05-06-2023, 09:22 PM
Role flashback per @@Les
The reason I'm asking is because I don't know the answer. And I'm me.
Nikola El-Auriano
Quella stava diventando una giornata particolarmente intensa nel mio bar a San Francisco, da quando c'era stato quel cambio temporale per colpa di Nero e della Narada, c'era stato un via vai di clienti maggiore del solito.
Stavo preparando un cocktail per un cliente che si era seduto ad un tavolo in fondo al bar; quando il mio sguardo si posò vedendo una ragazza dai capelli lunghi e biondi a boccoli che prima mi ordinò un'acqua tonica, poi si sedette al tavolo in fondo al bar in compagnia dell'altro cliente. Erano due cadetti e mi chiesi cosa avrebbero fatto nel loro futuro. Mi ricordai Heather, era da poco il suo compleanno e sembrava quasi assurdo che dopo tanti anni ogni volta che vedevo qualcuno che le somigliasse provassi una fitta. Mi mancava soprattutto qui dietro al bancone, perché questo era il nostro posto, il posto dove solitamente passavamo tutto il nostro tempo: io a preparare drink e ad aiutare gente, lei che mi aiutava, ma spesso rimaneva seduta a guardarmi lavorare perché le piaceva così.
Per un attimo potevo sentire la sua voce che mi diceva come rimprovero: «Nikola, smettila. E' andata come doveva andare, non è affatto colpa tua!» e chissà, chissà davvero, se il nostro futuro sarebbe stato simile, senza quel dannato incidente: io senza di lei, oppure sarebbe cambiato. Riuscii però a trasformare quel dolore in un dono, nel migliorare la mia capacità di comprendere e sostenere gli altri.
Proprio mentre riflettevo su tutto ciò; un ufficiale superiore, il Capitano Jensen, entrò nel mio bar. Era uno di quelli che, così gentili, era riuscito a conoscere il mio lato gentile, quella che emerge quando riesco a superare le mie paure. «Nikola, hai un momento per me?», mi chiese con un tono serio sedendosi al bancone.
Mi avvicinai al punto in cui il capitano si era seduto, sorridendogli non appena incrociai il suo sguardo incerto.
«Certo, Capitano. Cosa posso fare per lei?» chiesi.
Dopo aver ordinato un drink, l'uomo rimase in silenzio per un lungo momento e io gli diedi lo spazio necessario per riflettere, facendo il drink che mi aveva richiesto.
«Sto affrontando una decisione difficile riguardo il lavoro, questo potrebbe impattare la mia famiglia e mi sento un po' perso. Hai mai avuto paura del futuro? Di non sapere cosa ti riserva e di non trovare più il tuo posto nel mondo?»
Sorrisi, un sorriso comprensivo che nascondeva la mia stessa paura. «Capitano, mi rendo conto di quanto possa essere spaventoso: anche io ho temuto il futuro, dopo tutto ciò che ho perso, ma ho imparato che il futuro è un'opportunità, una tela su cui possiamo dipingere la nostra nuova vita. Se posso darle un consiglio, è quello di ascoltare il vostro cuore. Seguite la vostra passione e il vostro istinto, e il resto si sistemerà.»
Certo, era un consiglio da due soldi, ma si vedeva che quell'uomo aveva intenzione di accettare quel ruolo: bastava solo un incoraggiamento nella giusta direzione.
Il Capitano Jensen sembrava riflettere sulle mie parole, la sua espressione si addolcì. «Grazie, ci penserò con attenzione» disse pacatamente.
Annuii, soddisfatto di aver potuto essere lì per lui. «È un onore essere al suo servizio, Capitano. E ricordate, il mio bar è sempre aperto per voi e per chiunque abbia bisogno di un consiglio o semplicemente di un momento di distrazione.»
Mentre il Capitano Jensen si allontanava, ho guardato il mio bar, un luogo in cui il presente e il passato si intrecciano in un mix di emozioni e speranze. Ero grato per la mia capacità di offrire un rifugio, un luogo in cui le persone potevano trovare un momento di sollievo.
Sorrisi appena quando sentii la porta annunciare che qualcuno era entrato.
Stavo preparando un cocktail per un cliente che si era seduto ad un tavolo in fondo al bar; quando il mio sguardo si posò vedendo una ragazza dai capelli lunghi e biondi a boccoli che prima mi ordinò un'acqua tonica, poi si sedette al tavolo in fondo al bar in compagnia dell'altro cliente. Erano due cadetti e mi chiesi cosa avrebbero fatto nel loro futuro. Mi ricordai Heather, era da poco il suo compleanno e sembrava quasi assurdo che dopo tanti anni ogni volta che vedevo qualcuno che le somigliasse provassi una fitta. Mi mancava soprattutto qui dietro al bancone, perché questo era il nostro posto, il posto dove solitamente passavamo tutto il nostro tempo: io a preparare drink e ad aiutare gente, lei che mi aiutava, ma spesso rimaneva seduta a guardarmi lavorare perché le piaceva così.
Per un attimo potevo sentire la sua voce che mi diceva come rimprovero: «Nikola, smettila. E' andata come doveva andare, non è affatto colpa tua!» e chissà, chissà davvero, se il nostro futuro sarebbe stato simile, senza quel dannato incidente: io senza di lei, oppure sarebbe cambiato. Riuscii però a trasformare quel dolore in un dono, nel migliorare la mia capacità di comprendere e sostenere gli altri.
Proprio mentre riflettevo su tutto ciò; un ufficiale superiore, il Capitano Jensen, entrò nel mio bar. Era uno di quelli che, così gentili, era riuscito a conoscere il mio lato gentile, quella che emerge quando riesco a superare le mie paure. «Nikola, hai un momento per me?», mi chiese con un tono serio sedendosi al bancone.
Mi avvicinai al punto in cui il capitano si era seduto, sorridendogli non appena incrociai il suo sguardo incerto.
«Certo, Capitano. Cosa posso fare per lei?» chiesi.
Dopo aver ordinato un drink, l'uomo rimase in silenzio per un lungo momento e io gli diedi lo spazio necessario per riflettere, facendo il drink che mi aveva richiesto.
«Sto affrontando una decisione difficile riguardo il lavoro, questo potrebbe impattare la mia famiglia e mi sento un po' perso. Hai mai avuto paura del futuro? Di non sapere cosa ti riserva e di non trovare più il tuo posto nel mondo?»
Sorrisi, un sorriso comprensivo che nascondeva la mia stessa paura. «Capitano, mi rendo conto di quanto possa essere spaventoso: anche io ho temuto il futuro, dopo tutto ciò che ho perso, ma ho imparato che il futuro è un'opportunità, una tela su cui possiamo dipingere la nostra nuova vita. Se posso darle un consiglio, è quello di ascoltare il vostro cuore. Seguite la vostra passione e il vostro istinto, e il resto si sistemerà.»
Certo, era un consiglio da due soldi, ma si vedeva che quell'uomo aveva intenzione di accettare quel ruolo: bastava solo un incoraggiamento nella giusta direzione.
Il Capitano Jensen sembrava riflettere sulle mie parole, la sua espressione si addolcì. «Grazie, ci penserò con attenzione» disse pacatamente.
Annuii, soddisfatto di aver potuto essere lì per lui. «È un onore essere al suo servizio, Capitano. E ricordate, il mio bar è sempre aperto per voi e per chiunque abbia bisogno di un consiglio o semplicemente di un momento di distrazione.»
Mentre il Capitano Jensen si allontanava, ho guardato il mio bar, un luogo in cui il presente e il passato si intrecciano in un mix di emozioni e speranze. Ero grato per la mia capacità di offrire un rifugio, un luogo in cui le persone potevano trovare un momento di sollievo.
Sorrisi appena quando sentii la porta annunciare che qualcuno era entrato.