TSE un pericoloso progetto parallelo
#11

L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.

Elan Torak Cardassiano

Elan scoccò una rapida occhiata a Rae, che era entrata nel laboratorio nel momento sbagliato: Con tutto il rispetto, lei non capisce. ribatté il cardassiano, che non aveva la minima intenzione di allontanarsi di là finché la questione non fosse stata risolta … come stavo cercando di spiegare al mio esimio collega, se non interrompiamo immediatamente il flusso di determinazione inerziale, l'intero sistema rischia il collasso. E' elementare fisica quantistica! aggiunse, vagamente frustrato dal fatto che nessuno lì sembrasse prendere sul serio le raccomandazioni. E come io stavo cercando di spiegare al mio esimio collega, rientriamo nei parametri di rischio prefissati, come da pagina 74 del manuale ingegneristico ribatté Sorren, che non aveva la minima intenzione di assecondare quelle che per lui non erano altro che paranoie.

Elan sbuffò, rifiutandosi di lasciarsi prendere in giro a quel modo: Rientrerebbero nei parametri se quelle nel database fossero le specifiche corrette non poté fare a meno di puntualizzare il cardassiano con una cordialità ostentata a tal punto che difficilmente qualcuno l'avrebbe scambiata per autentica i dati nel computer sono errati. Non so se di proposito o no, ma le specifiche che mi avete fornito non corrispondono al comportamento reale del sistema. Quindi o qualcuno ha alterato i dati, o chi li ha inseriti è un incapace, perché se ricontrollaste i miei calcoli invece che dare aria alla bocca, vi accorgereste che siamo molto oltre i parametri di rischio! Qui la matematica funziona allo stesso modo che a casa mia! Se non volete fermare l'esperimento, almeno assumetevi le vostre responsabilità se qualcosa andrà storto, perché io... continuò, interrompendosi all'improvviso quando una serie di allarmi cominciarono a scattare in rapida sequenza.

Solo allora Sorren parve prendere sul serio la situazione e, urlati un paio di ordini ai colleghi, lanciò personalmente la sequenza di spegnimento di emergenza. Elan, che era sicuro che qualcosa del genere potesse accadere, ma non si era realmente aspettato che sarebbe successo qualcosa, rimase ad osservarlo con sguardo preoccupato per qualche secondo, incerto se dovesse gongolare soddisfatto per una tanto evidente vittoria della sua posizione o essere devastato per i danni che la procedura di emergenza avrebbe causato alla delicata strumentazione che stavano utilizzando, così si limitò a lasciarsi sfuggire qualche impropero mentre raggiungeva una delle console per aiutare Sorren a stabilizzare nuovamente il sistema.
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#12

This can be painful or not. That's up to you. Either way, I will know what you know.

Rhhaein s'Lhoell Romulana

Non capiva? Un lampo di rabbia attraversò gli occhi di Rae, ma la romulana si costrinse a non reagire. In un certo senso, era vero. Non aveva idea di cosa poteva comportare l'interruzione dell'esperimento, ma immaginava che fosse preferibile al contrario. Tra l'altro, era stato Torak stesso a chiederla: avrebbe dovuto esserle grata dell'appoggio, invece era parso quasi seccato dalla sua interferenza. Calma, Rae. Si disse. Non sa chi sei. Ti crede una semplice burocrate venuta a disturbare il suo lavoro. Era stata lei stessa a volerlo, in modo da poter interagire col cardassiano e il resto dei ricercatori nel modo più naturale possibile. Le persone tendevano a temere la Tal'Shiar, e per una buona ragione. Eppure, in quel momento, avrebbe preferito essere temuta che ignorata. Il bisticcio tra i due ricercatori era ripreso, la sua presenza dimenticata. La tentazione di estrarre il disgregatore e costringerli a collaborare con la forza era forte, ma Rae scelse di attendere e ne fu ripagata. Torak sosteneva che i dati nel computer fossero errati. Quella era un'informazione allarmante: si trattava di un errore umano o di un sabotaggio? Considerando i dati rubati la notte prima, la romulana propendeva per la seconda possibilità. Ma avrebbe indagato.

Allo scattare degli allarmi, Rae si fece da parte in modo da non essere d'impiccio. Odiava non poter aiutare, ma quantomeno ora Sorren sembrava aver preso sul serio l'avvertimento di Torak. Il fatto che il cardassiano avesse, almeno all'apparenza, salvato la situazione rendeva i suoi dubbi su di lui meno certi, ma Rae aveva comunque intenzione di andare fino in fondo. Era indubbio che qualcuno avesse rubato quei dati. Torak poteva aver evitato un'esplosione, ma ciò non lo escludeva dalla lista dei sospettati.

Aspettò fino a quando la frenesia dei ricercatori scemò fino quasi a svanire, poi si avvicinò a Torak. Com'è la situazione? Domandò, attenta a lasciare il passaggio alle console libero nel caso l'emergenza non fosse ancora terminata. Tutto dava l'impressione che le cose fossero sotto controllo, ma non si sapeva mai. Prendetevi il tempo necessario per contenere l'emergenza ma, una volta che i sistemi saranno stabili, vi devo parlare. Ripeté la sua richiesta, questa volta senza spronare ad una disponibilità immediata. Interrogare i due era urgente, ma non al prezzo di danni ingenti ad attrezzature o di mettere in pericolo vite. C'è un posto qui dove potremmo parlare in privato? Avevo intenzione di invitarvi nel mio ufficio ma, vista la situazione, credo sia meglio se rimaniate a portata in caso di imprevisti.
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#13

L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.

Elan Torak Cardassiano

Furono minuti di tensione, ma alla fine i macchinari confermarono lo spegnimento del sistema. Elan stava fissando la console di fronte a sé, in silenzio. Ora l'unica cosa che potevano fare era verificare i danni e pregare che nessun sistema rilevante fosse stato compromesso, perché un incidente come quello avrebbe fatto lievitare i costi del progetto e avrebbero avuto bisogno di rivedere l'intero budget. La voce del supervisore gli giunse lontana mentre il cardassiano rifletteva su quanto appena accaduto Il centro di ricerca non salterà in aria. Siamo salvi. rispose il ricercatore con una leggera vena sarcastica: non che non gli importasse della base o del fatto che in una simile situazione diverse vite avrebbero potuto andare sprecate, ma sapeva perfettamente che ora il progetto era in pericolo. Se i danni rilevati avessero superato una certa entità, era probabile che sarebbero stati costretti a chiudere lì: non era decisamente dell'umore di festeggiare in quel momento.

Evitiamo il mio ufficio, è disseminato di dispositivi di sorveglianza grugnì, ignaro del fatto che fosse stata la romulana a farli installare e allo stesso tempo talmente seccato da quanto appena accaduto da averne abbastanza di quel gioco, di far finta di non sapere che lo stavano tenendo d'occhio e che probabilmente avevano progettato fin dall'inizio di rovinare il suo progetto. Possiamo utilizzare il mio ufficio propose Sorren, facendo strada: capiva perfettamente cosa stava provando il collega in quel momento e un vago senso di colpa lo stava punzecchiando, facendogli presente che, se avesse dato immediatamente ascolto ad Elan, forse ora non sarebbero stati in quella situazione.

Con la testa bassa e l'umore ancora più a terra, Sorren fece strada verso il proprio ufficio ed attese che gli altri due fossero entrati prima di richiudere la porta le faremo avere quanto prima un rapporto sulla situazione promise in direzione di Rhhaein, chiedendosi se e quanto la sua parte di responsabilità in quanto accaduto avrebbe influito sulla sua futura carriera. Una cosa era certa: nonostante avessero appena impedito un'esplosione e potenzialmente la distruzione dell'intero laboratorio, in nessuno dei due ingegneri si coglieva un senso di vittoria.
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#14

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Rhhaein s'Lhoell Romulana

Salvi. A quell'annuncio Rae avrebbe dovuto provare sollievo, eppure qualcosa la trattenne. Se tutto era andato per il meglio, perché c'era aria di morte lì dentro? La romulana poteva immaginarsi la risposta e non le piaceva per nulla: danni all'attrezzatura erano probabili, se non addirittura certi. Voleva sperare che non si trattasse di un danno da miliardi di T'chak, ma l'avrebbe scoperto solo una volta che avesse permesso ai ricercatori di fare il loro lavoro e controllare. La sua indagine aveva però la precedenza, anche perché aveva timore che ci fosse un collegamento tra il furto di dati e l'incidente odierno.

All'affermazione successiva del cardassiano, il volto di Rae si fece totalmente neutro ma dentro di sé la romulana stava imprecando. Cosa servivano dei dispositivi di sorveglianza se il sorvegliato era a conoscenza della loro esistenza? Che Torak avesse cercato e trovato le sue microspie era in un certo senso la prova della veridicità dei suoi timori, che l'avesse ammesso in quel modo invece no. Quale spia ammetteva di sapere di essere sotto sorveglianza? Era possibile che si trattasse di una semplice gaffe, ma se Torak era così scosso da fare un errore simile c'era solo una spiegazione: quanto appena successo non era opera sua. Un errore umano, quindi?

Certo, il suo ufficio sarà adatto. Rispose Rae, mettendo temporaneamente da parte quei pensieri. Capire se Torak era o meno una spia si stava rivelando più difficile del previsto, ma in qualche modo ce l'avrebbe fatta. Seguì il duo verso l'ufficio, accettando la successiva offerta di Sorren con un cenno del capo: non era sicura che sarebbe riuscita a comprendere tutto quello che avrebbero scritto nel rapporto, ma l'importante era averlo. Nel caso si fosse rivelato troppo tecnico, aveva colleghi nella Tal'Shiar a cui passarlo.

Sono stata informata che, la scorsa notte, siete entrati di nascosto nel laboratorio. Una volta che furono entrati nell'ufficio, Rae chiuse la porta dietro di sé e andò subito al punto. Posso avere una spiegazione?
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#15

L'arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.

Elan Torak Cardassiano

Elan si era aspettato che il supervisore Rhhaein volesse discutere di qualche inutile quisquilia burocratica: il costo dell'attrezzatura o qualche procedura che, a suo dire, si sarebbe rivelata più efficiente. Più volte in passato aveva avuto a che fare con supervisori che non capivano nulla del suo lavoro e pretendevano di implementarlo secondo procedure che non stavano né in cielo né in terra. Non si aspettava, invece, che qualcuno potesse aver scoperto il loro piccolo progetto parallelo. Istintivamente scambiò una rapida occhiata con Sorren. Non avevano forse aggirato tutti i sistemi di sorveglianza in modo da non essere scoperti? Non avevano utilizzato accuratamente i codici di sicurezza in modo da non far scattare alcun allarme? Era possibile che il supervisore avesse qualche prova, o stava solo facendo illazioni, sperando che si tradissero?

Questo poneva un ulteriore problema: mentire nel momento in cui i romulani avessero avuto qualche prova, avrebbe creato molti più problemi che rivelare la verità. In fondo le loro partite a kal-toh non interferivano con la loro attività. Allo stesso tempo confessare nel caso in cui i romulani non avessero avuto alcuna prova, significava rivelare dettagli che avrebbero potuto far sorgere ulteriori, scomode, domande: i romulani erano un popolo molto chiuso. Sarebbero stati disposti ad accettare un'amicizia tra un romulano e un cardassiano? E come avrebbero preso il fatto che il loro passatempo preferito era diventato un gioco vulcaniano?

La precisazione che il fatto fosse avvenuto la notte precedente, tuttavia, suonava un po' troppo specifica perché potesse essere l'azzardo di qualcuno che non aveva alcuna prova. Certamente rispose Elan in tono neutro quanto quello della sua interlocutrice, anticipando il collega visto che il nostro intero progetto dipende dalla capacità degli elaboratori di computare rapidamente i differenziali di campo, abbiamo pensato di mettere alla prova il computer centrale. Come ben saprà i computer presenti negli alloggi sono modelli standard, mentre in laboratorio lavoriamo con sistemi a matrice quantistica. Capirà che sarebbe ridicolo pensare che un test su un computer standard serva a qualcosa... rispose, intessendo su due piedi e con curiosa abilità una trama di mezze verità.
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