TFB Per la prima volta, nella mia vita, sono stata felice.
#31

Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

«Sì, l'unico bene che deve interessarci è il nostro»  risposi, trovando una strana pace nelle parole di Dakona. La sua vita era stata un susseguirsi di sacrifici e di impegno disinteressato per il bene altrui, esperienze che, benché non cancellate, sembravano adesso prendere un nuovo significato sotto l'influsso delle spore. «Hai fatto abbastanza, Dakona. Più che abbastanza. Ora è tempo di vivere per noi»

Eppure, mentre ascoltavo Dakona contemplare l'idea di condividere la scoperta delle spore con l'equipaggio della Saratoga, mi accorsi che il suo spirito altruista non si era affievolito; anzi, brilla di una nuova luce. «Sarà l'ultimo tuo atto di aiuto verso gli altri, prima di concentrarci sul nostro futuro insieme qui. Non solo offriranno immunità, ma saranno anche un simbolo della nuova vita che ci attende tutti qui. E dopo, sì, prendiamoci il resto della giornata... della vita, tutta per noi»  La mia voce tremava leggermente all'idea di un futuro condiviso, libero dalle catene delle responsabilità passate, ma ricco dell'amore che ci univa.

«Immagino già le loro espressioni quando vedranno queste piante... e sentiranno l'effetto delle spore, poi, Dakona, avremo tutto il tempo del mondo per esplorare questo pianeta, per esplorarci a vicenda, lontani dalle ombre della guerra e del dovere. Solo tu ed io, e la promessa di un domani insieme.» dissi.

In quel momento, l'idea di vivere il resto della nostra vita su Nova Velloria, in compagnia l'uno dell'altra, sembrava l'unico futuro possibile, l'unico futuro che desideravo. Con queste piante, potremmo non solo salvare l'equipaggio dalla minaccia delle radiazioni ma anche offrire loro un nuovo inizio, proprio come quello che noi due stavamo per intraprendere.



Commetti i tuoi errori, impara da essi, e quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore… Il dolore fa bene: vuol dire che sei fuori da quella caverna.

Jor Erulen Betazoide

«Midway, qui Jor» risposi al comunicatore, la mia voce rifletteva sia la determinazione che la preoccupazione che provavo. «Prendo nota della tua azione e ti ringrazio per la prontezza. Attiva il MOE, è essenziale utilizzare ogni risorsa disponibile per fronteggiare questa situazione. Preparati anche a compilare un rapporto dettagliato sull'incidente. Le informazioni che raccoglieremo saranno cruciali per affrontare efficacemente la minaccia delle spore»

Pensai per un momento, considerando la situazione con gravità. «Sto organizzando una squadra per scendere sulla colonia, bardati con tute protettive contro le radiazioni. Il nostro obiettivo primario è recuperare il capitano T'Dal e il dottor Raal. È fondamentale che agiamo rapidamente per assicurarci della loro sicurezza e per valutare l'entità dell'esposizione alle spore»

Il pensiero dei membri dell'equipaggio esposti alle spore, e ora in potenziale pericolo, pesava sulla mia mente. «Implementeremo un protocollo di quarantena per chiunque sia stato esposto. È imperativo contenere la diffusione delle spore e garantire che l'equipaggio riceva le cure necessarie al più presto»

La mia voce si fece più ferma, la decisione presa era chiara. «Gli altri membri dell'equipaggio sulla colonia saranno teletrasportati a bordo della Saratoga, anche a loro insaputa se necessario. Dobbiamo assicurarci che nessuno resti indietro o si esponga ulteriormente al rischio. Midway, sei incaricata di coordinare queste operazioni da bordo.»

Conclusi, sentendo la responsabilità del mio ruolo pesare sulle spalle. «E tieni la plancia costantemente informata. Ogni dettaglio potrebbe essere decisivo per superare questa crisi. Passo il comando al tenente delle comunicazioni.»

Chiudendo la comunicazione, mi soffermai un attimo, consapevole delle sfide che ci attendevano e poi mi alzai prima di andare a cambiarmi e scendere sul pianeta.
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#32

I am hopeful that one day I will discover my own humanity.

Marjorie Midway Androide

Sissignore. Rispose prontamente. Se fosse stata umana, probabilmente quella serie di ordini e responsabilità (inusuali per il suo ruolo sull'astronave) l'avrebbe preoccupata, ma Mid si limitò a registrarli e categorizzarli per urgenza. Stabilisco un collegamento tra l'Infermeria e il Laboratorio di Biologia per lo studio delle spore, e passo ad occuparmi del recupero dei membri dell'equipaggio dalla colonia. Ricapitolò. Stia attento nella colonia, comandante: non sappiamo come il capitano T'Dal e il dottor Raal potrebbero reagire.

Quello era uno dei momenti in cui era nostalgica del suo periodo come personificazione. Se avesse avuto il controllo dell'astronave, avrebbe potuto agire in contemporanea su più fronti. Purtroppo, prendere il controllo del computer centrale della Saratoga andava contro ai suoi ordini: quando aveva accettato la sua "reintegrazione" nella flotta, il Comando era stato ben chiaro. Gli ordini restrittivi incisi nel suo programma erano ancora più limitativi di quando aveva il controllo di un intera stazione stellare. Un po' era preoccupata che potessero limitare anche la sua ricerca di umanità, ma erano un prezzo che era disposta a pagare in cambio di riavere uno scopo di vita.

Alla chiusura della comunicazione, Mid si affrettò ad attivare l'MOE.

Prego, specificare la natura dell'emergenza medica.
Abbiamo una contaminazione da spore. Spiegò. Ho bisogno che lei collabori col guardiamarina Alvey del Laboratorio di Biologia per una loro analisi. Abbiamo bisogno di una patch per il tricorder medico, che non rileva le spore una volta in circolo, e un modo per rimuovere le spore dall'equipaggio senza mettere a rischio la loro vita.
La richiesta parzialmente esula...
Non mi interessa se esula o meno dalla sua programmazione, dottore. Il suo scopo è salvare vite, quindi studi, cresca, migliori... e le salvi.

Sapeva di star chiedendo tanto ad un ologramma le cui ore di attivazione totale non superavano le due cifre, ma tutti sull'astronave stavano dando del loro meglio per risolvere l'emergenza. Anche la povera Christina Alvey, che stava impazzendo per svolgere un'analisi biologica completa sulle spore nonostante non fosse il suo campo. Essere un ologramma non era, ai suoi occhi, una scusante per non fare altrettanto.

Prossimo post... duello Jor-Dakona. Spiral Eyes Cof, cof... a parte gli scherzi, ho davvero timore per la reazione di T'Dal e Dakona. Laugh
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#33

Commetti i tuoi errori, impara da essi, e quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore… Il dolore fa bene: vuol dire che sei fuori da quella caverna.

Jor Erulen Betazoide

«Capisco. Procedi come hai pianificato» risposi con tono calmo ma fermo, apprezzando la sua efficienza e prontezza nel gestire la situazione, ero contento che potessimo utilizzare l'aiuto di Mid. La preoccupazione di Midway per la potenziale reazione di T'Dal e del dottor Raal alla nostra presenza sulla colonia rafforzava la mia ansia. La mia mente si concentrò soprattutto su T'Dal, la cui natura Vulcaniana, tipicamente controllata e logica, poteva essere stata gravemente compromessa dalle spore. Dopo aver terminato la comunicazione con Midway, iniziai i preparativi per la discesa sulla colonia.

Cambiai la mia divisa standard con una tuta protettiva contro le radiazioni, assicurandomi che ogni parte della mia persona fosse coperta e protetta dall'ambiente potenzialmente contaminato della colonia. Ogni movimento era meditato, ma la mia mente era altrove, preoccupata per quello che avrei trovato una volta atterrato. La discesa sul pianeta fu silenziosa e dopo esserci guardati intorno mi misi alla ricerca di T'Dal e Dakona il dottor Raal, ma poi la vidi: T'Dal, il capitano, totalmente immersa in una serenità che non le avevo mai visto mostrare prima, abbracciata al medico di bordo, che stava dicendo qualcosa e rise di gusto. La sua usuale compostezza Vulcaniana sostituita da un'incuranza quasi infantile. Non mi aveva ancora notato, e un sospiro mi sfuggì, carico di sollievo e, al contempo, di pesante preoccupazione. Come avrebbe reagito al mio intervento? Mentre mi avvicinavo, un dilemma mi assillava: avrei dovuto tentare per prima cosa di far rinsavire T'Dal, la cui logica e leadership ci sarebbero indispensabili, o concentrarmi sul dottor Raal, la cui competenza medica poteva essere cruciale per comprendere e contrastare gli effetti delle spore? La decisione non era facile, ma il mio istinto mi portava a privilegiare il benessere di T'Dal. La sua stabilità emotiva e mentale era fondamentale non solo per la missione, ma anche su un piano personale.

«Capitano, sono Jor» dico con voce chiara ma dolce, cercando di attirare la sua attenzione senza spaventarla. «Siamo qui per aiutarti, per portarti a casa.» Mentre le ultime parole mi sfuggono, intendendo la Saratoga, mi preparai mentalmente per ogni possibile reazione, sperando che un barlume della sua vecchia personalità emergesse e la renda ricettiva al nostro aiuto, prima di dover pensare qualcosa e farla arrabbiare davvero molto. La situazione richiedeva delicatezza e rispetto per le emozioni alterate di T'Dal e Dakona, ma sono determinato a fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza e quella dell'equipaggio della Saratoga. La priorità è chiara: dovevamo agire rapidamente, per risolvere questa crisi e ripristinare l'ordine a bordo della nave.


Logic is the beginning of wisdom, not the end of it

T'Dal Zayrus Vulcaniana

All'udire la voce di Jor, un'onda di familiarità e conforto mi attraversava, nonostante la strana euforia che pervadeva ogni mio pensiero e sensazione. La mia attenzione si spostò da quella che mi sembrava la più bella delle scoperte - la mia nuova relazione con Dakona che aveva rapidamente bruciato le tappe e a cui ero abbracciata - alla figura del mio primo ufficiale avvicinarsi con cautela.

«Jor?» chiesi, la mia voce è piena di sorpresa e di una gioia pura, non filtrata dalla solita riserva Vulcaniana. La sua presenza qui, su questo pianeta che ora percepisco come un paradiso, mi sembrava fosse l'ultimo pezzo di un puzzle che non sapevo di dover completare. Guardai il suo corpo nascosto dalla tuta contro le radiazioni, e per un momento, un barlume di razionalità Vulcaniana cerca di farsi strada attraverso la nebbia di felicità indotta dalle spore, ma durò solo un istante.
«Per portarmi a casa?» ripetei le sue parole rimanendo stretta a Dakona ancora per un momento, sentendo la loro importanza, ma senza riuscire a connettere completamente con la loro urgenza. «Ma Jor, guarda questo posto e la serenità che ci offre. Non c'è bisogno di tornare.» dissi staccandomi dal medico, per poi fare dei passi verso il mio primo ufficiale. Non percepivo la gravità della nostra situazione, né comprendevo pienamente la missione di salvataggio che Jor stava cercando di compiere. La mia mente, normalmente un faro di logica e controllo, ora navigava in acque sconosciute di felicità senza limiti e amore senza condizioni.

«Non preoccuparti per noi, Jor. Le spore... ci hanno mostrato la via. Siamo liberi qui. Toglietevi tutto, è un ordine» dissi con tono allegro. Nel mio stato alterato, la mia fiducia in lui rimaneva incrollabile, ma è adesso filtrata attraverso un velo di beatitudine indotta che rendeva ogni pensiero di partenza o di pericolo distante e irrilevante; mentre mi avvicino a Jor con l'intenzione di condividere questa nuova esistenza, la parte più profonda di me, seppellita sotto l'influenza delle spore, spera che lui possa trovare un modo per salvarci tutti, per riportare me e Dakona alla realtà che conoscevamo, a quella Saratoga che, nonostante tutto, rimaneva la nostra casa, il luogo dove i nostri doveri e le nostre responsabilità ci attendevano.
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#34

Causing people to suffer because you hate them... is terrible. But causing people to suffer because you have forgotten how to care... that's really hard to understand.

Dakona Raal Rigeliano

La vicinanza di T'Dal, il calore del corpo di lei stretto contro il suo, era tutto ciò che Dakona desiderava. Così, fu quasi preso di contropiede quando una squadra bardata in tute protettive si materializzò a poca distanza da loro.

Questa è casa nostra, Jor. Corresse quello che era sia il suo Primo Ufficiale che un amico. Può diventare anche casa tua, se lo vorrai. Una casa tranquilla e sicura, lontano dalle malattie e dai pericoli dello spazio. Non abbiamo già dato abbastanza alla Flotta Stellare? Abbiamo salvato vite, abbiamo aiutato i bisognosi, abbiamo messo a rischio la nostra vita più di una volta. Ci meritiamo questo paradiso.

Sì, lo meritavano. Ne era certo. Lui, T'Dal, Jor... e anche il resto dei loro colleghi. Non ho intenzione di tornare nell'oscurità e nel silenzio dello spazio. La Saratoga non è un posto in cui vivere. Non è casa. L'aveva considerata casa e, una piccola parte di lui, ancora la considerava. Ma era stata casa perché era il luogo dove c'era T'Dal. Con T'Dal sul pianeta, la Saratoga si era tramutata in un semplice mezzo per muoversi nello spazio. Era utile, ma non necessaria. Dakona non aveva la minima intenzione di lasciare il pianeta.

T'Dal ha ragione, dovreste rimuovervi le tute. Supportò l'amata. Le radiazioni non sono più una minaccia, non di fronte al potere delle spore. Sono una vera e propria cura miracolosa, sapete? Fin tanto esse esisteranno, non dovremmo temere né le radiazioni, né le malattie. E saremo liberi.
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#35

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Jor Erulen Betazoide

Non volevo litigare con T'Dal e Dakona, soprattutto non qui, su questo pianeta che per loro era diventato un rifugio, un paradiso. Tutto ciò che volevo dire, ogni avvertimento che bruciava dentro di me, sembrava troppo... esposto in questo contesto. Avevo pensato che forse, in un contesto più privato, le mie parole avrebbero trovato un terreno più fertile. Prima di partire, avevo chiesto aiuto a Mid, sapendo che avrebbe raccolto delle immagini o dei video che mi avrebbero aiutato a far evaporare gli effetti delle spore. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi di trovare sul PADD e pregavo che potessero essermi di aiuto.
"Perdonami" pensai prima di rivolgermi al capitano.
«T'Dal, vieni con me» dissi dolcemente, tentando di mascherare la mia ansia con la calma. «Tra poco torniamo a prendere anche il dottore, ok?» Non le diedi il tempo di rispondere, sollevandola su una spalla con decisione ma cura, e dando il comando per il teletrasporto. Appena arrivati a bordo della Saratoga, mi affrettai a chiedere a Mid se aveva preparato tutto ciò che le avevo chiesto. T'Dal, sentendosi strappata dal pianeta e iniziò a piagnucolare, implorando di lasciarla andare. La sua voce era carica di una disperazione che non le avevo mai sentito esprimere prima, e il mio cuore si strinse al pensiero che le facessi del male, ma sapevo che le stavo facendo bene.


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T'Dal Zayrus Vulcaniana

Il momento in cui Jor mi sollevò su una spalla per portarmi via dal pianeta fu uno dei più strazianti della mia vita. Non volevo lasciare quel luogo che, sotto l'effetto delle spore, era diventato tutto ciò che desideravo. Le parole di Jor suonavano distanti, irrilevanti al mio desiderio di rimanere; mentre venivo teletrasportata sulla Saratoga, una tristezza profonda mi invase. Non volevo tornare sulla nave.
«Lasciami andare, non voglio andare sulla nave. Non separarmi da Dakona» piagnucolai, la voce soffocata dalle lacrime, non combattendo il fatto che Jor mi tenesse su una sua spalla.
Non riuscivo a sopportare l'idea di essere lontana da lui, dal nostro paradiso. Durante il nostro momento insieme sul pianeta, avevo nutrito un desiderio illogico, un sogno che sotto l'influenza delle spore sembrava poter diventare realtà: quella di creare una famiglia su quel pianeta, di condividere con Dakona qualcosa di ancor più profondo. Era un pensiero che non avevo espresso a voce, consapevole della sua irrazionalità, ma che custodivo gelosamente nel cuore. Arrivata sulla nave, la disperazione fece lentamente spazio alla rabbia.
«Ho detto che non volevo tornare sulla nave» rinfacciai a Jor con un misto di rabbia e disperazione. Sentirmi così distante da Dakona, dalla nostra felicità appena scoperta, mi straziava. L'idea di dover affrontare la realtà, di dover rinunciare a quel sogno, anche se irrazionale, mi faceva sentire vuota e persa..
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#36

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Dakona Raal Rigeliano

Era successo tutto troppo rapidamente: un attimo prima T'Dal era di fianco a lui, un attimo dopo Jor l'aveva afferrata come un sacco di patate. Dakona reagì prontamente, scattando in avanti per fermare quella che considerava un aggressione o un tentativo di rapimento, ma uno dei colleghi scesi col primo ufficiale si mise di mezzo. La colluttazione fu breve ma intensa, e si concluse con l'addetto alla sicurezza a terra con una tuta parzialmente danneggiata. Purtroppo, l'obiettivo dell'uomo non era sconfiggere il più forte rigeliano ma prendere tempo... e c'era riuscito. Jor e T'Dal erano scomparsi, teletrasportati sulla Saratoga.

Un urlo di frustrazione uscì dalle labbra di Dakona, seguito da una serie di imprecazioni. Dakona guardò in cagnesco il resto della squadra, quasi tentato di picchiare anche loro, ma poi sembrò rinsavire. La rabbia che stava provando, per quanto ancora non sufficiente per eliminare le spore, stava alleviando leggermente il loro effetto. Così, al posto di massacrare i colleghi rei di aver aiutato Jor nel suo rapimento, si chinò sull'uomo a terra per controllare le sue condizioni. Assicuratesi che non fosse in pericolo di vita, gli strappò dalla vita il comunicatore (perché chissà dove aveva lasciato il suo) e lo attivò.

Dottor Raal alla Saratoga, portatemi subito a bordo.

La comunicazione poteva sembrare nella norma, come se fosse totalmente rinsavito, ma i suoi progetti dimostravano ben altro. Non voleva salire sulla Saratoga per rimanerci, ma per un'operazione di salvataggio. Avrebbe recuperato T'Dal e l'avrebbe ricondotta sana e salva nella colonia. Se fosse riuscito nel contempo a picchiare a sangue Jor, anche meglio.

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Marjorie Midway Androide

Siamo quasi pronti, signore. Mid si trovava in sala teletrasporto quando il comandante Erulen era stato teletrasportato a bordo assieme al piagnucolante capitano T'Dal. Per un brevissimo istante - esattamente dieci millisecondi - era rimasta interdetta dalla visione di fronte a lei, poi si era ripresa e aveva deciso di far finta di niente. Quella era una scena che era meglio non ricordare, assolutamente. Si sarebbe assicurata di spostarla nel cestino del suo cervello positronico appena possibile. Abbiamo quasi finito di liberare la sezione di detenzione, in modo da teletrasportare l'equipaggio direttamente lì. Non era esattamente piacevole piazzare dei colleghi innocenti in cella ma, se la reazione fosse stata minimamente simile a quella dei colleghi infetti rimasti sulla nave, non avevano altra scelta.

Posso però confermarle quello che già immaginavamo. Forti emozioni come rabbia e disperazione hanno un effetto letale sulle spore. L'MOE ha confermato che non vi è più traccia di spore negli infetti che hanno dimostrato più... disagio per il loro ingiusto trattamento. Tra i colleghi che avevano piazzato temporaneamente nelle celle detentive, c'era chi l'aveva presa meglio e chi l'aveva presa peggio. I secondi, che già erano teste calde prima di venir infettati, si erano parecchio scatenati una volta dietro alle sbarre. Erano da ore che gridavano di essere tornati in sé ma era stato possibile assicurarsene solo dopo che l'MOE era riuscito ad impostare il tricorder medico in modo tale che rilevasse le spore una volta in circolo. Le ho inviato il file che mi aveva chiesto. Non sarà... piacevole per il capitano ma dovrebbe essere sufficiente a farla tornare in sé.

Perché si sentiva così in colpa? Mid non sapeva esattamente cosa fosse successo sul pianeta tra il capitano e il dottor Raal ma tutti sulla Saratoga sapevano che c'era del tenero tra loro. Una volta abituatasi al modo di fare della stoica vulcaniana, non era poi così difficile notare certe cose. Il video da lei modificato l'avrebbe sicuramente fatta arrabbiare, tanto. L'avrebbe anche ferita, probabilmente. Conclusa l'emergenza, dovrò fare le mie sincere scuse al capitano, al dottor Raal e alla povera infermiera. Pensò.

..e Dakona giunse sulla nave appena in tempo per essere accusato di tradimento da parte di T'Dal. u.u
Comunque, ho la sensazione che Mid abbia ancora molto da fare per trovare la sua umanità... e che verrà sgridata. Laugh
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#37

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Jor Erulen Betazoide

Lasciai andare il capitano dopo che eravamo stati trasportati sulla nave, mi fermai per un momento per rimuovere la tuta protettiva contro le radiazioni, un gesto necessario non solo per sicurezza ma anche per mostrare vulnerabilità e sincerità nel momento in cui avrei condiviso il contenuto del video con lei. « T'Dal, devo mostrarti qualcosa» dissi, offrendole il PADD con una mano ormai libera dalla tuta, cercando nei suoi occhi una traccia di comprensione o rivedere almeno un po’ delle vecchia se stessa. Mentre T'Dal prendeva con esitazione il PADD, osservai ogni suo movimento, ogni cambiamento di espressione mentre il video scorreva. La tempesta emotiva che seguì, una volta che la sua accusa fu lanciata, mi colse non preparato nonostante mi aspettassi una reazione forte. "Non è ciò che sembra” avrei voluto spiegare, con la speranza che l'intensità della sua rabbia facesse svanire l’effetto delle spore, ma quando mi chiese perché dissi semplicemente « non lo so, ma ci sarà sicuramente una motivazione » abbracciandola, lasciando che mi battesse le mani contro il petto.


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T'Dal Zayrus Vulcaniana

L'atto di Jor di togliersi la tuta protettiva, rivelando la sua uniforme sottostante e la sua vulnerabilità, non mi sfuggì. Rimasi a guardarlo, una parte di me era pronta a tornare sul pianeta, ma c'era qualcosa di disarmante nel vederlo spogliarsi di quella barriera fisica, preparandosi a condividere con me qualcosa di evidentemente importante. Con una mano che tremava leggermente, presi il PADD, il cuore già pesante di un'ansia che non sapevo ancora spiegarmi. Guardando il video, sentii la mia realtà sgretolarsi con ogni parola, ogni risata condivisa tra Dakona e l'infermiera era come una coltellata. L'accusa mi scappò dalle labbra prima ancora che potessi pensare alle conseguenze.
« Sul pianeta diceva di amarmi…» dissi incredula per poi aggiungere mentre facevo ripartire il video dall’inizio « Jor, perché Dakona sul pianeta diceva di amarmi quando ha accettato di uscire con lei? Ero pronta a creare famiglia con lui, potrei anche essere incinta ora come ora»
La mia voce si caricava di una rabbia e di un dolore che non conoscevo, la sensazione di tradimento tagliente come un coltello.

« Perché? Perché mi ha fatto questo?!» ripetei battendo i pugni sul petto di Jor ma non appena Dakona apparve, tutta la mia frustrazione, la mia rabbia esplosero in una tempesta perfetta.

« Mi hai mentito! Tu hai un’altra » urlai spostandomi da Jor. Urlavo perché sentivo che la possibilità di un futuro insieme, il desiderio di condividere qualcosa di così intimo e profondo con lui, ora mi sembrava un sogno irrealizzabile, distrutto da quella clip fuori contesto.. Le spore stavano lentamente lasciando il mio corpo, mentre tutta la mia frustrazione, la mia rabbia stavano per esplodere in una tempesta perfetta
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#38

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Dakona Raal Rigeliano

Mi hai mentito! Tu hai un’altra! L'urlo che lo accolse quando si materializzò sulla piattaforma di teletrasporto, lo prese totalmente alla sprovvista. Un'espressione di incomprensione sul volto, Dakona fissò senza parole la furibonda T'Dal. Cosa... cosa stai dicendo? Esclamò, scioccato. Io? Un'altra? Non ti tradirei mai, T'Dal! Tu sei la luce dei miei occhi, sei l'amore della mia vita: non potrei mai tradirti!

Che stava succedendo? Dakona non riusciva a comprendere come, nei pochi minuti che erano passati da quando T'Dal era stata rapita a quando lui stesso era stato portato a bordo, lei si fosse convinta di quell'assurdità. Ancora confuso, l'immagine che i suoi occhi avevano colto di sfuggita nella fase finale del suo teletrasporto gli tornò alla mente: T'Dal, abbracciata a Jor. Tu! Esclamò furibondo, puntando un dito contro il primo ufficiale. I pezzi del puzzle erano tutti sparpagliati, ma nella mente di Dakona avevano cominciato ad incastrarsi tra loro. Era tutta colpa sua: Jor stava cercando di portargli via T'Dal. Che caz*o hai fatto?

Con quell'urlo, Dakona scese di corsa dalla piattaforma. Mentre si avvicinava a Jor, la sua mano si chiuse a pugno. Se nessuno lo avesse fermato, glielo avrebbe sferrato dritto in faccia. Voleva fargli male, oh quanto voleva fargli male! Il Suus Mahna che stava studiando era più che altro una pratica difensiva, ma a Dakona non importava: il loro non sarebbe stato un duello di arti marziali, ma un pestaggio unidirezionale. Avrebbe massacrato Jor fino a quando l'altro non gli avesse chiesto scusa.



Oh my! Un certo androide, colpevole principale di quanto stava accadendo, osservò Dakona scagliarsi contro Jor senza muovere un dito. È spiacevole ma direi che ci siamo. Il livello di rabbia sembra corretto. Borbottò, quasi come se fosse stata intenta in un esperimento scientifico. Se il primo ufficiale regge per (inserisci tempo in millesecondi) le funzioni dell'ufficiale medico capo dovrebbero tornare nella norma. L'unica questione ancora da stabilire era se sarebbe stato necessario il suo intervento o meno. Beh, per il momento si sarebbe limitata a guardare: se la vita del primo ufficiale fosse stata messa a rischio, sarebbe intervenuta.
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#39

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T'Dal Zayrus Vulcaniana

Vidi Dakona, l'uomo che amavo, la sua espressione confusa e ferita, e per un momento mi persi nei suoi occhi, cercando la verità che speravo di trovare.

«Non mentire!» dissi con rabbia, la frustrazione e il dolore che mi travolgevano rendendomi incapace di pensare razionalmente. «Ho visto il tuo video con l'infermiera sul PADD, facevate proprio una bella coppia voi due!» dissi mostrandogli il mio PADD, la mia voce si ruppe, tradendo la mia disperazione.
Le parole mi sfuggivano con un'impetuosità che non riuscivo a controllare, le immagini del PADD ancora fresche nella mia mente. La mia voce era carica di dolore e accusa, le spore che avevano distorto la mia percezione della realtà alimentavano il fuoco della mia rabbia.

Quando Dakona si avvicinò contro Jor, e il mio primo ufficiale disse di farsi sotto, il mio cuore si fermò.
«Fermatevi!» urlai, la rabbia dando modo alla disperazione. Vederli così pronti a farsi male, mi fece rendere conto di quanto fosse assurda l'intera situazione. E in quel momento, come se le spore avessero riconosciuto la follia del loro effetto, mi lasciarono andare. La nebbia nella mia mente si dissipò, lasciandomi vedere chiaramente per la prima volta da quando eravamo arrivati su quel maledetto e benedetto pianeta. Sentii come se una nebbia si sollevasse dalla mia mente, le spore lasciandomi andare, restituendomi alla realtà... era come se mi fossi svegliata da un lungo sogno.

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Jor Erulen Betazoide

La tensione era palpabile non appena Dakona si materializzò sulla piattaforma, e le accuse di T'Dal lo colpirono come una tempesta. La mia mente lavorava freneticamente, cercando di trovare un modo per fare in modo che le spore lasciassero i due il prima possibile. Tuttavia, la rabbia di Dakona era tangibile, la sua accusa diretta a me e quando Dakona si lanciò verso di me, il suo corpo teso prontamente per l'attacco, sentii l'adrenalina scorrere nelle mie vene.

«Fatti sotto, ragazzino.» dissi, la mia voce bassa e ferma, che in un altro momento non avrei riconosciuto, sperando di provocare abbastanza la sua ira da far sì che le spore lo abbandonassero.
Non avevo mai voluto che arrivasse a questo, ma sapevo che ogni tentativo di ragionamento era inutile. Dovevo provocarlo, spingerlo oltre il limite, per il suo bene, per il bene di T'Dal e di tutto l'equipaggio.

Il mio cuore batteva all'impazzata non per la paura del confronto fisico, ma per la disperazione di vedere Dakona così fuori di sé, stranamente mi spaventava più lui che il capitano, così lontano dall'uomo che sapevo essere. Eppure, in quel momento di caos, una parte di me sapeva che questo era necessario, che forse attraverso questa furia, avremmo potuto trovare la strada per tornare alla normalità.

Quando T'Dal gridò a noi di fermarci, la preoccupazione per lei superò ogni altra cosa. Vidi nei suoi occhi un lampo di lucidità, un segno che forse, solo forse, le spore stavano perdendo la loro presa su di lei. «T'Dal?» chiamai, speranzoso, la mia attenzione completamente su di lei ora.

La situazione era andata oltre ogni previsione. Il piano era sempre stato di far rinsavire Dakona e T'Dal, ma non avevo anticipato il costo emotivo che questa soluzione avrebbe comportato. Mid osservava da lontano, il suo comportamento freddamente analitico ricordandomi che, nonostante tutto, eravamo ancora in mezzo a un esperimento di sopravvivenza, con le emozioni umane e vulcaniane come variabili impazzite.

Nonostante la tensione, un senso di sollievo mi pervase quando vidi T'Dal ad una postura più eretta. Forse, dopo tutto, ci sarebbe stata una via d'uscita da questo caos. Dovevamo solo sperare che Dakona seguisse lo stesso percorso verso la lucidità, e che insieme, potessimo ricostruire la fiducia e l'intimità che le spore avevano quasi distrutto.
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#40

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Dakona Raal Rigeliano

Le parole di T'Dal furono come una coltellata al cuore ma Dakona le recepì solo in parte, a causa della forte rabbia che stava provando. Il "Fatti sotto, ragazzino" di Jor non fu certo d'aiuto, e il rigeliano si ritrovò letteralmente ad azzuffarsi col suo superiore. Dimenticata la rigida disciplina del Suus Mahna, gli attacchi di Dakona erano per di più disordinati ed incoerenti. Se fosse stato in sé, a guardare in maniera distaccata la scena, si sarebbe reso conto che le spore non si limitavano a sopprimere i sogni e le aspirazioni degli infetti ma danneggiavano anche la loro capacità di ragionamento.

..e, probabilmente, si sarebbe anche reso conto che un betazoide non avrebbe dovuto aver la forza e la resistenza per gestire un vulcanoide fuori controllo. Ma a quello ci avrebbe pensato solo più avanti, quando la verità sull'amico sarebbe stata messa con la forza davanti a lui.

Fermatevi! All'urlo di T'Dal, Dakona si fermò con un pugno in aria, pronto a colpire. Cosa diamine..!? Improvvisamente era confuso, incapace di comprendere per quale assurda ragione era arrivato ad azzuffarsi con Jor per... per cosa? T'Dal e lui erano stati evidentemente compromessi: Jor non aveva rapito T'Dal, l'aveva salvata. Un imprecazione gli sfuggì dalle labbra, mentre cercava di divincolarsi dall'assurda situazione in cui si trovava. Sono in me, Jor. Sono in me! Avvisò l'altro.

Diamine, le spore...? Borbottò, cercando di capire cosa l'avesse ridotto in quello stato, prima che la consapevolezza di quanto era successo sul pianeta lo colpisse pienamente. Cosa diavolo aveva fatto? T'Dal era sposata! Eppure, quello che più lo premeva al momento non era affrontare i suoi sensi di colpa ma risolvere un certo equivoco. Quale video con l'infermiera? T'Dal, ti giuro che... In tutto il caos di poco prima, Dakona non era riuscito a vedere veramente il contenuto del PADD mostratogli da T'Dal ma, se pensava a situazioni compromettenti con un'infermiera che potevano essere stati registrati dal sistema di sorveglianza della nave, gli veniva in mente solo una cosa. ..la recita con l'infermiera Gilbert? Provò a domandare. Poco prima gli era parso di vedere di sfuggita Madeline Gilbert sul PADD di T'Dal, ma non ne era certo al cento per cento. La scorsa settimana, Gilbert mi ha chiesto di aiutarla a... far pratica. Voleva chiedere ad un collega di uscire con lei ma non sapeva come fare. In ogni caso, lei e il guardiamarina Wesley ora sono ufficialmente una coppia. Non c'è assolutamente nulla tra me e lei!
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