menti, mentre la comunicazione verbale richiede l'articolazione di pensieri complessi in parole, il che può essere sfidante. In ogni caso, devo fare una specifica. Non è esattamente fatica fisica, ma più una sfida mentale. I nostri pensieri sono complessi e ricchi di sfumature, trovare le parole giuste per esprimerli può essere un processo complicato. Spesso, sentiamo che le parole non riescono a catturare appieno il significato o l'emozione che vogliamo comunicare.»
La sua riflessione sulla comunicazione verbale mi fece sorridere di nuovo. «Non è che mentiamo intenzionalmente, ma le parole spesso non riescono a catturare appieno l'essenza dei nostri pensieri; ma hai ragione, può sembrare che le parole nascondano ciò che realmente pensiamo, ma spesso è solo una limitazione del mezzo. Cerchiamo sempre di comunicare al meglio, ma a volte i pensieri sono così intricati che le parole non riescono a esprimerli completamente. Spero che abbia chiarito perché secondo me c'è una differenza tra ciò che pensiamo e ciò che diciamo, questa differenza può emergere anche in modo involontario.»
Poi Korinna mi fece una domanda sulla mia origine e la mia reazione ai miei connazionali superstiti. «Il desiderio di incontrare gli altri sopravvissuti è sempre presente, ho contatto solo con un'altra persona, che come me lavora sulla Terra, o almeno... era così l'ultima volta che abbiamo parlato; ma allo stesso tempo, è doloroso perché ogni incontro mi ricorda quanto abbiamo perso; così cerco di non parlare troppo spesso di casa. È come rigirare il coltello nella ferita. Forse un giorno, quando sarò pronto cercherò altre persone.» risposi con un sorriso malinconico.
Infine, quando Korinna chiese di mostrare qualcosa di più del mio pianeta, e suggerì qualcosa di "ordinario," sorrisi e accettai la richiesta.
«Sarei felice di condividere qualcosa con te, vediamo da che parte incominciare, ne ho più di uno» dissi mentre cercavo nelle mie memorie un'immagine del mio mondo natale.
«Per prima cosa, lascia che ti mostri una delle meraviglie di El'Auria prima della catastrofe. Questo è uno degli antichi giardini botanici, un luogo dove la natura era in perfetta armonia con la tecnologia avanzata della nostra civiltà ed era il posto preferito di mia figlia. La fortuna e sfortuna, era quella di abitarci non così lontano da permetterci di andarci spesso e volentieri. Era un posto dove le persone potevano trovare serenità e connessione con la natura.»
Nella mia mente, feci apparire un'immagine di un giardino botanico lussureggiante, con piante esotiche, fiori dai colori vivaci e una vegetazione rigogliosa, poi mostrai un'immagine di paesaggi verdi, città splendenti e cieli azzurri. «Era un luogo meraviglioso, pieno di vita e bellezza.»
Poi, come suggerito, mostrai un'immagine più ordinaria, una scena di vita quotidiana con persone che camminavano per strade affollate e si incontravano in un mercato animato. «Ecco una scena di vita quotidiana, nella mia città. Era un mondo vibrante, e quei momenti ordinari erano spesso i più preziosi.»
La mia espressione si fece pensierosa mentre contemplavo il passato del mio pianeta natale. "Spero che un giorno l'arte, la cultura e la bellezza possano tornare a fiorire, anche se solo nei ricordi."
Mi fermai, sperando che queste immagini mentali potessero aiutare Korinna a comprendere meglio El'Auria e il mio legame con esso. «Spero che queste immagini ti abbiano dato un piccolo assaggio della bellezza del mio mondo prima della catastrofe.»
La sua riflessione sulla comunicazione verbale mi fece sorridere di nuovo. «Non è che mentiamo intenzionalmente, ma le parole spesso non riescono a catturare appieno l'essenza dei nostri pensieri; ma hai ragione, può sembrare che le parole nascondano ciò che realmente pensiamo, ma spesso è solo una limitazione del mezzo. Cerchiamo sempre di comunicare al meglio, ma a volte i pensieri sono così intricati che le parole non riescono a esprimerli completamente. Spero che abbia chiarito perché secondo me c'è una differenza tra ciò che pensiamo e ciò che diciamo, questa differenza può emergere anche in modo involontario.»
Poi Korinna mi fece una domanda sulla mia origine e la mia reazione ai miei connazionali superstiti. «Il desiderio di incontrare gli altri sopravvissuti è sempre presente, ho contatto solo con un'altra persona, che come me lavora sulla Terra, o almeno... era così l'ultima volta che abbiamo parlato; ma allo stesso tempo, è doloroso perché ogni incontro mi ricorda quanto abbiamo perso; così cerco di non parlare troppo spesso di casa. È come rigirare il coltello nella ferita. Forse un giorno, quando sarò pronto cercherò altre persone.» risposi con un sorriso malinconico.
Infine, quando Korinna chiese di mostrare qualcosa di più del mio pianeta, e suggerì qualcosa di "ordinario," sorrisi e accettai la richiesta.
«Sarei felice di condividere qualcosa con te, vediamo da che parte incominciare, ne ho più di uno» dissi mentre cercavo nelle mie memorie un'immagine del mio mondo natale.
«Per prima cosa, lascia che ti mostri una delle meraviglie di El'Auria prima della catastrofe. Questo è uno degli antichi giardini botanici, un luogo dove la natura era in perfetta armonia con la tecnologia avanzata della nostra civiltà ed era il posto preferito di mia figlia. La fortuna e sfortuna, era quella di abitarci non così lontano da permetterci di andarci spesso e volentieri. Era un posto dove le persone potevano trovare serenità e connessione con la natura.»
Nella mia mente, feci apparire un'immagine di un giardino botanico lussureggiante, con piante esotiche, fiori dai colori vivaci e una vegetazione rigogliosa, poi mostrai un'immagine di paesaggi verdi, città splendenti e cieli azzurri. «Era un luogo meraviglioso, pieno di vita e bellezza.»
Poi, come suggerito, mostrai un'immagine più ordinaria, una scena di vita quotidiana con persone che camminavano per strade affollate e si incontravano in un mercato animato. «Ecco una scena di vita quotidiana, nella mia città. Era un mondo vibrante, e quei momenti ordinari erano spesso i più preziosi.»
La mia espressione si fece pensierosa mentre contemplavo il passato del mio pianeta natale. "Spero che un giorno l'arte, la cultura e la bellezza possano tornare a fiorire, anche se solo nei ricordi."
Mi fermai, sperando che queste immagini mentali potessero aiutare Korinna a comprendere meglio El'Auria e il mio legame con esso. «Spero che queste immagini ti abbiano dato un piccolo assaggio della bellezza del mio mondo prima della catastrofe.»